Il progetto di due fotogiornalisti veneziani. In prospettiva, una mostra.
Quante storie può raccontare una fotografia?
La risposta dipende molto anche dagli occhi di chi la sta guardando.
La pandemia che ci costringe a casa ha fatto conoscere il timore della solitudine.
In un attimo abbiamo perso la certezza di gesti e azioni che davamo per scontati e che ora ci mancano tanto: un abbraccio, un bacio, una stretta di mano, una chiacchierata tra amici per la strada, l’appuntamento mattutino con il caffè al bar prima di iniziare il lavoro, i giochi spensierati dei bambini nei giardini.
Una vita diversa, tra le pareti domestiche
In epoca di Coronavirus tutto è cambiato.
Abbiamo scoperto le distanze sociali e chi non ha la fortuna di poter lavorare da casa si sveglia la mattina pensando a come occupare le tante ore della giornata.
I social sono grandi alleati e si affida a loro buona parte del nostro quotidiano tra uno scatto in cucina, un’esercizio fisico in salotto, un disegno con i figli.
Ma come e con che stato d’animo stiamo vivendo sotto lo stesso tetto?
A questa domanda vogliono dare risposta Alessandro Scarpa e Luca Padovani, due fotogiornalisti veneziani, con il progetto “Dentro lo stesso tempo. Ritratti dalle case italiane ai tempi del Coronavirus”.
Ritratti di quarantena vissuta
“Il progetto – spiega Alessandro Scarpa – nasce da una riflessione. In questo momento drammatico mi sono soffermato a pensare che ci possono comunque essere aspetti positivi della situazione. Non poterci relazionare con gli altri ci permette di stare in famiglia, di riscoprire noi stessi e le nostre passioni. Perché non condividere in rete una raccolta di immagini di vita accomunate dallo stare a casa? Con il collega Luca Padovani abbiamo dato vita all’iniziativa attraverso Instagram”.
“Con soddisfazione stiamo ricevendo parecchie foto dal territorio veneziano, ma anche da altre parti d’Italia. Addirittura ci è arrivato uno scatto di una famiglia italiana a New York e le visualizzazioni nella pagina Instagram dedicata al progetto aumentano giorno dopo giorno. Il nostro obiettivo è di condividere immagini di vita quotidiana a casa, autoritratti di famiglia o individuali per documentare il senso di unione o isolamento che la quarantena sta portando”.
Un progetto per tutti
Partecipare al progetto “Dentro lo stesso tempo” è semplice. L’invito per incrementare la raccolta di testimonianze fotografiche è aperto a tutti. La foto richiesta deve essere un auto-ritratto, non un selfie e non in controluce. E’ soprattutto importante non apportare modifiche o vistose correzioni cromatiche al prodotto. Può essere realizzata con il cellulare o con una macchina fotografica.
Lo scatto dovrà contestualizzare i soggetti all’interno dell’ambiente casa coinvolgendo, quando possibile, le persone o membri della famiglia che condividono la quarantena. La fotografia realizzata va spedita via e-mail all’indirizzo: dentrolostessotempo@gmail.com
Dalla raccolta a una mostra fotografica
“La volontà – sottolinea Alessandro Scarpa – è quella di raccogliere un infinito numero di testimonianze fotografiche che, una volta concluso il periodo di emergenza sanitaria, costituiscano una sorta di “documento storico” di questo periodo.
Le immagini potranno essere studiate per capire se c’è qualcosa che le accomuna tutte, quali sono le passioni delle persone emerse durante la quarantena, cosa si era più propensi a fare tra le pareti domestiche.
Possono esserci davvero molte chiavi di lettura osservando gli scatti arrivati. Anche il dettaglio di una stanza arredata in un modo piuttosto che in un altro fa capire aspetti della persona autoritratta che magari non si conoscevano. Ma siamo tutti sullo stesso piano, il dramma ha colpito chiunque, senza distinzione di alcun tipo”.
“Il progetto è partito da una settimana – conclude Alessandro Scarpa – ma stiamo notando che il coinvolgimento delle persone diventa sempre più grande. Sperando che questo drammatico momento finisca al più presto, il desiderio mio e di Luca è di poter realizzare un’esposizione di tutte le foto che stiamo raccogliendo. Sarebbe anche una bella occasione per riunire gli autori delle immagini e conoscerci”.