A Venezia, in Piazza San Marco, il sindaco Brugnaro con i cittadini
Milano, Firenze, Roma, Venezia. E poi ancora tutte le altre grandi e piccole città in Italia sono state protagoniste, la sera del 28 aprile, di altrettanti pacifici flash mob.
L’appuntamento di esercenti, albergatori, ristoratori e titolari di bar e pasticcerie era fissato per le ore 21.00.
Ognuno nella propria attività, a riaprire simbolicamente, con l’accensione delle luci e rialzando le serrande abbassate giusto due mesi fa, i propri esercizi.
A dar loro sostegno, nelle maggiori Piazze, si sono recati invece i rappresentanti delle categorie uniti nel nome # Risorgiamo Italia.
A Venezia, con il direttore di A.E.P.E (Associazione Esercenti Pubblici Esercizi) Ernesto Pancin, il presidente dell’Associazione Piazza San Marco Claudio Vernier, il titolare del ristorante Quadri Raffaele Alajmo e il patron della ristorazione Arrigo Cipriani, in Piazza San Marco c’era anche il sindaco Luigi Brugnaro, a testimoniare la sua vicinanza a lavoratori costretti a restare ancora inattivi e privi di indicazioni precise che riguardano le modalità per una ripartenza in sicurezza.
“Il Governo si prenda le proprie responsabilità”
“Con tutte le garanzie sanitarie del caso -ha detto il primo cittadino – chiediamo al Governo che queste attività possano riaprire al più presto. Basta tentennamenti. C’è bisogno di avere indicazioni precise e che il Governo si prenda le proprie responsabilità. Se non vuole farlo, lo facciamo noi sindaci.
Dev’essere chiaro che l’emergenza, nel settore turistico, non finirà con l’ultimo decreto. Il suono della marangona -ha rilevato il sindaco ricordando lo scandire del tempo della campana maggiore di San Marco, che con le altre da sempre ha accompagnato la vita sociale e politica, nonché le ricorrenze della Serenissima – ci ricorda che qui ci sono le nostre vite e qui diciamo che vogliamo riprenderle in mano con coscienza, perché la nostra industria turistica racconta anche tutta nostra forza e la nostra civiltà”.
A sottolineare questo simbolico legame delle campane e di Venezia con le sue attività e i suoi commerci, lo stesso campanile di San Marco, che per l’occasione è apparso con la scritta proiettata # RisorgiamoItalia.
Operatori nelle piazze in tutta la Città Metropolitana
L’iniziativa, che ha visto diverse forme di manifestazione silenziosa anche in terraferma e nel Veneto Orientale (a San Donà di Piave sono giunte in Piazza Indipendenza una cinquantina di persone che, mascherine al volto e guanti e cartelli alle mani si sono posizionate a debita distanza per il loro flash mobe, mentre a Portogruaro gli operatori economici si sono fatti vedere lungo il Liston) è stata lanciata dal gruppo facebook Risorgiamo Italia.
RisorgiamoItalia
Ne fanno parte migliaia di ristoratori, chef, addetti della filiera agroalimentare e grandi e piccoli imprenditori del turismo.
Rappresentanti di un settore, quello dell’accoglienza e della ristorazione, che in Italia è sempre stato un fiore all’occhiello e che ha contribuito a far amare il marchio italiano nel mondo.
“Al Governo chiediamo fiducia e chiarezza”
“Oggi siamo qui senza fiato, sconfortati, preoccupati per il futuro – ha detto il direttore dell’Associazione Esercenti Pubblici Esercizi Ernesto Pancin – Non sappiamo se e quando possiamo riaprire e chiediamo al Governo fiducia e chiarezza”.
In Piazza, al monito di RisorgiamoItalia ha risposto anche Arrigo Cipriani, titolare dell’Harry’s Bar.
Un personaggio noto in tutto il mondo, che non ha mancato di sottolineare come sia “miope” la politica europea in questo frangente.
Poche ma precise parole, com’è nel suo stile: “La nostra è una nazione che ha una cultura e una storia che nessun altro Paese europeo ha. I nostri politici non devono a convincere Paesi come la Germania e l’Olanda ad aiutare l’Italia -ha detto con vigore- Li deve obbligare, perché l’Italia porta in Europa un patrimonio inestimabile”.