Il rapporto Caritas: nel 2022 il record di richieste di aiuto alle strutture diocesane, dal sostegno alimentare a sovraindebitamento e difficoltà di cura
È un primato di quelli che lasciano l’amaro in bocca. Mai a Roma, prima del 2022, un numero così elevato di persone si era rivolto ai centri Caritas, alle parrocchie e ai servizi diocesani chiedendo aiuto. Lo hanno fatto oltre 25 mila persone, con l’avvio di programmi organici di aiuto per 11.800 di loro.
Il preoccupante dato, che testimonia attraverso i numeri il sempre crescente disagio economico in una larga fetta della popolazione, emerge dal rapporto Povertà 2023, intitolato “Le città parallele”, appena pubblicato dalla Caritas della capitale.
Roma e la povertà
A Roma, la maggioranza dei residenti (il 42,2%) ha dichiarato un reddito sotto i 15 mila euro. A questi si aggiunge un ulteriore 37,1% che ha guadagnato tra 15 e 5 mila euro, mentre è pari al 18,3% la quota di chi ha dichiarato oltre 35 mila euro, con un 2,3% di ricchi (oltre 100 mila euro di reddito), che detengono però il 17,6% (pari a 8 miliardi di euro) del totale dei redditi nella capitale.
I problemi aumentano se si considera che i romani, secondo la Caritas, hanno perso lo scorso anno il -0,6% di potere d’acquisto, costringendo le famiglie a ricorrere maggiormente a prestiti e indebitamento. In Lazio, si sottolinea, le cessioni del quinto dello stipendio nel 2022 sono cresciute di più del +9% rispetto al 2021.
A completare il quadro la considerazione sul lavoro. Perché se è vero che, numericamente, a Roma è diminuita la disoccupazione (gli occupati sono il 70,6%, oltre 5 punti sopra la media nazionale), ma gli impieghi sono sempre più precari e poco retribuiti.
Sul totale dei lavoratori, il 18,8% sono infatti atipici e i dipendenti con un salario basso sono il 13,5%, contro il 10,4% dell’intero Paese.
Le principali richieste di aiuto: cibo e cure
Il principale problema per chi si trova in una situazione di povertà, ovviamente, riguarda il cibo.
Non a caso, il rapporto sottolinea che ben il 69,7% delle persone incontrate ha presentato una richiesta di sostegno alimentare.
In questa prospettiva, il trend di impoverimento è confermato dal fatto che 4.092 delle 9.148 persone accolte dalle 3 mense sociali romane vi si sono recate per la prima volta lo scorso anno. In gran parte, e cioè nell’81% dei casi, a mangiare nelle mense Caritas sono stranieri, in particolare richiedenti asilo e protetti internazionali, con numeri assoluti anche in questo caso in crescita. E, dato ritenuto sorprendente dal rapporto, c’è una prevalenza di minori stranieri non accompagnati tra i 698 under 18 (il 7,6% del totale) che hanno richiesto sostegno alimentare. Tra i bisogni primari, la Caritas sottolinea anche le “crescenti difficoltà di accesso alle cure sanitarie”.
Un tema che comprende diverse problematiche generali, a partire da quella sulle liste d’attesa, e altre questioni più settoriali, ma non per questo meno delicate, come l’assistenza alle persone con problemi di salute mentale.
In povertà tra bollette e debiti
A partire dal 2022, ha assunto un peso sempre più rilevante anche il tema dei rincari dei prezzi energetici, con le famiglie spesso costrette a dover scegliere se garantirsi alcune spese essenziali o pagare le bollette.
Nello specifico contesto romano, la situazione è ben fotografata dal fatto che, a cavallo tra lo scorso e questo anno, il fondo da 130 mila euro istituito per un sostegno in questa prospettiva dalla Diocesi di Roma e gestito dalla Caritas è stato esaurito.
Se dal lavoro non arrivano risorse sufficienti, una carta da provare a giocarsi è quella dei prestiti.
In tal senso, Roma viene dipinta dal rapporto come una città in cui è sempre più diffuso il sovra-indebitamento.
“Il 2022 – scrive la Caritas – è stato l’anno in cui le famiglie consumatrici hanno raggiunto livelli di accesso al credito tra i più elevati del nuovo millennio, con la specificità che si tratta in modo molto accentuato di credito al consumo senza scopo”.
E se nemmeno questa ultima spiaggia del finanziamento straordinario riesce a risolvere la situazione, la disperazione induce anche a tentare la sorte. Lo scorso anno, infatti, solo in Lazio sono stati spesi mediamente 1.793 euro a persona per il gioco d’azzardo, con un aumento delle giocate per 10 miliardi e 249 milioni di euro.
Alberto Minazzi