Rispetto allo scorso anno, quando la stagione balneare è rimasta in bilico fino all’ultimo, c’è già una certezza in più.
Come ha annunciato il Governo, dal 15 maggio le spiagge potranno infatti aprire i battenti. E già i gestori degli impianti sono al lavoro, da nord a sud, per allestire le attrezzature che accoglieranno i bagnanti, perché occorre tempo per presentarsi pronti al via.
Le regole per il 2021
C’è anche un altro vantaggio, rispetto al 2020. Le linee guida che sono state elaborate lo scorso anno dopo un lungo confronto tra Stato, Regioni e associazioni di categoria, e che hanno permesso di affrontare in piena sicurezza l’estate, saranno in buona sostanza confermate, con solo forse qualche limatura o accorgimento tecnico. Lo ha annunciato, al termine della riunione dell’apposito tavolo interregionale sul Demanio, il coordinatore, Marco Scajola, che ha citato lo stesso ministro Massimo Garavaglia.
In attesa della concreta definizione delle misure, si riparte dunque dalla base. Ovvero dal distanziamento degli ombrelloni, garantendo almeno 10 metri quadrati di spazio a ogni postazione, e di lettini e sdraio, separati di almeno un metro e mezzo.
Per evitare assembramenti, non sono consentite le attività ludico-sportive di gruppo e va garantito il distanziamento di almeno un metro anche durante il bagno in mare e sulle spiagge libere.
Ulteriori precauzioni nelle spiagge
Sono poi previste specifiche norme per l’utilizzo delle docce, così come per l’uso della mascherina nei locali pubblici (servizi igienici, bar, ristoranti) e per le sanificazioni delle attrezzature. Negli stabilimenti vengono inoltre messi a disposizione dispenser per l’igienizzazione delle mani. All’ingresso in spiaggia sarà rilevata la temperatura e gli utenti, con prenotazione consigliata, saranno registrati, con mantenimento degli elenchi per almeno 14 giorni, ai fini di tracciamento dei contatti nel caso vengano riscontrate positività al Covid.
La “blue zone” proposta dal Veneto
Ma potrebbero esserci anche ulteriori novità. E, in questo caso, sono gli stessi gestori, come il presidente di Unionmare Veneto, Alessandro Berton, a prendere in considerazione la possibilità di richiedere la certificazione dei protocolli per ottenere il certificato europeo “Ecolabel”, facendo dell’intera costa una “blue zone”. Il turista, ai tempi del Covid, è infatti sempre più attento agli aspetti legati alla tutela della salute. E vedere riconosciuta la massima attenzione riservata sulle nostre spiagge agli standard di sicurezza può essere un must da giocarsi anche sul mercato internazionale. Tant’è che in molti gestori, dalla Liguria alla Campania, si sono dichiarati disposti a vaccinare a proprie spese il personale.