Dal 16 aprile, il Museo di Storia Naturale di Venezia svela una testimonianza unica del I secolo d.C.: una vasca romana per molluschi che racconta le origini antiche della laguna
Nell’estate del 2022 a Lio Piccolo, suggestiva frazione di Cavallino-Treporti immersa nell’incantevole scenario naturale della Laguna di Venezia, è stata fatta la sorprendente scoperta: una vasca in mattoni e tavole di legno contenente circa 300 gusci di ostriche e altri bivalvi, databile al I secolo d.C.
Gli esperti l’hanno identificata come spazio per mantenere i molluschi vivi prima del consumo. Una struttura unica in Italia che finora trova un solo confronto noto nella laguna di Narbonne, in Francia e che dal prossimo 16 aprile sarà presentata al pubblico nelle sale del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue di Venezia.
Proprio qui sarà possibile conoscere i primi importanti risultati del progetto di ricerca condotto dall’università Ca’ Foscari del capoluogo veneto.
Il passato in Laguna prima di Venezia
L’area di Lio Piccolo, lungo la riva meridionale di canale Rigà, è luogo di studio già dal 1988 quando Ernesto Canal, archeologo autodidatta, un ricercatore moderno capace di “fare archeologia” oltre i reperti e oltre i libri, per primo aveva ipotizzato di vedervi i resti di una villa romana.
I numerosi interventi di scavo fino ad arrivare al più recente progetto dell’Università di Ca’ Foscari – Dipartimento di Studi Umanistici, sia sulla terraferma, sia in acqua hanno aiutato a comprendere che aspetto avesse questo spazio di laguna prima di Venezia, in età romana. Gli scavi hanno restituito importanti ritrovamenti.

Dalle indagini stratigrafiche subacquee, ultime in ordine di tempo a conclusione della 4a campagna di ricerche nel sito sommerso lungo canale Rigà è stato rinvenuto l’“Ostriarium” per contenere e mantenere in vita le ostriche, a una quota attuale di oltre tre metri sul livello del mare.
La vasca misura 2 metri di larghezza e 8 di lunghezza, è realizzata in mattoni e legno e all’interno ha due ambienti separati per garantire la separazione delle ostriche da altre specie di molluschi. La struttura, attraverso un sistema di circolazione dell’acqua non ancora noto, doveva permettere di mantenere vivi i molluschi che conteneva.
A contatto con l’“Ostriarium” si trovano le fondazioni in mattoni sorrette da pali in quercia che dovevano appartenere a un edificio piuttosto importante databile sempre al I secolo d.C. Sono testimonianza di questo i ritrovamenti, che comprendono centinaia di frammenti di affresco, tessere di mosaico, lastrine di marmi pregiati, ceramiche oltre a una preziosa gemma che si ritiene ornasse la montatura di un anello di una persona molto agiata frequentatrice dell’“Ostriariun”.

La riscoperta del passato al Museo di Storia Naturale
I risultati dei lavori effettuati negli ultimi tempi nel progetto curato dal professore di Archeologia marittima Carlo Beltrame e dalla ricercatrice Elisa Costa, si sveleranno ora attraverso l’esposizione nel Museo di Storia Naturale “Un Ostriarium romano in Laguna di Venezia”.
Dal 16 aprile al prossimo 2 novembre, al piano terra dell’edificio, il percorso espositivo fatto di alcuni reperti, immagini, video che documentano le operazioni di scavo subacqueo e le attività di ricerca e un modello tridimensionale del sito archeologico lagunare forniranno ulteriori informazioni sugli abitanti della Laguna in epoca imperiale romana.

L’impegno dell’importante Museo veneziano, custode di importanti collezioni scientifiche, è di rendere accessibile a tutti le conoscenze acquisite nel tempo attraverso esposizioni, conferenze e incontri che si svolgeranno durante i prossimi mesi. Il nuovo allestimento, oltre a restituire ai visitatori parti importanti di storia, sottolinea l’importanza di un lavoro di ricerca interdisciplinare che coinvolge archeologi, geologi, biologi, insieme per portare alla luce e invitare alla scoperta e conoscenza della ricchezza della Laguna.
Silvia Bolognini