Procedure più agili e veloci e più attenzioni per i figli tra i punti cardine delle nuove norme stabilite dalla legge Cartabia
Avvocati e altri operatori del settore l’hanno definita una “riforma epocale”.
E per molti aspetti, di fatto, lo è.
Da oggi, con 4 mesi di anticipo rispetto alla data inizialmente fissata del 30 giugno 2023, entra in vigore la legge Cartabia.
Una riforma che riscrive molte delle regole del diritto di famiglia italiano, in particolare nella gestione delle cause di separazione e divorzio, che ricadranno sotto le nuove norme fin dai procedimenti avviati dal 1 marzo.
L’obiettivo, legato al Pnrr, è quello di accelerare almeno del 40% i tempi della giustizia civile.
Tanto più delicata in un settore già di per sé particolarmente doloroso, in quanto incide sulla sfera più personale dei cittadini.
Non a caso, uno dei cardini della riforma è il rafforzamento dell’interesse prevalente del minore.
Un piano genitoriale per la decisione del giudice
Già da tempo, la giurisprudenza ha sottolineato la prevalenza della tutela degli interessi dei minori, con previsioni, recepite dalla riforma, come per esempio la scelta della residenza abituale del figlio under 18, cioè il luogo dove si trova di fatto il centro della sua vita, come criterio prioritario per l’individuazione della competenza territoriale di una causa di famiglia.
La legge Cartabia, però, fa anche di più. Prevede cioè che i genitori presentino al giudice uno strutturato “piano genitoriale”, all’interno del quale descrivere gli impegni e le attività quotidiane dei minori: dalla scuola al percorso educativo, dalle eventuali attività extrascolastiche alle frequentazioni parentali e amicali. Il piano servirà così come punto di partenza per la decisione del giudice relativa all’affido, al collocamento e al diritto di visita dopo la separazione.
Rito unico, tribunale di famiglia e altre novità
Dal punto di vista degli operatori del diritto, la grande novità è però di tipo processuale, con l’introduzione di un rito unico per tutte le cause di famiglia, superando la frammentazione vigente e la possibilità di proporre contestualmente la domanda di separazione giudiziale e di divorzio contenzioso, oppure riunirle in un unico procedimento. Da tutto questo, secondo gli esperti, potrebbe realmente derivare un’accelerazione dei processi.
La legge Cartabia, inoltre, a salvaguardia delle vittime, valorizza le tutele nelle ipotesi di violenza familiare e domestica, con la previsione di particolari percorsi in presenza di “allegazioni di violenza domestica o di genere”.
Da ottobre 2024, infine, sarà introdotto il nuovo Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, istituito dalla riforma e derivante dalla trasformazione degli attuali Tribunali per i minorenni.
Divorzi e separazioni in aumento. Ma anche i secondi matrimoni
Accelerare i tempi della giustizia civile, soprattutto in relazione ai casi di separazioni e divorzi, diventa prioritario in un mondo in cui questi aumentano costantemente.
Secondo gli ultimi dati Istat pubblicati, che fotografano però la situazione del 2021, si divorzia di più al nord, dove però è maggiore anche il numero di matrimoni successivi al primo.
A inziare la classifica delle regioni in cui ci sono più separazioni è la Liguria.
Il maggior numero di secondi matrimoni si registra in Val d’Aosta.
Le separazioni legali nei primi mesi del 2021 sono aumentate del 36,4% (+32,8% i divorzi) rispetto all’anno precedente
La componente che in questi anni si sta consolidando sempre più, fa notare l’Istat, è quella degli accordi extragiudiziali direttamente presso gli uffici di Stato civile. Nel 2020, 12.177 separazioni (il 15,2% del totale) e 15.467 divorzi (il 23,2%) sono stati effettuati direttamente presso il Comune, con tempi e costi molto più bassi rispetto alle altre fattispecie. Anche in questo caso, la propensione, pur diffusa in tutto il Paese, è maggiore al nord.
Alberto Minazzi