Si sono diffuse anche in Italia le challenge sui social che mettono i più giovani a rischio di gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili
Un “gioco” in cui perde chi rimane incinta dopo una serata di rapporti sessuali con sconosciuti. Con un pegno da pagare: postare le foto che documentano il test positivo e la successiva interruzione di gravidanza.
Oppure, un giro d’Italia con un unico obiettivo: consumare più “Calippi” o “Chinotti” possibili, postando poi i video dei rapporti orali con gli sconosciuti.
Sembrano perversioni da contesti pornografici o quantomeno da serie TV estreme.
Invece stiamo scrivendo di un fenomeno purtroppo calato nella realtà quotidiana. Che, cosa ancor più grave, si sta sempre più diffondendo soprattutto tra gli adolescenti. Anche in Italia.
Sex Roulette: tra gravidanze e Aids
Dello sbarco di queste sex challenge nel nostro Paese, sfruttando i canali dei social network, se ne parla ormai da circa un anno.
Ma, ad accendere i riflettori su una di queste pericolosissime sfide che ha avuto particolare successo, è stata ora l’avvocato Marina Condoleo, raccontando la storia di una 14enne vittima della “Sex Roulette”, che ha incontrato nell’ambito del progetto Legal Love.
La giovanissima ragazza romana è rimasta incinta dopo aver preso parte a una di queste vere e proprie “roulette russa del sesso”, in cui ci si trova in più persone, in gran parte minorenni, per avere una serie di rapporti sessuali completi senza protezione tra sconosciuti consenzienti. Eventi organizzati sulle piattaforme online più diffuse, che prendono il via con l’invio di un messaggio di invito a iscriversi a una chat chiusa.
All’interno della chat vengono quindi organizzate occasioni di appuntamento in case o giardini appartati, dove avvengono gli incontri sessuali senza preservativo e a viso coperto. Una sfida a non rimanere incinta, nata tra i ricchi miliardari di Belgrado e poi arrivata rapidamente in Spagna e Regno Unito, che si è evoluta in una variante ancor più pericolosa: quella con un partecipante positivo all’Aids. Ovviamente anonimo.
La punta dell’iceberg di un disagio giovanile
Se la ragazza protagonista della storia, potendo contare sull’aiuto dei suoi genitori, pur senza sapere chi è il padre del nascituro ha deciso di non abortire e ha raggiunto il sesto mese di gravidanza, tra gli aspetti più inquietanti sottolineati dall’avvocato Condoleo c’è il fatto che, insieme alla gravidanza, ciò che ha maggiormente turbato la 14enne è stato il fatto di essere stata tagliata fuori dal gruppo di amici per aver perso la challenge.
Fa riflettere anche che, come emerso dagli incontri effettuati nelle scuole all’interno del progetto Legal Love, la giovanissima vittima sia inserita non in un contesto difficile, ma in una famiglia di un certo livello sociale.
Le sfide sessuali, tanto più nel passaggio da un’infanzia asessuata a un’adolescenza in cui invece si moltiplicano gli stimoli in tal senso, sono dunque per gli esperti il segnale di una più ampia situazione di disagio e sofferenza.
I “tour” nel mondo delle sex challenge
Non c’è rischio di gravidanze, ma è elevatissimo quello di contrarre malattie sessualmente trasmissibili, in un’altra sfida a sfondo sessuale che starebbe trovando sempre più aderenti anche tra le giovanissime italiane.
Il nome varia, ma la metafora dei vari “Calippo Tour”, “Chinotto Tour” o addirittura “Pompa Tour” crediamo non abbia bisogno di grandi spiegazioni.
Le ragazze, in questo caso, affermano di girare l’Italia in un viaggio finalizzato proprio all’avere una serie di rapporti orali con sconosciuti. Performance che vengono regolarmente filmate, garantendo la privacy ai partecipanti maschili proprio per non disincentivarli, per poi essere riproposte attraverso la pubblicazione su internet all’interno di varie piattaforme, in molti casi a pagamento.
Protagoniste sempre giovanissime, che in molti casi non hanno problemi, riporta un articolo in rete su mowmag.com, ad ammettere che, per completare il tour, hanno lasciato la scuola. C’è però anche chi sostiene che la pubblicizzazione di questi tour, che hanno spopolato sempre sui social, sia solo una strategia di marketing per rendere più popolari i canali con contenuti pornografici.
Alberto Minazzi