In Italia mancano all’appello più di 63.000 infermieri rispetto alla media degli altri Paesi europei.
Secondo la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), che ha appena pubblicato il rapporto del suo centro studi, in Italia le piante organiche del personale sono troppo ristrette e le retribuzioni risultano più basse rispetto alla media europea.
La media dei Paesi Ue è di circa 1.000 infermieri ogni 100.000 abitanti. In Italia non arriviamo a 600.
Mentre oltre Oceano si conta 1 infermiere ogni 4 pazienti , secondo i dati Ocse, nel nostro Paese la media è di un infermiere ogni 11 pazienti.
Tutte le regioni italiane registrano un fabbisogno di questa figura professionale.
Sono oltre 9.000 i professionisti mancanti in Lombardia 7.000 nel Lazio, 6.300 in Campania, 5.700 in Sicilia, 4.800 in Puglia, 4.500 in Veneto, 4.000 in Piemonte e 3.700 in Toscana.
Numeri importanti, soprattutto se rapportati al lavoro a cui sono stati sottoposti nell’ultimo anno.
Nonostante nel 2020 con i provvedimenti e gli interventi in emergenza che si sono susseguiti a causa della pandemia da Covid (in particolare il decreto Rilancio) si sia prevista l’integrazione degli organici infermieristici con contratti flessibili e poi, dal 2021, con contratti a tempo indeterminato “l’intervento – afferma Fnopi – seppure assolutamente meritorio, è parziale e copre le necessità legate all’emergenza. Inoltre – conclude la Federazione – uno dei problemi maggiori da affrontare rispetto alla crescita e alle aumentate responsabilità e specializzazioni della professione infermieristica, è sicuramente quello delle retribuzioni”
Salute +
Sanità, infermieri: pochi e mal pagati
17 Maggio 2021