“Pompei non finisce di stupire, è orgoglio dell’ Italia”.
Commenta così, il ministro della cultura Dario Franceschini, la notizia dell’ultimo ritrovamento avvenuto oggi (17 agosto) nel parco Archeologico di Pompei.
Una scoperta che apre a nuovi scenari e conferma ufficialmente ipotesi di studio passate.
Laddove e legato ad anni in cui i corpi dei defunti venivano incenerati, infatti, è stato trovato un corpo parzialmente mummificato.
Non solo: Nella sua tomba, un’iscrizione testimonia che nei teatri della colonia romana di Pompei si recitava anche in lingua greca.
Il luogo preciso in cui sono avvenuti questi ritrovamenti è la necropoli di Porta Sarno, a est dell’antico centro urbano di Pompei.
Le tante sorprese di Pompei
L’iscrizione è incisa su una lastra di marmo della tomba di Marcus Venerius Secundio.
Un tumulo sui generis, con inclusa una camera per l’inumazione sulla quale si concentreranno ora gli studi dell’Università di Valencia, che con il Parco Archeologico di Pompei ha fatto l’eccezionale scoperta.
Non è l’unica di questa portata negli ultimi tempi, tant’è vero che in corsa per il riconoscimento mondiale dedicato all’archeologia che premierà a breve la migliore scoperta dell’anno, l’International Archaeological DiscoveryAward “Khaled al-Asaad, c’è proprio Pompei.
Nella località campana, famosa per la sua città antica sepolta nel 79 d.C. dall’eruzione del Vesuvio, sono numerosi tesori che continuamente vengono alla luce durante i lavori.
Tra gli ultimi, un termopolio completamente intatto, ovvero un posto affacciato sulla strada in cui venivano rivenduti cibi e bevande calde.
Marcus Venerius Secundio
La tomba e le condizioni del corpo parzialmente mummificato hanno consentito di dare un nome e una storia a Marcus Venerius Secundio. Persona erudita, ma che si era riscattata da una condizione di schiavitù raggiungendo un certo agio economico, nell’iscrizione “rivendica” di aver dato “ludi greci e latini per la durata di quattro giorni“.
Considerato, spiegano gli studiosi, che all’epoca il greco era lingua non alla portata di tutti e che le ricche famiglie romane “impazzivano per Omero, Eschilo ed Euripide”, risulta evidente che ci fosse un certo orgoglio per quanto realizzato da parte di Marcus Venerius Secundio. L’ex liberto, infatti, era arrivato a diventare il custode del Tempio di Venere, minister degli augustali e infine Augustale (cioè membro di un collegio di sacerdoti del culto imperiale).
Consuelo Terrin
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