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Secche di Tor Paterno: le “Galapagos del Mediterraneo”

Secche di Tor Paterno: le “Galapagos del Mediterraneo”
Secche di Tor Paterno (ph. Fabio Marchionni)

Al largo del litorale romano, a scuola di biodiversità nell’area marina protetta

Il raro “corallo” nero, le murene, i pesci luna, le tartarughe. In certi periodi dell’anno, anche pesci spada e delfini tursiopi.
Non serve raggiungere i tropici, per immergersi in uno scenario in cui la biodiversità marina è la vera protagonista.
L’area marina protetta delle Secche di Tor Paterno, vero e proprio paradiso naturalistico subacqueo, si trova infatti tra le 4 e le 7 miglia dalla costa del litorale romano.
Oltre 1.200 ettari a largo della tenuta presidenziale di Castelporziano, a breve distanza dalle frequentate spiagge di Ostia e Torvajanica, che, non a caso, si sono meritati il soprannome di “Galapagos del Mediterraneo”.
Un tesoro poco conosciuto, l‘unica area marina protetta italiana completamente sommersa, istituita il 29 novembre 2000, che l’ente regionale Roma Natura, gestore dell’area, ha ora deciso di salvaguardare attraverso un accordo con Marevivo Lazio.

Le Secche di Tor Paterno

Le Secche sono costituite da un’ampia formazione rocciosa lunga circa 2 km e larga poco più di 500 metri.
Sono composte da 3 blocchi di forma allungata (chiamati “Secche di Terra”, “Secche di Mezzo” e “Secche di Fuori”), posizionati da nord-ovest a sud-ovest in mezzo a una ampia distesa di sabbia e fango.
Complessivamente, si va dai 4 metri di profondità delle “Secche di Terra” al centinaio di metri delle “Secche di Fuori”.
L’area marina protetta è una sorta di vera e propria “isola” sul fondo del mar Tirreno, a 60 metri di profondità massima, mentre la parte superiore si trova a 18 metri sotto il livello del mare.
Dalla superficie, però, le Secche non sono visibili, a causa della torbidezza dell’acqua, dovuta anche alla vicinanza della foce del Tevere, che scarica in mare pochi km più a nord.

Flora e fauna

Si lega però ai materiali trasportati dal fiume anche la ricchissima quantità di vita e animale e vegetale ospitata nell’area.
Già dalla sommità, e fino a circa 25 metri di profondità, si incontra una fitta vegetazione di posidonia. E poi coralli (dalla gorgonia rossa, al corallo nero, agli alcionari), 112 specie di policheti, 37 di molluschi, 18 di anfipodi, 14 di decapodi, 12 di echinodermi, 4 di isopodi e 3 di anisopodi.


Ancora, numerose specie di pesci: murena, gronco, triglie, rana pescatrice, spigola, cefalo, occhiata, sarago, pesce luna, aquila di mare e cernia.
Occasionalmente, sono state rilevate anche presenze di ombrine e pesci spada, particolarmente interessanti dal punto di vista conservazionistico.
Soprattutto in alcuni periodi, non sono rari i delfini tursiopi. E non mancano gli uccelli marini: sule, berte, beccapesci, gabbiani e labbi.

Secche di Tor Paterno
@ Visit Lazio

La promozione della biodiversità

L’accordo appena concluso da RomaNatura, che gestisce l’oasi insieme ad altri enti, tra cui l’associazione di promozione sociale di biologi e naturalisti “Sotto al Mare”, intende promuovere sempre più la vocazione delle Secche di Tor Paterno come meta di turismo ecosostenibile, attraverso escursioni in barca e immersioni nel rispetto dei limiti e dei divieti.

Inoltre si vogliono promuovere iniziative a tutela e promozione della biodiversità, rivolgendosi in particolare alle nuove generazioni attraverso laboratori didattici e corsi di biologia marina.
In collaborazione con Marevivo Lazio saranno così organizzate varie attività: da quelle informative a quelle divulgative, dalla conservazione alla ricerca, dal monitoraggio alla salvaguardia. Quest’ultima passa anche attraverso l’accordo con i pescatori di Ostia contro la pesca selvaggia. I pesci catturati ma non destinati alla vendita vengono infatti ospitati, prima della reintroduzione nell’habitat naturale, alla “Casa del mare”, dove ha sede anche il parco.

Alberto Minazzi

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