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Scabbia: casi in aumento, ma nessun timore

Scabbia: casi in aumento, ma nessun timore

Il Ministero della Salute aggiorna sul sito le utili indicazioni da seguire nel caso si contragga la malattia infettiva della pelle

L’ultimo caso, riportato nei giorni scorsi dai siti locali, riguarderebbe 6 infermieri dell’ospedale di Giugliano, in Campania, messi in isolamento.
Basta poi risalire di qualche giorno, al 9 ottobre, per il caso, confermato dall’Ausl Romagna, segnalato nei confronti di un minore della scuola primaria di Riccione Paese.
Ma nessuna parte d’Italia può dirsi risparmiata dall’aumento dei casi di contagio da scabbia.
Nel 2023, si possono citare per esempio i 6 casi di maggio tra gli operatori sanitari dell’ospedale Galliera di Genova, che portarono a fare il punto in Consiglio regionale ligure, sottolineando che si è passati dai 298 casi del 2021, ai 748 del 2022 ai 386 nei soli primi 4 mesi e mezzo dell’anno in corso.
Ancora, i 9 dipendenti contagiati all’ospedale San Carlo di Potenza a luglio. O la crescita dei casi tra asili nido, Rsa e personale ospedaliero, ma coinvolgendo anche altri cittadini adulti, riscontrata a inizio estate a Roma.

La scabbia: una malattia molto diffusa

È lo stesso Ministero della Salute, che non a caso ha aggiornato lo scorso 13 ottobre le pagine specifiche sulla malattia, a confermare la tendenza in atto nell’ultimo decennio nel nostro Paese. “La scabbia è una malattia della pelle più diffusa di quanto si creda”, introduce la sezione dedicata. Che poi prosegue: “È una delle condizioni dermatologiche più comuni”.
La malattia, aggiunge il Ministero, “colpisce ogni anno nel mondo milioni di persone senza distinzioni di sesso ed etnia”.

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Non a caso, l’Oms stima che a livello globale la scabbia colpisca più di 200 milioni di persone in qualsiasi momento e più di 400 milioni di persone complessivamente ogni anno. In particolare, “rappresenta una parte sostanziale delle malattie dermatologiche nei paesi in via di sviluppo”.
Una delle principali cause dell’aumento del numero di casi sono i viaggi in Paesi in cui la circolazione della scabbia tra la popolazione è ancor più significativa che da noi. Fortunatamente, però, l’evoluzione delle conoscenze mediche ha reso la malattia molto meno pericolosa, anche per la disponibilità di farmaci per uso topico o per via orale efficaci e a basso costo.

Scabbia: come comportarsi

Ancor prima della cura, la malattia si può però prevenire attraverso alcune semplici regole comportamentali. L’infestazione parassitaria è infatti provocata dalle femmine dell’acaro Sarcoptes scabiei, che depongono le loro uova (2 o 3 al giorno, per 1 o 2 mesi) nella pelle.

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L’acaro della scabbia (@https://www.salute.gov.it)

Dopo un periodo tra 4 e 6 settimane, si sviluppa nel paziente una reazione allergica, che provoca prurito intenso, soprattutto nelle ore notturne (a causa dell’intensificazione della reazione allergica legata al calore del letto e al calo dell’adrenalina), ed eruzioni cutanee.
Queste si manifestano con piccole bolle e vesciche, che possono interessare gran parte del corpo o limitarsi ad alcuni siti come gli spazi tra le dita delle mani, i polsi, i gomiti, le ascelle, le zone ombelicali, quelle mammarie, i genitali esterni maschili, la zona della cintura o le gambe.

La trasmissione della scabbia avviene soprattutto per contatto diretto tra persone, favorito quindi da contesti in cui è più intensa la vita comunitaria, ancor più se è scarsa l’igiene individuale. Solo in casi più rari, in particolare nella forma crostosa della malattia, clinicamente più grave e che può interessare soggetti deperiti o affetti da deficit immunologici, è possibile anche per contatto indiretto attraverso oggetti personali come vestiti o lenzuola.

In caso di sospetto di malattia, ricordando che le lesioni della scabbia possono comparire anche in fase asintomatica, è necessario rivolgersi subito al medico, per intervenire rapidamente con il trattamento del paziente, che andrà posto in isolamento, e dei suoi contatti stretti. Al tempo stesso, pur morendo gli acari dopo 2 o 3 giorni senza contatto con la cute umana, va avviata la pulizia e la disinfestazione degli ambienti e degli oggetti come biancheria, asciugamani e materassi.

Alberto Minazzi

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