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“SalvArti”, la mostra che promuove arte e legalità

“SalvArti”, la mostra che promuove arte e legalità

L’esposizione a Palazzo Reale a Milano, fino al 26 gennaio 2025, raccoglie oltre 80 opere tra dipinti, grafica e sculture confiscate alla criminalità

Il percorso espositivo comprende tra gli altri, lavori di Giorgio De Chirico, Mario Sironi, Lucio Fontana, Massimo Campigli, Andy Warhol, Mario Schifano, Salvador Dalì, Arnaldo Pomodoro e Keith Haring.
Nomi di artisti senza dubbio illustri ma il valore dell’esposizione a Palazzo Reale, visitabile gratuitamente fino al prossimo gennaio, va oltre.
La mostra “SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche” unisce l’Italia da nord a sud all’insegna della lotta alla criminalità restituendo infatti agli occhi del pubblico che le ammirano, un insieme di opere d’arte contemporanea che provengono dalle confische che la pubblica autorità ha fatto alla malavita organizzata.
Un patrimonio che oltre a ritornare accessibile alla collettività testimonia il ruolo e l’impegno delle istituzioni coinvolte, in particolare il Comando Carabinieri Tutela del patrimonio culturale e la Guardia di Finanza, nel percorso fatto per recuperarlo.

Da patrimonio confiscato a beni culturali destinati alle collezioni museali pubbliche

L’esposizione a Palazzo Reale è parte del progetto “Arte per la cultura della legalità”, curata dalla Direzione generale Musei del Ministro della Cultura, l’Agenzia nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, il Comune di Milano e la Città Metropolitana di Reggio Calabria in collaborazione con il Ministro dell’Interno.
La rassegna milanese segue l’anteprima che si è svolta a Roma fino al 21 novembre scorso e dopo Milano arriverà a Palazzo della Cultura a Reggio Calabria dall’8 febbraio al 27 aprile 2025.
Le oltre 80 opere che si possono nuovamente vedere grazie al lavoro delle forze dell’Ordine e dell’autorità giudiziaria provengono da due differenti indagini: una maxi frode fiscale legata a una rete internazionale di riciclaggio e una confisca a carico di una persona inserita nel circuito della criminalità organizzata e stabilmente dedita ad attività economiche illecite.

salvArti

La mostra “SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche” attraverso le opere esposte consente di ripercorrere gli sviluppi dell’arte dalla prima metà del Novecento fino ai primi anni Duemila, in particolare l’evoluzione dei linguaggi espressivi e delle correnti artistiche del tempo.

Da Sironi a De Chirico e Carrà, fino alle sculture di Pomodoro

La città di Milano da tempo è impegnata in un percorso di valorizzazione e restituzione alla collettività di beni confiscati a organizzazioni malavitose ed esponenti della criminalità organizzata. Un’operazione culturale che sarà resa ancora più significativa in quanto, al termine del ciclo di esposizioni queste opere entreranno a far parte di prestigiosi musei pubblici italiani quali la Pinacoteca di Brera, il Palazzo della Cultura Pasquino Crupi di Reggio Calabria, il Museo del Novecento di castel Sant’Elmo a Napoli, la Galleria Nazionale di Cosenza, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, l’Istituto Centrale per la Grafica e il Museo delle Civiltà a Roma.

Nelle sale di Palazzo Reale le opere, tra dipinti, grafica e sculture, sono ordinate secondo un criterio cronologico e tematico. Tra queste troviamo il gruppo Novecento con Mario Sironi della prima metà del XX secolo; La Metafisica con gli autori di “Piazza d’Italia” e “Capanno sulla riva” Giorgio De Chirico e Carlo Carrà; la Transavanguardia di Sandro Chia; la Nuova scuola Romana con Bruno Ceccobelli, Piero Pizzi Cannella, Gianni Dessì e Nunzio di Stefano.

Non mancano l’astrattismo geometrico e informale, l’arte murale di Keith Haring, la land art di Christo e il genere del libro d’artista. In mostra ci sono anche alcune opere scultoree: il piccolo bronzo “Disco” 1986/2003 di Arnaldo Pomodoro, artista di fama internazionale per l’arte monumentale pubblica e sperimentazioni più contemporanee come i lavori di Michele Savini realizzati con materiali inusuali come la gomma da masticare.

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