Allerta per la diffusione del virus Oropouche in America Latina. Un caso anche in Italia, il primo in Europa
“La storia ci insegna che la prossima pandemia è una questione di quando, non di se. Ci insegna anche l’importanza della scienza e della determinazione politica nell’attenuarne l’impatto. Di questa combinazione di scienza e determinazione politica abbiamo bisogno per unirci mentre ci prepariamo alla prossima pandemia”.
Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS, non usa mezzi termini.
E al Global Pandemic Preparedness Summit 2024 a Rio de Janeiro, in Brasile, con CEPI, la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations, ha lanciato l’invito a ricercatori e governi ad accelerare la ricerca globale.
Attraverso un rapporto pubblicato da oltre 200 scienziati di 50 Paesi che hanno valutato 1652 patogeni e 28 famiglie di virus, OMS e CEPI mirano alla collaborazione di istituti di ricerca di tutto il mondo al fine di espandere la conoscenza dei patogeni, i microorganismi responsabili dell’insorgenza della malattia nell’organismo ospite, soprattutto in Paesi ricchi di biodiversità ma poveri di strutture per farvi fronte.
L’allarme Orov virus
Oms ha anche lanciato un primo allarme epidemiologico per un virus, l’Oropouche (Orov), che in queste settimane si sta diffondendo a macchia d’olio in America Latina e soprattutto in Brasile, dove i casi accertati finora sono stati 8078.
Un caso è stato già registrato anche in Italia, in Veneto, dal Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Verona.
L’Orov virus non è nuovo: è stato scoperto per la prima volta già nel 1955 e finora si è diffuso soprattutto nella regione amazzonica, dove viene trasmesso attraverso la puntura di moscerini Culicoides paraensis, presenti nelle aree boschive e intorno ai corsi d’acqua, o di alcune zanzare Culex quinquefasciatus.
Non si è mai registrata negli anni una diffusione di questo virus da uomo a uomo.
Ma neppure c’erano mai stati casi di morte, come invece è accaduto ora a due persone, un giovane di 24 anni e una donna, nello stato di Bahia, in Brasile.
I sintomi
“La malattia provocata dal virus Oropouche (OROV) – spiega OMS nel suo sito – è una malattia arbovirale causata da un virus RNA a singolo filamento segmentato che fa parte del genere Orthobunyavirus della famiglia Peribunyaviridae . È stato scoperto che il virus circola in America centrale e meridionale e nei Caraibi”.
Provoca febbre alta, sopra i 39°, dolori lombari, mal di testa e agli occhi, vomito e dolori alle articolazioni.
Nei casi dei due decessi si sono manifestate anche macchie rosse e viola sul corpo, emorragie e un “brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue”.
I sintomi in genere compaiono tra i quattro e gli otto giorni dopo esser stati punti.
E’ raro che questo virus determini una forma grave della malattia (dal 1955 a oggi sono stati diagnosticati oltre 500 mila casi) ma “può causare meningite asettica”.
Quando c’è una manifestazione acuta della malattia, in genere (si stima nel 60% dei casi) i sintomi poi si ripresentano, in forma più leggera, una decina di giorni dopo o anche un mese dopo la prima comparsa.
Il caso veneto, primo in tutta Europa, è stato diagnosticato in una paziente ritornata da un viaggio nella regione tropicale caraibica.
Arbovirosi in Veneto
“Alla data del 5 agosto, in Veneto su 1.659 pool di zanzare analizzati sono stati trovati 22 pool di zanzare positivi a WNV (1,33%) e 2 a Usutu Virus, mentre in Friuli Venezia Giulia sono 2 i pool di zanzare positivi su 245 analizzati (0,82%) – comunica IZSVe (l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie)-. Tutti i pool positivi erano costituiti da Culex pipiens. Ogni pool contiene al massimo 100 zanzare. Di tutte le specie di zanzare catturate, la Culex pipiens (zanzara comune) è la più numerosa”.
Per quanto invece riguarda la Dengue, trasmessa dalla zanzara tigre e che porta al Veneto un triste primato per numero di casi (55) in Italia, questi sono comunque tutti di importazione. Sono presenti anche casi di Zika (2), Chikungunya (1) oltre all’unico in Europa di febbre Oropouche (1).Anche questi, tutti dall’estero.
Consuelo Terrin