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RIDF: le relazioni umane al centro del festival dei documentari

RIDF: le relazioni umane al centro del festival dei documentari

Dal 24 al 30 settembre, a Roma, 10 pellicole italiane e internazionali si contenderanno la prima edizione della manifestazione

Le relazioni umane, il contatto, la comunicazione ravvicinata sono alcuni degli aspetti che probabilmente sono maggiormente mancati alle persone durante questi ultimi 2 anni di pandemia.

E “RIDF” (Rome International Documentary Festival), prima edizione del festival che celebra il cinema documentario, in programma dal 24 al 30 settembre al Cinema delle Provincie di Roma, è dedicato proprio alle relazioni umane, narrate sotto molteplici aspetti.

RIDF

I lungometraggi selezionati, ognuno a modo proprio, parlano infatti di famiglia, di coppia, di amicizia, di sesso, di solitudine.

“Nella ricerca di quei 10 film che rappresentassero la nostra idea di documentario – spiegano Emma Rossi Landi e Christian Carmosino Mereu, film-maker e direttori del festival – il tema delle relazioni si è imposto in modo centrale. Sono le relazioni che scolpiscono e scandiscono il tempo delle nostre esistenze. È il bisogno dell’altro che ci contraddistingue come specie, che negli intrecci che creiamo determina il significato e la qualità della nostra presenza sulla terra. Le relazioni in fondo sono il tema portante di tutta la narrativa fin dall’antichità”.

Christian Carmosino Mereu

Il Rome International Documentary Festival

“RIDF”, che si pone l’obiettivo di diventare un punto di rifermento significativo per il documentario, offrendo momenti di riflessione e crescita per tutti coloro che realizzano e amano questo genere cinematografico, vedrà concorrere documentari italiani e internazionali.

Le 10 opere documentarie in concorso, tutte realizzate nel biennio 2021-22, hanno una caratteristica comune: sono creative, emozionali, cinematografiche e narrative.

Dear mama di Alice Tomassini

“Quello che a nostro avviso distingue un buon film documentario da un mero elenco di fatti – puntualizzano i 2 direttori – è proprio questo: che la visione ci faccia emozionare, rendendoci compartecipi delle vicende narrate, che ci si ci permetta di vivere nei panni di qualcuno che ha un sentire diverso dal nostro. Ci sono riusciti tutti i nostri film, ognuno nel proprio modo, parlando di famiglia, di coppia, di amicizia, di sesso, di solitudine”.

Emma Rossi Landi

Relazioni che si sgretolano o si moltiplicano, rispecchiando la storia e la società, amori impossibili, tensioni e connessioni tra fratelli, genitori e figli, vite plasmate dalla mancanza dell’altro, raccontate in maniera intensa. I 10 film in concorso, delineano un affresco multicolore di cosa significhi essere umani, esprimono una poetica, un punto di vista, una visione del mondo, arrivando a raccontare le persone e le loro storie dall’interno.

Le pellicole in concorso

Secondo il comitato di selezione del festival, composto dai 2 direttori artistici, affiancati da Maud Corino, Sabrina Varani e Giacomo Ravesi, Leonardo Magnante, Arianna Vergari Arianna Calogero, Souhelia Soula e Francesco D’Asero, il festival presenta il meglio della produzione italiana e internazionale più recente.

Erasmus in Gaza di Chiara Avesani e Matteo Delbò

La scelta, accuratamente ragionata, è ricaduta su 5 film italiani: “Erasmus in Gaza” di Chiara Avesani e Matteo Delbò; “Kristos, l’ultimo bambino” di Giulia Amati; “La dernière séance” di Gianluca Matarrese; “Dear Mama” di Alice Tomassini e “Oltre le rive” di Riccardo De Cal.

Charm circle di Nira Burstein

L’altra metà dei film prescelti si dipana invece su un articolato panorama internazionale: “Charm Circle” di Nira Burstein (USA); “Once upon a time in Uganda” di Cathryne Czubek (USA/Uganda); “Les enfants terribles” di Ahmet Cupur (Turchia/Francia); “Ultraviolette et le gang des cracheuses de sang” di Robin Hunzinger (Francia) e “After a revolution” di Giovanni Buccomino (UK/Libia).

Programma e premi

Dopo l’esperienza passata come direttori artistici del Mese del Documentario alla Casa del Cinema (dal 2011 al 2014), Emma Rossi Landi e Christian Carmosino Mereu nel concepire “RIDF” hanno voluto dar vita ad un contenitore multiforme e sfaccettato, ricco di eventi.

Kristos l’ultimo bambino di Giulia Amati

Alle proiezioni (4 spettacoli al giorno) si aggiungeranno incontri e dibattiti con gli autori, masterclass, aperitivi dedicati e opportunità di scambio tra professionisti. Un evento, quindi, che sia pur rivolto principalmente al grande pubblico, vuole fungere da volano per produzioni e diffusioni future.

Once upon a time in Uganda di Cathryne Czubek

A fine concorso la giuria di professionisti del settore attribuirà 2 compensi in denaro al miglior film italiano e al miglior internazionale in competizione. Anche il pubblico assegnerà un premio in denaro al miglior film. Saranno inoltre attribuiti premi al miglior montaggio, migliore fotografia, miglior suono.

Tra i riconoscimenti anche uno speciale premio in materiali d’archivio concessi gratuitamente dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD) al film, italiano o straniero, prescelto.

After a revolution di Giovanni Buccomino

Rome International Documentary Festival è realizzato da Docfest srls in collaborazione con DAMS Roma Tre, CSC, Comune di Roma, Doc/it, AAMOD, Augustuscolor e Zalab.

Claudia Meschini

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Tag:  cinema