I nuovi edifici scolastici che hanno ispirato le linee guida del Ministero dell’Istruzione sono degli architetti veneti Maria Alessandra Segantini e Carlo Cappai
Siamo abituati a pensare agli edifici scolastici come a meri contenitori.
Senza soffermarci a riflettere sull’influenza che gli spazi possono avere anche sull’apprendimento e sul benessere di chi vi fruisce.
La scuola che cambia, lo fa ora anche visivamente, mutando le proprie forme e lo stesso concetto di spazio, che diventa dinamico, da vivere e interscambiabile.
Ne sono esempio le tre ultime scuole in fase di costruzione a Venaria Reale, a Torino, a Conegliano, a Treviso e a Cervignano del Friuli, a Udine.
Tre prototipi definiti tecnicamente NZEB, cioè a elevata efficienza energetica ma soprattutto tre edifici circolari, con molti spazi aperti in comunicazione fra loro e tutti usufruibili, corridoi compresi. E poi grandi vetrate verso l’esterno così come verso l’interno, dove il fulcro principale è lo spazio centrale, una sorta di grande piazza.
Scuole 4.0
Quello che si sta affermando è un nuovo modello di scuola fluida, trasparente, senza muri tra le persone, anche negli spazi.
E un’architettura che riflette con il suo nuovo layout un nuovo concetto di didattica, un adeguamento alle fasi di crescita dei bambini e dei ragazzi che nei nuovi spazi disegnati ospiterà, una diversa sensibilità anche ambientale.
Le scuole 4.0, per le quali il Ministero dell’Istruzione oltre a finanziare il progetto (come accaduto per il Friuli), gestirà direttamente anche la gara d’appalto, saranno infatti costruite “a secco”, con un kit di montaggio e smontaggio, in quanto potranno in futuro essere smantellate consentendo il riciclaggio dei materiali con le quali sono state costruite.
L’edificio come parte integrante di un processo di crescita
Autori di questa svolta nell’edilizia scolastica sono due architetti dello Studio C+S Architects di Treviso (con anche una sede a Londra) Maria Alessandra Segantini e Carlo Cappai, che saranno premiati a novembre al prestigioso MasterPrize di Los Angeles che ha loro attribuito il titolo “Best of the Best 2023” nella categoria “Firm of the Year”, Miglior Studio Professionale dell’Anno.
Le scuole di questa coppia (anche nella vita) di architetti veneti sono note a livello internazionale e hanno ispirato le nuove linee guida del Ministero dell’Istruzione.
Alla base dei loro progetti, l’architettura intesa come una pratica interdisciplinare e l’idea che gli edifici scolastici abbiano una funzione attiva nella società.
Non solo contenitori, dunque, ma parte integrante di un processo di crescita, individuale e comunitaria.
La scuola circolare
Come risulta evidente soprattutto nel progetto del nuovo Istituto Malignani di Cervignano del Friuli: un edificio circolare di 2800 mq dotato di 10 aule, impianti sportivi, auditorium, biblioteca, aula studio e laboratori al pianterreno che danno su uno spazio aperto circolare a doppia altezza e illuminato da lucernai.
Una sorta di luminosa piazza appunto sulla quale daranno anche il ballatoio del primo piano dove si trovano le aule e gli uffici amministrativi.
Le aule, che dovranno ospitare 250 studenti, hanno dimensioni più grandi della norma per consentire diverse disposizioni dei banchi a seconda del tipo di lezione. Il rivestimento esterno della scuola sarà in sughero, così come in sughero saranno i pavimenti delle aule.