Resta Sergio Mattarella il presidente della Repubblica italiana.
All’ ottava chiama, dopo decine di alternative al vaglio, vertici e riunioni accese all’interno dei partiti, le preferenze dei Grandi Elettori hanno trovato convergenza nel presidente in carica, eletto con 759 voti.
La virata ha iniziato a delinearsi già nel corso della settima votazione, durante le prime ore della mattinata.
Mentre nella notte cominciava a farsi sempre più probabile l’ipotesi Pier Ferdinando Casini, durante la settima chiama la situazione, tra partiti che hanno scelto di astenersi e altri che hanno optato per la scheda bianca, è apparsa presto chiara.
La quadra non si sarebbe trovata.
L’appuntamento al Colle dei capigruppo
Alle 11.15, la dichiarazione di Matteo Salvini: “Consideriamo che non sia più serio continuare con i no e con i veti incrociati e chiedere al presidente di ripensarci”. “Si può chiudere su Mattarella già stasera”, avevano detto subito dopo fonti autorevoli della Lega.
La conferma è arrivata poco dopo un’ora, quando è stato deciso che ad andare al Colle, alle 15, per chiedere al presidente Mattarella di restare, sarebbero stati non i leader dei partiti ma i capigruppo: il parlamento, quindi.
Il passo indietro di Casini
Già prima c’era stato un colloquio di Mattarella con Draghi e, nel contempo, il passo indietro di Pier Ferdinando Casini.
“L’ Italia non può ulteriormente essere logorata da chi antepone le proprie ambizioni personali al bene del Paese. Certamente io non voglio essere tra questi – aveva detto Casini durante una conferenza stampa convocata a mezzogiorno a Montecitorio –. Chiedo al Parlamento, di cui ho sempre difeso la centralità, di togliere il mio nome da ogni discussione e di chiedere al presidente della Repubblica Mattarella la disponibilità a continuare il suo mandato nell’interesse del Paese”.
Silenzio stampa, invece, da Palazzo Chigi e dal Quirinale.
L’ottava chiama
Poi la formale richiesta, da parte dei capigruppo, al presidente Mattarella, la disponibilità accordata, la nuova chiama delle 16.30. L’ultima.
Alle 20.45 l’Italia riconferma Sergio Mattarella capo di Stato.
Il secondo mandato prende forma “per il bene e la stabilità del Paese”, come Mario Draghi aveva detto a Mattarella durante la prima interlocuzione e come ha detto ai leader di tutte le forze politiche incontrati per stringere sull’accordo.
Sergio Mattarella, una vita per il Paese
Il primo incarico di Sergio Mattarella come presidente della repubblica è iniziato il 3 febbraio 2015. Un settennato durante il quale il capo dello Stato ha avuto a che fare con quattro diversi presidenti del consiglio: Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte e Mario Draghi.
Nella sua lunga carriera politica, Sergio Mattarella ha ricoperto gli incarichi di ministro della Difesa (1999-2001), di vicepresidente del Consiglio dei ministri con delega ai servizi segreti (1998-1999), di ministro della Pubblica Istruzione (1989-1990) e di ministro per i Rapporti con il Parlamento (1987-1989). E’ stato deputato della Repubblica italiana dal 1983 ed è stato Giudice della Corte costituzionale dal 2011 al 2015.
Il 31 gennaio 2015 fu eletto al quarto scrutinio con 665 voti.
Consuelo Terrin
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