Dalla Santa Sede un’ installazione permanente nella veneziana
isola di San Giorgio
“Vatican Chapels”, la novità più significativa della Biennale Architettura 2018, diventa un’installazione permanente.
Da ora infatti le dieci cappelle realizzate da dieci architetti internazionali hanno trovato collocazione stabile nell’isola di San Giorgio. Le installazioni si possono visitare in uno spazio verde di straordinaria bellezza.
Qui l’architettura diventa dialogo con la spiritualità. E’ un progetto promosso dal cardinale Gianfranco Ravasi, coordinato dal Pontificio Consiglio per la Cultura e curato dallo storico dell’architettura Francesco Dal Co e Micol Forti, responsabile delle Gallerie dei musei Vaticani di Roma. L’ispirazione parte dalla “Cappella del Bosco”, realizzata nel cimitero di Stoccolma nel 1920 dall’architetto e designer svedese Erik Gunnar Asplund, considerato il più importante esponente del classicismo nordico.
Dieci luoghi di culto
Il tema di una cappella come luogo di orientamento, incontro, meditazione e saluto è stato affidato a dieci architetti, che hanno ideato e costruito altrettante cappelle nei giardini della Fondazione Cini, luogo ideale di quiete per riconciliare lo spirito.
Le realizzazioni di “Vatican Chapels”, create grazie anche all’impegno imprescindibile di importanti imprese di settore ed enti finanziatori, si dispongono in “un ambiente naturale del tutto astratto, connotato unicamente dal suo emergere dalla laguna e dal suo aprirsi sull’acqua”, come lo definisce Dal Co.
Il numero delle cappelle è simbolico perché esprime un decalogo di presenze, rappresentando il dialogo e la pluralità delle culture e delle società. «Sono i punti di orientamento nel labirinto della vita», sottolinea il curatore. L’originalità dell’impresa ha lasciato gli architetti liberi di progettare senza riferimenti ai canoni comunemente riconosciuti.
Un itinerario nel bosco
Passeggiando nel verde, in un luogo silenzioso e che invita alla meditazione, si possono ammirare le dieci cappelle. Ciascuna di queste architetture è priva di schemi canonici. All’interno delle cappelle, il fulcro comune ed elemento identificativo e unificante è costituito dalla presenza dell’altare e del leggio. Piccoli luoghi di culto che invitano ad indagare su quale possa essere uno spazio possibile per la spiritualità contemporanea. Il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, presentando il padiglione ha affermato: “Il progetto ci ricorda come l’edificio-chiesa non sia solo uno spazio funzionale, ma un luogo simbolico dell’incontro con Dio, uno spazio sacro. Il percorso espositivo dice, in linguaggio architettonico d’eccellenza, il mistero cristiano in termini consoni alla modernità”.
Le dieci cappelle sono state progettate dall’architetto italiano Francesco Cellini, dal cileno Smiljan Radic, dalla brasiliana Carla Juaçaba, dal paraguaiano Javier Corvalan, dall’australiano Sean Godsell, dagli spagnoli Eva Prats e Ricardo Flores, dal portoghese Eduardo Souto de Moura, dal britannico Norman Foster, dallo statunitense Andrew Berman e dal giapponese Terunobu Fujimori. Semplici edifici di culto ideati sul modello della Skogskapellet, la “Cappella nel bosco” dell’architetto svedese Gunnar Asplund: una piccola struttura in legno con pareti bianche e tegole del tetto nero di trucioli costruita nel 1920 per simboleggiare il Sacro nel cimitero di Stoccolma.
L’itinerario di visita alle “Vatican Chapels” comprende anche il tour nel Complesso Monumentale di San Giorgio della Fondazione Cini, l’accesso ai Chiostri, alla Biblioteca del Longhena, il labirinto di Borges e la salita al Campanile.