L’implacabile corsa al rialzo del costo del gas sta mettendo in ginocchio intere filiere produttive anche in Veneto.
E a Murano, un’arte come quella del vetro, che si tramanda di generazione in generazione, rischia di scomparire per sempre.
Sono già 10 le fornaci che nell’ultimo mese hanno chiuso i fuochi dei loro forni. Già troppe le persone che oggi si trovano senza lavoro.
«Servono provvedimenti immediati per salvare il vetro – lancia l’appello il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro -. L’impennata del costo del gas sta seriamente minacciando una tradizione plurisecolare. Chiediamo a Governo e UE di agire al più presto».
La spada di Damocle dei rincari
In pochi mesi le bollette del gas sono più che triplicate.
Per le fornaci, che devono mantener vivo il fuoco dei loro forni 24 h 365 giorni l’anno, il rincaro significa così il tracollo.
Se infatti i pagamenti per la fornitura del gas, per alcune fornaci medie, si attestavano su bollette intorno ai 13 mila euro, le ultime hanno rappresentato un vero e proprio salasso, arrivando a importi di 40/50 mila euro.
In una delle fornaci più grandi, dove lavorano incessantemente 20 forni, la bolletta, tra giugno e ottobre, è lievitata di 130 mila euro.
Cifre insostenibili, di fronte alle quali si profila la resa incondizionata di chi per generazioni ha vissuto delle proprie creazioni offendo lavoro e creando un indotto fondamentale per l’intera isola di Murano.
“Il governo si faccia carico degli extracosti” del gas
L’appello del sindaco Brugnaro non è isolato.
A sostegno del vetro, delle sue maestranze e della tradizione di Murano è anche la richiesta di aiuto del direttore di Confartigianato Venezia Gianni De Checchi.
«La pandemia ha fatto sospendere il divieto di erogare aiuti di Stato rendendo di fatto possibile l’erogazione di sostegni alle aziende- ha ricordato – Chiediamo quindi al Governo che si faccia carico degli extracosti relativi almeno a un anno di aumenti. Se a settembre si pagavano circa 20 centesimi al metro cubo, ad ottobre si è arrivati a quasi un euro. Ne va della vita di circa 60 aziende attive sull’isola che contano un comparto di oltre 600 lavoratori».
Per l’isola, in un anno, un maggior costo di 7,5 milioni di euro
«Il costo dell’energia – sottolinea il primo cittadino di Venezia – è tema chiave per il nostro futuro economico».
Così come lo è per Murano.
Il funzionamento dei forni prevede per legge l’utilizzo di solo gas metano come combustibile. E le fornaci dell’isola, per produrre le loro opere artistiche famose in tutto il mondo, necessitano di tenerli accesi 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno.
Secondo una stima di Confartigianato Venezia, per un consumo di 10 milioni di metri cubi annui, con il rincaro in corso, la spesa cui saranno chiamate a far fronte le imprese avrà un maggior costo di circa 7,5 milioni di euro.
Vicinanza e solidarietà al settore del vetro e a tutte le persone che vivono lavorando in questo comparto è stata espressa anche dal Patriarca del capoluogo lagunare Francesco Moraglia.
Ma è l’intera città di Venezia che, di fronte a quanto sta accadendo, “insorge”.
L’isola di Murano ha portato la tradizione del vetro nel mondo.
Le sue tecniche di lavorazione si sono tramandate per secoli di padre in figlio e ancor oggi i maestri vetrai sfornano, è il caso di dirlo, opere senza eguali, conosciute e apprezzate ovunque.
Silvia Bolognini