La conferma di Ermal Meta al primo posto, il successo di Gaudiano tra i giovani, l’exploit di Colapesce e Dimartino, vincitori di serata, ma anche la continua rimonta di Willie Peyote, che può puntare al vertice. Il Festival di Sanremo dell’era-Covid chiude così la sua quarta serata e nella notte tra sabato 6 e domenica 7 marzo nominerà il trionfatore nell’edizione 2021.
La top ten dopo le prime 4 serate
Ermal Meta, dunque, rimane primo anche dopo i voti della sala stampa. Sono però davvero pochi quelli che hanno mantenuto la posizione in seguito alla votazione dei giornalisti, che ha seguito quella dei componenti dell’orchestra e quelle delle giurie demoscopiche. Precisamente, per curiosità, si tratta di Fulminacci (15°) e Ghemon (20°). Posizioni di rincalzo, dunque. E chiaramente il televoto di stasera potrà determinare terremoti ancor più significativi. Perché il cantante di origine albanese resta il favorito, ma dovrà guardarsi da possibili rimonte. In primis da quella di Willie Peyote, che sale da terzo a secondo e scalza dal podio Annalisa (da 2^ a 4^) insieme ad Arisa (salita dal 4° al 3° posto).
Il grande seguito di pubblico giovane, avvezzo al televoto, non esclude da un potenziale colpo di scena i Maneskin, ora quinti (erano decimi dopo le prime tre serate) e lo stesso Irama, pure in calo dal 5° al sesto posto. Tra i primi dieci entrano, grazie alle ottime votazioni della sala stampa, La Rappresentante di Lista, posizionati al 7° posto (erano undicesimi) e Colapesce e Dimartino, sorpresa di serata, con l’8° posto (dal precedente 17°). Completano la top ten Malika Ayane (9^, da 7^) e Noemi (10^ da 12^).
Il resto della classifica generale
Escono dai primi dieci invece Lo Stato Sociale, undicesimi da sesti, Orietta Berti (12^ da 9^) ed Extraliscio con Davide Toffolo (tredicesimi da ottavi). Vengono poi Max Gazzè (14° da 13°), il già citato Fulminacci (15°), Gaia (16^, era 14^), Francesca Michielin e Fedez (che risalgono leggermente, dal 19° al 17° posto). +3 anche per Madame, ora 18^ (era 21^), mentre Fasma scende dal 16° al 19° posto e Ghemon come detto si conferma 20°.
Giù Francesco Renga, 21° in un perfetto scambio di posizioni con Madame, +4 per i Coma_Cose, che lasciano l’ultimo posto per il 22° facendo slittare di un posto Giò Evan (23° da 22°), Bugo (24° da 23°), Random (24° da 25°) ed Aiello (26° da 25°).
La classifica della sala stampa
A determinare i movimenti di classifica, i voti espressi dalla Sala stampa del Festival. Che premia Colapesce e Dimartino, Maneskin e Willie Peyote, rispettivamente sui primi 3 gradini del podio. Apprezzati anche La Rappresentante di Lista (4° posto), Ermal Meta (5°), Noemi (6^), Arisa (7^), Irama (8°), Malika Ayane (9^) e Madame (10^).
Nelle posizioni che la tradizionale hit parade chiamava “Dischi caldi” (dall’11° al 20° posto, precisiamo per i più giovani) ecco Michelin-Fedez (undicesimi), Berti (12^), Coma_Cose (tredicesimi), Gazzè (14°), Lo Stato Sociale (15° posto), Fulminacci (16°), Annalisa (17^), Extraliscio (diciottesimi), Ghemon (19°) e Gaia (20^).
Chiudono, nel giudizio dei giornalisti, Fasma (21°), Renga (22°), Bugo (23°), Evan (24°), Aiello (25°) e Random (26°).
I giovani
La serata di venerdì 5 marzo si è intanto aperta con l’assegnazione dei premi ai giovani. Un’equa ripartizione, tra i 4 finalisti, dei 3 titoli a disposizione. La vittoria assoluta va a Gaudiano, 30 anni di Foggia, che ha dedicato la sua “Polvere da sparo” al padre morto nel 2019. Davide Shorty è secondo con “Regina”, che però si aggiudica il premio “Lucio Dalla” assegnato dalla sala stampa. Podio, ma nessun riconoscimento, per Folcast con “Scoprimi”, mentre Wrongonyou (“Lezioni di volo” arriva ultimo della finale ma porta a casa il premio della critica “Mia Martini”.
La griglia di partenza
La corsa alla vittoria di Sanremo 2021 parte dunque da qui. E sicuramente la graduatoria finale, nella notte tra sabato 6 e domenica 7 marzo, lascerà scontento qualcuno. È il bello e il brutto delle gare, specie quando di mezzo ci sono i gusti. E anche chi vi scrive, come tutti, ovviamente ha le sue preferenze. Che, un po’ per gioco, riassumiamo in una sorta di “griglia di partenza” in stile Formula 1. Senza alcuna pretesa di vederle condivise o di convincere nessuno. Ma partendo da una considerazione generale: per il secondo anno consecutivo, le scelte di Amadeus hanno garantito un livello medio molto buono. E soprattutto una varietà di generi e proposte in grado di soddisfare i gusti più diversificati.
In pole position
In prima fila mettiamo due brani tra loro molto diversi. “Glicine” di Noemi è una ballata in puro stile sanremese, ben costruita e ben cantata. Sarebbe il trionfo della tradizione, coronamento della crescita, non solo artistica, della cantante romana. “La genesi del tuo colore” di Irama è invece un convincente pezzo dalle marcate caratteristiche dance, che sicuramente sfonderà nelle radio. Sul palco dell’Ariston, rischia però di pagare la forzata assenza dell’esecutore per le ben note vicende legate al Covid.
Le alternative “innovative” per la vittoria
“Chiamami per nome” di Francesca Michielin e Fedez era il brano grande favorito della vigilia, ma spesso questo al Festival è un boomerang. Per citare un altro tormentone sanremese, comunque, possiamo dire che “comunque vada, sarà un successo”. Quanto a “Momento perfetto” di Ghemon ci piace perché riesce a mettere insieme una base musicale da pianobar e uno stile di canto che occhieggia alla moderna trap.
“Il farmacista” di Max Gazzè e la Trifluoperazina Monstery Band è invece il brano più innovativo e sperimentale di questo Sanremo. E “Mai dire mai (La locura)” di Willie Peyote è sicuramente la grande sorpresa dell’edizione 2021. È l’unico vero rap, con un orecchiabile ritornello che resta in testa. E c’è anche il “bonus” dell’ottimo risultato nelle cover.
Le alternative “classiche”
In “Parlami”, Fasma declina in un’atmosfera da reality la struttura tradizionale della canzone melodica italiana, con un brano che progressivamente si apre e si riempie di contenuti ritmici. “Dieci” di Annalisa è stata (meritatamente) la prima leader del Festival, essendosi aggiudicata la prima serata. Anche per lei il brano ha perfetta cittadinanza sul palco dell’Ariston così come in radio e nell’airplay.
Tra i più esperti, “Quando trovo te” di Francesco Renga conferma le qualità del cantautore, la cui impronta musicale è chiaramente riconoscibile nel ritornello di un brano articolato. E, personalmente, anche “Quando ti sei innamorato” di Orietta Berti ha una sua coerenza e piacevolezza legata a sonorità molto tradizionali.
Gli outsider
“Voce” di Madame si rivolge chiaramente a un pubblico giovane, con le sonorità più moderne del Festival. Un brano forse non in grado di arrivare a un pubblico generalista e che richiede tempo per essere capito. Ma, se anche non avverrà stavolta, la più giovane big di Sanremo ha tutto il tempo davanti. Si rivolge a un pubblico ben specifico anche “Zitti e buoni” dei Maneskin: quello degli amanti del rock più duro, di cui è un convincente esempio.
Si gioca con Willie Peyote il ruolo di rivelazione di Sanremo 2021 La Rappresentante di Lista: “Amare” sfrutta sia le qualità vocali di Veronica Lucchesi che le sonorità tipiche di uno dei produttori attualmente più acclamati, Dardust. “Musica leggerissima” di Colapesce e Dimartino propone sonorità che mescolano gli anni Settanta-Ottanta e un retrogusto alla Thegiornalisti: potrebbe essere una sorpresa, ma forse alla radio più che in classifica.
Più che promossi
“Combat pop” de Lo Stato Sociale segna un ritorno a Sanremo senza “vecchia che balla” ma mantenendo il loro tipico stile divertente e divertito. “Potevi fare di più” di Arisa, scritta da Gigi D’Alessio, si inserisce perfettamente nell’evoluzione intimista e sofisticata della cantante, sempre più lontana dalla “Sincerità” degli esordi. Così come “Ti piaci così” di Malika Ayane è perfettamente in linea con il pop della cantante milanese, tipico esempio di brano che scalerà le classifiche radiofoniche.
Confessiamo che, nel gusto personale, la grande favorita per la vittoria finale, “Un milione di cose da dirti” di Ermal Meta è pienamente sufficiente, ma non ci ha colpito in maniera particolare: una ballata costruita in maniera sapiente, pur senza brillare particolarmente per originalità. Discorso simile per “Torno a te” di Random, che richiama nel ritornello atmosfere stile Boyz II Men. “Santa Marinella di Fulminacci è invece il classico esempio di cantautorato leggero.
E per finire…
In una rosa di 26 canzoni, volendo fare una classifica giocoforza ci sono anche le ultime posizioni da assegnare. Così ci sono alcune canzoni che ci possono aver convinto meno di altre. E sono la molto battistiana “E invece sì” di Bugo; “Bianca luce nera” degli Estraliscio con Davide Toffolo che riarrangia in chiave moderna le sonorità popolari; “Arnica” di Giò Evan, con il suo stile tra recitativo e cantautoriale moderno.
E ancora “Fiamme negli occhi” dei Coma_Cose, pulita e onestamente pop; “Cuore amaro” di Gaia dalle sonorità latineggianti; “Ora” di Aiello, in cui la rabbia espressa nel testo viene tradotta perfettamente nel crescendo del brano.
Alberto Minazzi