A Venezia nasce l’angolo del riuso: il baratto per sentirsi parte di un progetto utile a tutti
Offrire un aiuto tangibile, ma discreto, a chi ha un reale bisogno e, al contempo, dare, attraverso lo scambio, nuova vita e nuovo valore alle cose dimesse.
Questo l’obiettivo dell’angolo del riuso creato da Ennio Zane nel retrobottega dell’edicola e tabaccheria in calle del Parucheta, tra Campo San Giacomo Dall’Orio e Campo San Stin, a Venezia. “Quando ho rilevato cinque anni fa quest’attività – spiega il titolare – dietro il bancone c’era un piccolo spazio dove la precedente gestione aveva installato alcune macchinette per il video poker. Non ho mai amato le cose che speculano sulle debolezze altrui e quindi, dopo qualche mese, le ho dismesse trasformando la stanzetta in un magazzino. Poi è arrivata la terribile acqua alta dello scorso 12 novembre, tante persone hanno perso soldi e tempo per riavviare le proprie attività, trovandosi, improvvisamente, a dover fronteggiare impreviste difficoltà economiche. Da qui è nata l’idea di dar vita all’angolo del riuso e del baratto dove chiunque può prendere o lasciare, vestiario, beni di prima necessità, oggetti e anche alimentari a lunga scadenza”.
Ci sono nuovi poveri che non sono abituati a chiedere
Con il lockdown, la “stanza della solidarietà” di Ennio ha avuto un momento di stasi.
“La gente non poteva uscire di casa e chi veniva nella mia bottega lo faceva frettolosamente per acquistare un pacchetto di sigarette o il giornale”, spiega l’edicolante.
In questi ultimi mesi, dopo l’illusoria tregua estiva dell’emergenza sanitaria, l’angolo del riuso è tornato invece a essere molto attivo.
“Purtroppo l’acqua altra prima, e il Covid-19 poi, hanno creato nuove sacche di povertà, dovute sopratutto alla perdita del lavoro. Si tratta di persone che, improvvisamente, a causa del concatenarsi di queste due emergenze, si sono trovate a vivere in una situazione di difficoltà economica, momentanea, contingente, ma a tutti gli effetti reale. Questi nuovi poveri non sono però abituati a chiedere, sono persone che per dignità o vergogna non hanno il coraggio di rivolgersi alle istituzioni, alle strutture pubbliche, agli assistenti sociali, cercano di tirare avanti da sole, ma capita che a volte non riescano ad arrivare a fine mese”.
Un progetto utile a tutti, in una condizione di parità
Ed è da questa costatazione che nasce l’appello di Ennio Zane: “mi rivolgo a tutti i veneziani, chiunque, semplicemente guardandosi intorno, può accorgersi che un conoscente, un vicino di casa vive un momento di difficoltà. Basterà allora indicargli che nella mia tabaccheria esiste un angolo del baratto, dove si può lasciare ciò che non serve o non piace più e prendere, invece, qualcosa di cui si ha bisogno, un modo semplice per abbattere i muri della paura e della vergogna. In questo modo chi effettivamente, non è in grado oggi di sostenersi o sostenere la propria famiglia, qui può trovare un piccolo aiuto, ma al contempo, può sentirsi parte attiva di un progetto utile a tutti e quindi in una situazione di parità”.
Venezia, come tutte le città d’arte, prevalentemente basate su un’economia che gira intorno al turismo e che dal turismo non riesce a prescindere, sta vivendo questi giorni di emergenza con maggiore difficoltà rispetto ad altre aree.
“Per venire incontro alle nuove povertà emerse in un periodo così difficile ho cercato di creare sinergie e collaborazioni entrando in rete con altre realtà solidali del territorio – aggiunge Ennio – attualmente, ad esempio, sto assistendo tre nuclei familiari della zona integrando il sostegno alimentare che già ricevono dalla Caritas con beni alimentari a lunga conservazione dell’angolo del riuso”.
L’angolo del riuso: tutto ebbe inizio con i libri
Attraverso lo scambio Ennio Zane vuole creare un circolo virtuoso che consenta di avere all’interno di uno spazio sia pur piccolo tanti articoli diversi che possano soddisfare bisogni ed esigenze diverse: vestiario usato ma in buone condizioni (e ovviamente pulito, ndr), oggettistica d’utilità o di semplice arredamento, giocattoli, generi alimentari a lunga conservazione, ma anche libri. Una vetrina del negozio è infatti adibita all’esposizione di libri usati, un’attività iniziata un po’ per caso quando un vicino ha deciso di dismettere la sua ampia biblioteca ed ha chiesto ad Ennio di aiutarlo a vendere, anche ad un prezzo simbolico, i suoi innumerevoli libri che, ben presto, sono stati tutti venduti.
Il ritorno al baratto. Dai libri ai vestiti fino alle culle e ai generi alimentari
Ora è subentrato il book crossing, lo scambio libri. Su una lavagnetta della bottega sono inoltre elencati gli oggetti ingombranti disponibili ma non esposti per mancanza di spazio come passeggini e culle per i più piccoli.
“Ciascuno di noi ha in casa abiti, oggetti che non usa più per i motivi più diversi, queste stesse cose che per noi non hanno più alcun valore e rappresentano solo, un “intrigo”, continuano, in realtà ad avere un valore intrinseco che può essere enfatizzato se l’oggetto dismesso finisce in mano a chi ne ha bisogno”.
Attualmente ogni giorno sono almeno una quindicina le persone che vengono a barattare nell’angolo del riuso.
Chiunque può prendere gratuitamente la merce esposta sugli scaffali ma se, in realtà, non ha un reale bisogno o non ha nulla da lasciare in cambio, è invitato ad acquistare alla vicina Coop o dove preferisce, qualche genere alimentare che sarà poi devoluto ai più indigenti. Questa simpatica e discreta forma di solidarietà sta prendendo corpo grazie al passaparola ma anche grazie ai social ed ai gruppi whatsapp che continuano, quotidianamente, a far conoscere a quante più persone possibili l’ “angolo del riuso”.