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Scoperto un pianeta “neonato”: è a 430 anni luce

Scoperto un pianeta “neonato”: è a 430 anni luce

Il telescopio spaziale Tess della Nasa ha individuato il grande corpo celeste, formatosi da solo 3 milioni di anni, nella Nube molecolare del Toro

Quando si prova a ragionare nell’ottica dell’universo, i numeri cui siamo abituati diventano assolutamente relativi.
Tre milioni di anni, così, fanno di “Iras 04125+2902 b” un pianeta “neonato”, scoperto grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale Tess della Nasa e studiato dal team scientifico guidato da Madyson G. Barber dell’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, che lo ha presentato sulla rivista “Nature”.
E anche la distanza da noi è da considerare “vicina”. Sono “appena” 430 anni luce che separano dal Sistema solare la Nube molecolare del Toro, all’interno della quale si trova il pianeta, non a caso considerata dagli astronomi un obiettivo primario. Si tratta, del resto, di un vivaio stellare attivo, con al suo interno centinaia di stelle neonate.

@ Artsiom P

Il “colpo di fortuna” che ha permesso la scoperta

Nonostante la (relativa) vicinanza, la visione dei pianeti che popolano questo tipo di nubi è solitamente inaccessibile per i pur sofisticatissimi telescopi come Tess, che si basano sul cosiddetto “metodo del transito”, ovvero l’osservazione del leggero calo della luce stellare quando un pianeta attraversa la faccia esposta della stella attorno a cui orbita. Per fare ciò, occorre così che il pianeta si ponga “di taglio” rispetto al punto di osservazione.
A complicare, nel caso specifico, la visuale del pianeta è poi la presenza di un disco di detriti, tipico dei sistemi stellari molto giovani. Per questo, la Nasa ha ammesso che il team di ricerca ha potuto sfruttare “uno straordinario colpo di fortuna”. Il disco esterno che circonda il pianeta neonato si è infatti deformato fortemente, esponendo Iras a estese osservazioni di transito da parte del telescopio.

Le caratteristiche di Iras

Il pianeta neonato, probabilmente ancora incandescente per il calore della sua formazione, è diventato così il più giovane finora scoperto utilizzando il metodo dei transiti, che è il principale utilizzato per il rilevamento dei pianeti. Per ottenere maggiori informazioni, gli astronomi hanno quindi combinato le misurazioni di transito con un altro metodo di osservazione, chiamato “oscillazione”, basato sulla misurazione della velocità radiale.

In tal modo è emerso che, pur avendo un diametro simile a quello di Giove, Iras ha una massa non superiore a un terzo di quella del più grande pianeta del nostro Sistema solare e, dunque, una densità relativamente bassa e, probabilmente, un’atmosfera gonfia. Non si tratterebbe, così, di un gigante gassoso, ma potrebbe vedere la sua atmosfera restringersi nel tempo e, una volta stabilizzatosi, potrebbe diventare, spiega la Nasa, “un mini-Nettuno gassoso o persino una super-Terra rocciosa”.

Alberto Minazzi

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