Uno studio mette in luce che il 37% dei ragazzi tra i 14 e 19 anni gioca d’azzardo e scommette. Il gioco online supera quello on-site
La cronaca recente, con le scommesse nel mondo del calcio che hanno coinvolto alcuni calciatori per un giro d’affari da un milione di euro, ha riportato sotto i riflettori la ludopatia.
Un fenomeno preoccupante, che non riguarda solo il mondo degli adulti ma anche i ragazzi, tra i quali moltissimi minori.
“Per dare una lettura del fenomeno partiamo da una doverosa premessa – spiega Sabrina Molinaro, responsabile della Sezione Epidemiologia e Ricerca sui Servizi Sanitari dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa -. Il gioco d’azzardo è una tematica complessa che necessita di un monitoraggio costante, soprattutto tra i più giovani e l’individuazione di fattori associati a comportamenti di gioco a rischio è determinante sia per aiutare a compiere scelte più consapevoli, sia per sviluppare policy adeguate al contrasto”.
“Credono sia possibile diventare ricchi”
Nel 2022, secondo i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, la raccolta nazionale da gioco d’azzardo, rispetto al 2021, è aumentata del 18%, arrivando a 136 miliardi di euro.
Di questi, 73 riferiti al gioco online, 67 al gioco on site.
Ma perché i giovani giocano d’azzardo?
“Lo fanno perché i giochi sono lì, fruibili da chiunque – sottolinea Sabrina Molinaro -, quindi perché no? E ben il 40% dei ragazzi tra i 15 e 19 anni pensa che sia possibile diventare ricchi se si gioca d’azzardo. Senza rendersi conto che i loro possono diventare comportamenti a rischio”.
Il gioco e il rischio correlato
Nel corso del convegno nazionale sul “Disturbo da gioco d’azzardo” , svoltosi recentemente a Castelfranco Venero, l’istituto di Fisiologia Clinica di Pisa del Cnr ha fatto il punto sulla situazione. Circa 130 mila studenti (5%) hanno un profilo di gioco a rischio e 67 mila (3%) problematico.
A giocare sono in prevalenza i maschi : 57,4% contro il 44,1% delle femmine.
E se queste ultime tentano la fortuna soprattutto con i Gratta e Vinci (78,6%), i ragazzi puntano invece soprattutto sulle scommesse (55%), anche virtuali, o sul gioco del Poker.
Una differenza di preferenze che si riscontra anche nella diversa predilezione dei posti per il gioco on-site: le sale scommesse sono più frequentate dai maschi (41,3%) mentre le sale Bingo dalle femmine (13%).
Tra i giochi dei giovani, anche le slot machine.
Ma restano Gratta e Vinci (74,8%) e Lotto (38,6%) quelli più gettonati.
Come testimoniano anche i dati sui luoghi maggiormenti scelti per il gioco, che non sono i Casinò ma i bar, le tabaccherie e i pub.
In crescita i giovani giocatori
La pratica del gioco d’azzardo tra i giovani sta crescendo tuttavia soprattutto online.
Secondo i dati di uno studio Nomisma, solo nel primo trimestre del 2023, per tentare la fortuna sono stati spesi 35.026,47 milioni di euro, con un aumento del 14% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che già aveva registrato un incremento del 23% rispetto al 2019.
Il volume complessivo del gioco annuo nel 2022 è stato pari a 135.934,55 milioni di euro.
E oggi sono sempre di più i giovani che lo praticano almeno una volta la settimana (+9% rispetto allo scorso anno.
Paolo Crepet: “Il web può essere una trappola”
“Il fenomeno è preoccupante ma va letto con attenzione – commenta lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet -. Non più tardi di qualche anno fa, quando l’attenzione era incentrata sulle macchinette da gioco, avevo lanciato l’allarme dicendo che in breve il gioco avrebbe preso piede in modo significativo online. Oggi tutto è ormai on line, gioco compreso, e il web può essere un vantaggio ma anche una trappola. La questione va messa, secondo me, sul piano della consapevolezza di dove possano essere i pericoli”.
Giochi d’azzardo online per la Generazione Z: vincono le scommesse
“Un altro aspetto da considerare riguarda le famiglie, che dovrebbero responsabilizzare i figli – continua Paolo Crepet – Oggi, guardando in tivù una qualsiasi trasmissione sportiva, siamo bombardati da messaggi che invitano a qualsiasi tipo di scommessa e questo induce a provare. Una volta si giocava la schedina ed era un’occasione per andare al bar, incontrare gli amici e socializzare scambiando magari commenti sulle varie squadre in competizione. Oggi molti giovani sono soli e il web è una sorta di rifugio”.
La generazione Z nel mondo delle scommesse
Secondo lo studio Nomisma, è proprio il web il principale canale deputato al gioco d’azzardo per la Generazione Z.
Rispetto al 2021 è stato registrato un aumento del 18% di ragazzi che scelgono internet per giocare e scommettere: lo fa il 64% di loro.
Soprattutto puntando sulle scommesse (29%), che risultano essere tra i giochi online più frequenti.
Sul podio, quelle sportive (31%), seguite da quelle su eventi (26%) e ippiche (16%).
Amici e famiglia motivatori per il gioco d’azzardo
Multimediali e iperconnessi, i giovani, sempre secondo quanto rilevato dall’indagine di Nomisma, sono coinvolti nel gioco d’azzardo spesso dagli amici (46%), mentre per il 32% di loro il gioco rientra tra le abitudini di famiglia.
La percentuale scende al 15% per chi tenta la fortuna perché ha bisogno di denaro e al 12% per evasione e svago.
Significativa anche la diversità di accezioni e significati attribuiti al gioco d’azzardo.
Se da un lato il 46% dei giovani non giocatori lo ritiene una perdita di denaro, il 19% una dipendenza e il 16% un rischio, la Generazione Z che gioca e scommette pensa agli aspetti ludici della questione. Per il 22% di loro il gioco d’azzardo è inteso principalmente come passatempo, per il 19% un divertimento e solo per il 20% un rischio.
La psicologa Amelia Fiorin: “Fondamentale la prevenzione”
“Il gioco si sviluppa per abitudini e, per i clinici, è oggi una bella sfida affrontare la questione, in particolare riguardo l’online”, sottolinea Amelia Fiorin, psicologa e psicoterapeuta del Servizio per le dipendenze dell’Azienda ULSS 2 Marca Trevigiana e presidente di ALEA, associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio.
“Non ci sono specifiche motivazioni che inducono i giovani al gioco, prevalentemente lo fanno per guadagnare o per abitudine – rileva -. Va però detto che la rete permette di giocare su più piattaforme aperte e questo crea un incremento del coinvolgimento in ciò che stanno facendo e con possibili conseguenze neuro psicologiche sulle loro abitudini, a cominciare dal calo di concentrazione a scuola. Per questo è fondamentale che vi siano azioni e strumenti che possano far agire sulla prevenzione per evitare il peggio”.
Autolimitazione e autoesclusione
Sono due i comportamenti che gli stessi giocatori possono mettere in atto per evitare danni, anche economici.
Il primo è l’autolimitazione, più “soft”; il secondo l’autoesclusione.
L’autolimitazione consiste nel far diventare il gioco un “gioco responsabile“, fissando in autonomia dei limiti di spesa (e quindi di gioco) settimanale o mensile, superati i quali non si ha più accesso al sistema.
L’autoesclusione, invece, permette di agire nei confronti di tutti i concessionari che si occupano di giochi d’azzardo a distanza. Una misura restrittiva che può essere temporanea di 30, 60 o 90 giorni o permanente. L’attivazione di questa modalità consente comunque di giocare in siti che non hanno la licenza ADM, un’autorizzazione ad operare legalmente che viene rilasciata dall’Agenza delle Dogane e dei Monopoli.