Torna per il secondo anno consecutivo la campagna “Un mare di idee per le nostre acque‘ promossa da Coop in collaborazione con “LifeGate”
La campagna si propone di sensibilizzare sul tema dell’inquinamento dei mari causato dalla plastica raccogliendola attraverso un particolare cestino chiamato Seabin.
Non si tratta solo di una pattumiera che rimuove la plastica dagli oceani, ma una vera e propria realtà internazionale.
L’obiettivo dei fondatori, gli australiani Pete Ceglinski e Andrew Turton, non è solamente quello di raccogliere la plastica ma di ridurre la quantità che arriva negli oceani, contribuendo anche a far capire meglio quali siano gli effetti dell’inquinamento da plastica sugli ecosistemi supportando così la ricerca con dati concreti.
I seabin
I seabin sono infatti cestini che lavorano galleggiando a filo d’acqua.
“Mangiano” i rifiuti che incontrano, dai più grandi fino alle microplastiche, mentre una piccola pompa espelle l’acqua filtrata.
Hanno un’autonomia lavorativa di 24 ore su 24 sette giorni su sette, ma hanno periodicamente bisogno di esser svuotati e puliti.
Al momento “i cestini del mare” sono operativi in Italia a Portopiccolo a Sistiana (Trieste), ma la campagna prevede che nei prossimi mesi vengano collocati 34 ‘Seabin’ nelle acque di mari, fiumi e laghi, che si aggiungano ai 12 già posizionati nel 2020.
L’obiettivo della campagna per il 2021 è quello di recuperare dal mare 23 tonnellate di plastiche nell’arco di un anno, per intenderci circa 1 milione e mezzo di bottiglie.
Responsabile ecologico a bordo
In alcune tappe della campagna ci sarà la partecipazione della barca a vela ‘Anywave‘, la prima ad aver istituito a bordo la figura del Responsabile ecologico, che ha redatto un vero e proprio decalogo di regole “green”.
Il progetto Seabin, che si sta diffondendo in tutto il mondo, ha un ruolo importante per raggiungere, nel settore della plastica, l’economia circolare, focus mondiale per tutelare il nostro Pianeta.
Valentina Rossi
