Una delle più maestose e raffinate abitazioni delle classi agiate di Pompei è stata inaugurata alla presenza del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano
Festeggiamenti doppi al Parco Archeologico di Pompei. Nella Regio V, Insula 2, civico i, è stata riaperta la Casa delle Nozze d’Argento, al termine dei lavori di restauro. La maestosa e raffinata domus è diventata nuovamente visitabile in concomitanza con l’inaugurazione del treno Frecciarossa diretto per raggiungere la pregiata area degli scavi.
Il nuovo collegamento, nato dalla collaborazione tra Ministero della Cultura e Ferrovie dello Stato Italiane, permetterà di raggiungere senza scambi uno dei siti archeologici più famosi al mondo. Per i due eventi sono arrivati tra gli altri la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
La raffinata dimora ellenistica
La domus fu scoperta e scavata tra il 1891 e il 1893 sotto la direzione dell’allora direttore degli scavi Michele Ruggero. La costruzione originaria nasce nella seconda metà del II secolo a.C. colmando e regolarizzando delle aree urbane precedentemente edificate. Inizialmente vi faceva parte anche l’adiacente Casa del Cenacolo, poi separata e resa autonoma con le successive trasformazioni del complesso sia nella metà del I secolo a.C. sia intorno al 60 d.C.
La casa è suddivisa in 3 grandi aree: l’atrio con il vasto giardino orientale; il peristilio rodio, giardino con colonnato a diverse altezze; il secondo atrio con cenacolo, sale di ricevimento al secondo piano. Un insieme che rispecchia il lusso principesco di una dimora pienamente ellenistica nella raffinatezza dell’abitare. La casa delle Nozze d’Argento prese il suo nome moderno dalla celebrazione delle nozze d’argento dei Reali d’Italia, Umberto e Margherita di Savoia nel 1893.
Il restauro nel tempo
Prima dei lavori di restauro, le colonne dell’atrio erano in parte cadute, i muri principali si mostravano instabili o crollati. Per questo fu necessario reintegrare estesamente le pareti con muratura imitante l’antica, rialzando le stesse murature e le colonne a partire dal 1 luglio 1892 fino a raggiungere la quota utile alla posa delle strutture di copertura. I primi interventi risalgono al secondo dopoguerra, mentre il cantiere appena concluso era stato avviato nel 2019 su progettazione da fondi del Grande Progetto Pompei e realizzazione su fondi PON “Cultura e Sviluppo” FESR 2014-2020.
Poiché durante i lavori eseguiti nel Secondo Dopoguerra vi fu un diffuso utilizzo di pesanti e pericolose strutture di calcestruzzo armato incardinate sulle strutture antiche il cantiere attuale si è posto come primo obiettivo di sostituirle con nuove strutture in legno più vicine a quelle originarie ma soprattutto più leggere e tecnologicamente innovative per l’uso di materiali come il legno di faggio microlamellare accompagnato da legno di abete lamellare per le strutture di solai e controsoffitti.
Le trasformazione della Casa delle Nozze d’Argento
La domus ha subito profonde trasformazioni tra il 40 e il 30 a.C. in particolari riguardanti l’atrio, la separazione dalla casa del Cenacolo e una diversa distribuzione degli ambienti in funzione di nuovi modelli abitativi e sociali. Hanno compreso la completa ridecorazione delle pareti dall’originario Primo Stile a un raffinatissimo Secondo Stile (peristilio) e a uno stile di transizione tra il Secondo e Terzo Stile (atrio).
Fu intorno al 60 d.C., in piena età neroniana che cambiò nuovamente aspetto grazie alla ricca e potente famiglia degli Albucii che, oltre a conservare gli affreschi di un secolo prima, si premurarono di valorizzarli con intento collezionistico entro la nuova decorazione in Quarto Stile, tipica del periodo. La Casa fu inoltre dotata di un quartiere termale privato con vasche riscaldabili, la formazione di giochi d’acqua a impreziosire i giardini, la realizzazione di una raffinata fontana nell’atrio della magione.
Gli ultimi interventi
Gli obiettivi degli ultimi interventi hanno riguardato il consolidamento strutturale accompagnato al restauro architettonico dell’intera domus, alla messa in sicurezza degli apparati decorativi parietali e pavimentali. Oltre al restauro di quelli degli ambienti più rappresentativi. Si è trattato di un lavoro delicato ed estremamente complesso che è proseguito anche durante il lockdown dovuto alla pandemia di Covid.
Sono state rigenerate anche le 3 ampie aree verdi con la formazione di 3 giardini estetici. Al tempo stesso, con un intervento pienamente fruibile dal pubblico, procedono le operazioni di restauro dell’oecus (salone) occidentale e dell’anticamera al quartiere termale lungo il peristilio rodio.
Silvia Bolognini