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Smart working: tempi ottimizzati e maggiore produttività

Smart working: tempi ottimizzati e maggiore produttività

Boom nel Nordest: lo usa il 70% delle imprese, nel Mezzogiorno solo il 30%

Non ci sono dubbi: ormai lo smart working è diventato una modalità lavorativa largamente utilizzata e porta con sé dei vantaggi. Tanto che finito lo stato di emergenza pur se era previsto un ritorno all’operatività in presenza, il regime straordinario è stato prorogato al 31 dicembre 2022.

Dal 1 gennaio 2023 in poi, la formula agile potrà continuare ma non senza un preventivo accordo individuale tra datore di lavoro e dipendente, che però non è più obbligatorio inviare al Ministero del Lavoro. Le aziende intanto dovranno solo trasmettere l’elenco dei lavoratori impiegati in questa modalità operativa.

Che, secondo i risultati del progetto “Smart & Value”, realizzato in partnership tra Stantec e Dilum con Sustainability & Circular Economy Lab e in collaborazione con Università di Bologna e Manageritalia Emilia Romagna, permette di ottimizzare i tempi di lavoro e più produttività.

I risultati del progetto: meno tempo perso, meno costi ed emissioni di CO2

In soli 6 mesi di smart working parziale di 2/3 giorni a settimana, oltre 300 dipendenti di 11 aziende del territorio bolognese e di altre parti d’Italia hanno evitato spostamenti per oltre 700 mila km pari a più di 17 giri dell’equatore ed emissioni di CO2 pari a quelle assorbite in un anno da una foresta di 32 ettari.

Non sono gli unici vantaggi derivati dal lavoro agile. I dipendenti hanno risparmiato tempo, calcolato in -14 mila ore di spostamento casa-lavoro e viceversa e costi, guadagnando di conseguenza in benessere e qualità della vita. Lavorando in smart working hanno risparmiato costi di carburante, pedaggi autostradali, parcheggi e alcune spese per la gestione familiare come quella per la baby sitter per accudire i bambini e ottimizzato i tempi.

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E i benefici si evidenziano anche per le aziende, che in questo modo hanno lavoratori più sereni, collaborativi e produttivi. Il 37% degli intervistati si è detto meno stressato, il 25% più concentrato e il 7% più creativo. Solo il 4% preferisce lavorare sempre in ufficio.

Gianluca Maestrello, consigliere di Manageritalia Emilia Romagna e coordinatore Area Progetti e Ricerche Sustainability & Circular Economy Lab, chiudendo la presentazione dei risultati, ha sottolineato l’impegno per diffondere nel nostro Paese il lavoro agile e quindi una moderna organizzazione come determinanti fattori competitivi a livello economico e sociale. In questa direzione è stato posto l’accento sull’importanza culturale che deve accompagnare il lavoro agile che non può esistere senza trasformazione digitale.

Nel Nordest il 70% delle imprese utilizza il lavoro agile

Sono state soprattutto le imprese del Nordest a utilizzare lo smart working: ben il 70% rispetto al 53% del Nordovest e il 57% del Centro. Nel Mezzogiorno la percentuale arriva al 30%. Lo dice il report “Attualità e prospettive dello smart working. Verso un nuovo modello di organizzazione del lavoro?” presentato in occasione della giornata di studi sul lavoro agile organizzata a Benevento dall’Inapp, l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche.

L’indagine ha preso in esame oltre 15 mila occupati dai 18 anni e 5 mila unità locali/imprese del settore privato extra agricolo. In generale il quadro complessivo dice che lo smart working piace a imprese e lavoratori.

Per due datori di lavori su tre, il 66%, infatti incrementa la produttività e consente il risparmio dei costi di gestione degli spazi fisici, in particolare per le piccole imprese. Per il 72% di loro poi aumenta il benessere organizzativo e migliora l’equilibrio vita-lavoro dei dipendenti.

Da parte dei lavoratori per l’80% è il miglioramento della qualità della vita ad essere particolarmente apprezzato. La modalità di lavoro agile riguarda per il 78% le grandi imprese, per il 63% le medie. Anche le micro imprese però guardano al futuro: il 31% di quelle con fino a 5 addetti ha investito in tecnologie e software a supporto delle attività smart.

Silvia Bolognini

 

 

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