Sant’Erasmo è una delle isole più amate dai veneziani. Tante le eccellenze, che possono ora trovare un’unica, spettacolare vetrina: la Torre Massimiliana
Da sempre definita la “perla della laguna“, Sant’Erasmo, isola di Venezia caratterizzata da una biodiversità unica, avrà anche un suo centro di promozione della cultura e dei prodotti locali.
La Giunta comunale ha infatti dato il via libera all’emanazione di un bando pubblico per la concessione venticinquennale dell’ex Forte di Sant’Erasmo (meglio noto come Torre Massimiliana), destinata a diventare una sorta di “vetrina” delle eccellenze dell’isola.
La Torre Massimiliana
Voluta dall’arciduca Massimiliano Giusseppe d’Austria-Este, la torre, alta appena due piani, fu costruita tra il 1843 e il 1844 dagli austriaci sul sedime di una precedente fortificazione napoleonica, il Forte Sant’Erasmo (1811-1814) appunto. E’ circondata da un fossato acqueo e ha una terrazza dalla quale oggi si può godere di una spettacolare vista sull’intera isola e sulla bocca di porto del Lido.
Utilizzata durante la seconda guerra mondiale come batteria contraerea, è rimasta a lungo abbandonata e ricoperta da un terrapieno.
Ristrutturata nel 2003 dagli architetti Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini, in base all’accordo di programma tra il Comune di Venezia (oggi proprietario della Torre) e il Magistrato alle Acque/Consorzio Venezia Nuova, la Torre Massimiliana è attualmente inserita nel nuovo sistema di infrastrutture e paesaggio dell’isola di Sant’Erasmo. Negli ultimi anni ha ospitato diverse attività espositive tra i quali, nel 2007, in occasione della Biennale di Venezia, una grande mostra personale dedicata al pittore Emilio Vedova.
Il bando per la torre
“Il bando pubblico, con partecipazione aperta, sarà rivolto in particolare alle attività presenti in isola che potranno unirsi in associazione di imprese temporanea per gestire questa innovativa vetrina delle eccellenze territoriali di Sant’Erasmo”, spiega Giovanni Giusto, consigliere delegato alla tutela delle tradizioni.
L’ottocentesca Torre Massimiliana ospiterà infatti un edificio polifunzionale, con spazi dedicati alla lavorazione, preparazione, consumo e vendita dei prodotti locali d’eccellenza, un bar e un punto informativo. All’interno dell’antica struttura saranno inoltre organizzate varie attività didattiche volte a promuovere e valorizzare le attività produttive tradizionali, con particolare riferimento all’agricoltura, fulcro del sistema socio-economico isolano.
“Con tale provvedimento – spiega l’assessore al Patrimonio Renato Boraso – andiamo a dare seguito ad una promessa fatta dal sindaco Luigi Brugnaro ai residenti dell’isola di Sant’Erasmo, dando quindi loro la possibilità di trasformare i prodotti coltivati nell’isola direttamente in loco”.
Sant’Erasmo: un’isola dalle mille sorprese
I veneziani amano Sant’Erasmo. L’isola delle delle “castraure”, del miele, del mosto e del “vin salso” è da sempre un punto di riferimento estivo fondamentale.
Proprio davanti alla Torre, infatti, c’è il famoso “Bacan”, l’area balneabile che, con la sua spiaggetta, le sue secche e il suo bar-ristorante da maggio a settembre viene raggiunta dai cittadini in barca.
Ma Sant’Erasmo resta soprattutto il polmone verde della laguna. Fra “acqua e tera” è caratterizzata dalla presenza di numerosissimi orti dedicati ad alcuni prodotti peculiari dell’isola, come il famoso carciofo violetto, al quale è dedicata anche una festa.
Sono presenti, inoltre, aree verdi, filari di vigne in cui si svolgono memorabili vendemmie e canali navigabili.
Un’isola che pullula di idee e di associazioni
Ha pochi abitanti Sant’Erasmo. Ma negli ultimi tempi ai residenti storici si sono aggiunti alcuni altri giovani. Da sempre, ciò che non è mancato nell’isola sono però le idee.
L’isola ospita diverse realtà associative di tipo agricolo come “Sapori di Sant’Erasmo”, un’azienda familiare gestita dal presidente del Consorzio del carciofo violetto, dove è possibile acquistare tutti i prodotti locali sulla base del raccolto e della stagione ma anche fattoria didattica in cui imparare a conoscere la terra e i suoi frutti.
A Sant’Erasmo si produce anche vino, quello della tenuta “Oro di Venezia” della famiglia Thoulouze, un vino generato da antichi vitigni italiani coltivati nel rispetto delle dinamiche naturali.
Ma questa piccola isola della laguna nord è anche un luogo dove trovare pace, vivere esperienze di riflessione, di risveglio del corpo, di svago, di scambio e confronto. Varie attività promosse da diverse realtà esistenti in isola, come “Benestare a Sant’Erasmo”, associazione ideata nel febbraio del 2019 che oggi conta circa cinquanta iscritti.
La sede associativa, una piccola casa in legno dotata di acqua corrente, energia elettrica e servizio igenico, è circondata da un giardino di 5mila metri quadri con orto, alberi da frutto, spazio grill, gazebo, tavolate con panche, piscine gonfiabili, dondoli, amache e qualche bicicletta ad uso degli associati.
“Qui svolgiamo varie attività in collaborazione anche con altre realtà dell’isola come “Daghe do ponti” che si occupa di taglio e cucito e l’azienda “Sapori di Sant’Erasmo”, il tutto nell’ottica di promuovere un turismo di qualità, sostenibile e rispettoso dell’ambiente”, spiega Carolina Zambelli, una delle ideatrici di “Benestare a Sant’Erasmo”, architetto veneziano che qui ha scelto di trascorre il periodo del lockdown dedicandosi alla cura dell’orto. Tra le varie attività in calendario, eventi olistici con esperti del settore, volti a ritrovare l’equilibrio psicofisico personale, balli popolari come la famosa pizzica salentina e poi concerti dal vivo, riciclo di materiale da discarica, produzione di prodotti naturali come la melassa con i fiori di tarassaco, il detersivo naturale con l’edera ed il sapone di Aleppo creato artigianalmente con cenere e olio di oliva.
Interessante,da saperne di.piu