Una riunione convocata al Viminale, circolari a prefetti e questori, una prossima circolare che sarà indirizzata alle autorità territoriali.
In vista del 15 ottobre, data d’avvio dei controlli, sui luoghi di lavoro, del green pass, il Comitato Nazionale Ordine e Sicurezza Pubblica (Cnosp), con il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e i vertici delle forze di polizia e dell’intelligence, non intendono aver sorprese.
Per questo, è massima l’allerta.
I gravi fatti accaduti a Roma sabato 9 ottobre hanno scritto una pagina buia della pandemia e non devono ripetersi.
Si ricorrerà alla forza solo se necessario ma, contro quella che viene definita una “tensione che attraversa la penisola in modalità fluida”, si intende agire soprattutto con prevenzione informativa e massima efficienza nelle piazze.
Il clima di tensione è alto e la prevenzione risulta fondamentale per evitare che manifestazioni e proteste degenerino in scontri sociali.
Saranno così tenute sotto stretta osservazione le chat cui afferiscono coloro che non vogliono fare il vaccino e che contestano il green pass e ci sarà un rafforzamento delle misure di ordine pubblico.
Questo, anche in vista del vertice dei capi di Stato e di Governo del G20, che si terrà a Roma nelle giornate del 30 e 31 ottobre.
Sui disordini che hanno caratterizzato invece la manifestazione di sabato, la ministra Lamorgese ha risposto a una question time alla Camera dei deputati.
In particolare, Lamorgese ha spiegato come mai le forze dell’ordine non siano intervenute tempestivamente in piazza del Popolo contro il leader di Forza Nuova Giuliano Castellino, che aveva espresso la volontà di dirottare il corteo verso la sede della Cgil. “La scelta di procedere coattivamente nei suoi confronti non è stata ritenuta percorribile dai responsabili dei servizi di sicurezza perchè in quel contesto – ha spiegato la ministra – c’era l’evidente rischio di una reazione violenta dei suoi sodali con degenerazione dell’ordine pubblico“.
Nel frattempo, dalla richiesta di convalida dell’arresto dei sei leader di Forza Nuova e del gruppo “Io apro”, è emerso che negli scontri sono stati utilizzati “bastoni, spranghe di ferro e altri oggetti atti a offendere”.
Contro di loro la procura di Roma ha avanzato le accuse di resistenza e minaccia pluriaggravata a pubblico ufficiale in concorso e devastazione.