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Un patto per potenziare la Pubblica amministrazione. Ecco l'accordo governo-sindacati

Un patto per potenziare la Pubblica amministrazione. Ecco l'accordo governo-sindacati
Firma del "Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale"

Nel pomeriggio di ieri, 10 marzo, è stato firmato nella sala verde di Palazzo Chigi  il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”. Un accordo sottoscritto dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, dal ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta e dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.

La riforma della Pubblica Amministrazione

L’accordo Governo-sindacati nasce da una premessa chiara: una profonda riforma della pubblica amministrazione è un percorso imprescindibile per rendere più agile e proficuo l’utilizzo dei fondi che arriveranno dal Recovery Fund.
Il Patto infatti stabilisce, fin dalla prima pagina, che coesione sociale e creazione di buona occupazione saranno i pilastri di ogni riforma e di ogni investimento pubblico previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza da 191,5 miliardi.
 Il buon funzionamento del settore pubblico è al centro del buon funzionamento della società. Se il primo funziona, funziona anche la seconda -ha rilevato il presidente del Consiglio Mario Draghi – Questo è ancor più vero con la pandemia -ha concluso- se pensate alla capacità e al sacrificio dei medici, degli infermieri, degli insegnanti, delle forze dell’ordine, del personale degli enti territoriali e statali nel fornire i servizi essenziali»

Il testo del “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”

Un Patto in 6 punti

L’accordo si sviluppa su sei temi principali che corrispondono ai sei articoli che lo compongono: 1. rinnovi contrattuali relativi al triennio 2019-2021; 2. lavoro agile; 3. revisione dei sistemi di classificazione professionale; 4. formazione del personale; 5. sistemi di partecipazione sindacale; 6. welfare contrattuale.

Rinnovi contrattuali

Il Patto prevede che il Governo emanerà in tempi brevi gli atti di indirizzo all’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni) per il riavvio della stagione contrattuale.
I rinnovi contrattuali relativi al triennio 2019-2021 interessano oltre 3 milioni di dipendenti pubblici e “vedranno confluire l’elemento perequativo delle retribuzioni all’interno della retribuzione fondamentale”.

Gli aumenti dello stipendio

In sintesi l’elemento perequativo,  uno strumento con cui si è voluto dare sostegno ai lavoratori con redditi più bassi, confluisce all’interno della retribuzione fondamentale e i rinnovi contrattuali 2019-2021 prevedono un aumento medio a regime di circa 107 euro. Il Governo poi, come si legge, individuerà le misure legislative utili a promuovere la contrattazione decentrata e a superare il sistema dei tetti ai trattamenti economici accessori.

Lavoro agile 

Nell’ambito dei contratti del triennio 2019-2021, saranno disciplinati, in relazione al lavoro agile, aspetti di tutela dei diritti sindacali, delle relazioni sindacali e del rapporto di lavoro. Si tratta della salvaguardia di diritti come quello alla disconnessione, le fasce orarie di contattabilità, il diritto alla formazione specifica, il diritto alla protezione dei dati personali, il regime dei permessi e delle assenze. I futuri contratti collettivi nazionali del pubblico impiego indicheranno una disciplina normativa ed economica del lavoro agile in grado di garantire condizioni di lavoro trasparenti e di conciliare le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con quelle delle pubbliche amministrazioni.

Revisione dei sistemi di classificazione professionale 

Il Patto prevede anche una profonda modifica dei sistemi di classificazione professionale, nella direzione di un adeguamento della disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze. Per questo, attraverso i contratti collettivi del triennio 2019-2021, si procederà alla successiva rivisitazione degli ordinamenti professionali del personale, ricorrendo a risorse aggiuntive con la legge di bilancio per il 2022. Sempre in materia di classificazione professionale, l’accordo sottolinea la necessità di “valorizzare specifiche professionalità non dirigenziali dotate di competenze specialistiche ed estendere i sistemi di riconoscimento delle competenze acquisite negli anni, anche tramite opportune modifiche legislative”.

Formazione del personale 

L’accordo ribadisce l’impegno del Governo nel definire politiche formative di ampio respiro, con una particolare attenzione dedicata al miglioramento delle competenze digitali e di specifiche competenze avanzate di carattere professionale. A livello programmatico, si sottolinea che l’investimento in formazione sarà considerato “strategico” e non più una “mera voce di costo”.

Welfare contrattuale

Governo e sindacati, come emerge dalla lettura del patto, concordano sulla necessità di implementare gli istituti di welfare contrattuale. Si parla, nello specifico, di sostegno alla genitorialità e di estensione al pubblico impiego di agevolazioni fiscali già riconosciute al settore privato, “relative alla previdenza complementare e ai sistemi di premialità diretti al miglioramento dei servizi”.

La firma del “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”

“Una nuova stagione” secondo il Ministro Brunetta

Questo patto inaugura una nuova stagione di relazioni sindacali e il negoziato che si apre per il rinnovo contrattuale avverrà in questo contesto” ha sottolineato il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta . Venerdì convocherò tutte le confederazioni sindacali rappresentative del pubblico impiego con l’obiettivo di avviare il negoziato in tempi brevi. È per noi il migliore segno di ripartenza“. 

La soddisfazione dei sindacati

Il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” ha visto l’unanime soddisfazione da parte dei leader sindacali: “Si tratta di un accordo che guarda al presente per vincere la sfida immediata della pandemia e della crisi occupazionale cogliendo appieno le difficoltà per rispondere immediatamente ai bisogni della società”, ha commentato il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra.
“E’ una giornata importante: questo metodo di confronto per noi è fondamentale e importante perché non dovrà affrontare solo il tema del lavoro pubblico”, ha sottolineato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. “In uno stato democratico la Pubblica Amministrazione  è una garanzia quotidiana dei servizi essenziali: Ecco perché rafforzare i servizi pubblici significa garantire pari opportunità e pari diritti – ha ribadito il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri.

Il plauso degli enti locali

Una modernizzazione della Pubblica Amministrazione attiene concretamente anche alla quotidianità dell’azione amministrativa dei Sindaci. Diversi primi cittadini della penisola hanno espresso soddisfazione per il passo in avanti rappresentato dall’accordo governo-sindacati per il potenziamento della P.A.

Tra questi il Sindaco della Città Metropolitana di Venezia, Luigi Brugnaro, che ha commentato: Un accordo che richiama i principi che abbiamo introdotto in Comune qui a Venezia come meritocrazia, talento, formazione e crescita professionale”.

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