Ci sono usciti alcuni dei prodotti iconici dell’Italia del secondo Novecento. La mitica Lambretta in concorrenza con la Vespa e la Mini, in versione familiare e sportiva.
Successi commerciali che hanno fatto dello Stabilimento Innocenti di Lambrate un punto di riferimento dell’industria noto in tutta la nazione.
Proprio dalle ceneri dello storico stabilimento milanese, nasce oggi un altro ambizioso progetto: quello di farne il nuovo “tempio della cultura italiana“.
Si tratta della Cittadella dedicata agli artisti del Teatro alla Scala di Milano.
Un concorso internazionale per il nuovo tempio della cultura
Non un luogo chiuso ma aperto alla città. Nei suoi 98 mila metri quadrati, 27mila saranno dedicati ai laboratori, 67 mila saranno utilizzati per la sartoria e la falegnameria e per la realizzazione delle scenografie. I restanti 36 mila andranno ai magazzini. Ma ci saranno anche una grande sala prove e un’Accademia del Teatro.
Il comune di Milano lancerà presto un concorso internazionale al fine di individuare lo studio di architettura che si occuperà di mettere su carta millimetrata i desiderata di via Filodrammatici e al contempo di creare un luogo che dialoghi con il resto del quartiere e si connetta col vicino parco. Da decidere se sia meglio demolire tutto il pregresso, ristrutturare o buttare giù la stragrande maggioranza delle strutture in disuso lasciando una piccola testimonianza dell’industria che fu.
Progetti integrati in città
“L’idea del progetto è da un lato di ampliare gli spazi di produzione, ma dall’altro di incrementare il rapporto tra questi spazi e la città – spiega l’assessore all’Urbanistica del comune di Milano, Pierfrancesco Maran -. Crescerà certamente la parte espositiva, ma al tempo stesso si investirà per sale prove e spazi dove poter allestire veri e propri spettacoli, sarà decisiva anche l’integrazione col sistema scolastico della zona. Anche per questo crediamo che questo progetto, che è in fase di avvio e finanziamento, già deliberato dalla Giunta, rientri in quella strategia di metropoli di quartieri per la quale torniamo a sviluppare il Politecnico a Bovisa, sosteniamo i nuovi campus del Conservatorio a Rogoredo e dell’Accademia di Brera allo Scalo Farini. Non sarà quindi solo un modo per migliorare e investire sui laboratori, che sono la fabbrica di uno dei luoghi più importanti della nostra città, ma nell‘integrarli in un progetto più ampio che segnerà la Milano dei prossimi anni”.
Idee a confronto
Della Cittadella si è parlato nei giorni scorsi durante un convegno virtuale organizzato dalla Slc-Cgil: dopo l’introduzione del segretario Francesco Aufieri, è toccato a Paolo Puglisi sollecitare i punti di vista del sovrintendente del teatro alla Scala di Milano Dominique Meyer, dell’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran, del presidente dell’Agis Carlo Fontana, dell’attrice Lella Costa e del segretario della Camera del lavoro Massimo Bonini.
“Questo è il momento perfetto per guardare avanti”, ha detto Meyer, che ne ha approfittato anche per raccontare la sua idea di futuro per la Scala: sistema di telecamere fisse per rendere lo streaming delle rappresentazioni qualcosa di più di un’alternativa ai teatri chiusi causa Covid; taglio della carta (il Piermarini ne divora 10 tonnellate l’anno) e riduzione di rifiuti e consumo di energia elettrica; conferma e potenziamento del ruolo sociale di via Filodrammatici, con un’attenzione specifica alle fasce meno abbienti.
Il progetto Cittadella rientra pienamente in questo alveo, visto che garantirà al teatro un indubbio risparmio in termini di affitti e un’ottimizzazione degli spazi. Un’idea che trova d’accordo anche il presidente della regione lombarda Attilio Fontana, che da numero uno dell’Associazione generale italiana dello spettacolo fa sapere che a brevissimo chiederà un incontro al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini per avere una data certa sulla riapertura di teatri e cinema.
Carlo D’Elia
Pensare e avviare una struttura di valore internazionale per la cui ristrutturazione/ricostruzione ci si affidi a personalita’ riconosciute. Deve essere una struttura per i cittadini: un vero tempio della musica non un tempio dell’esibizionismoindividuale! Ricordiamo che si tratterà di un templio!
Un peccato aver demolito un a parte di storia di Milano senza neanche tenere un pezzo x magari farci un museo in memoria della industria automotociclustoca di milano speriamo che conservi o almeno l ultimo pezzo di capannone e centro studi x farci qualcosa