L’impatto delle stazioni ferroviarie “di attraversamento” sulle città, nella storia, ha attraversato varie fasi. Poste ai bordi dei centri, all’inizio, hanno attratto urbanizzazione. Con la crescita delle città, si sono però poi trasformate in elementi di frattura. In tal senso, la stazione di Mestre è esemplare. Perché rende Mestre e Marghera, pur limitrofe, 2 realtà ben distinte. Il ripensamento di uno dei più importanti snodi ferroviari d’Italia diventa quindi occasione per ricucire il territorio.
MUM: Mestre unisce Marghera
Non a caso, presentando l’accordo di programma per la riqualificazione dell’ambito della stazione di Mestre, il ceo di FS Sistemi urbani, Umberto Lebruto, ha scelto uno slogan: MUM. Cioè “Mestre unisce Marghera”. Che, a specchio, significa anche “Marghera si unisce a Mestre”. “Il primo obiettivo di questo profondo restyling – ha proseguito il ceo di FS Sistemi urbani – è la ricucitura urbana. Il secondo, è proseguire l’integrazione di città e mobilità, con tram, parcheggi, gomma pubblica e privata, bike e car sharing. La stazione di Mestre è una delle più trafficate d’Italia, con circa 600 treni al giorno, di cui 164 a lunga percorrenza, e circa 15 milioni di passeggeri che salgono e scendono ogni anno. Vogliamo traguardarla al 2030, garantendone i flussi”.
“Penso che la stazione riqualificata – ha introdotto il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro – possa rivivere a nuova vita, ritrovando dignità urbanistica. Perché, in tal modo, può assorbire una doppia funzione e fornire un doppio servizio. Fungere cioè per i passeggeri da area di attesa e smistamento. E, per i cittadini, da elemento di transito da una parte all’altra della città. Così possiamo diventare anche elementi di esempio per altri siti di questo genere, in altri luoghi d’Italia”.
Una piastra per attraversare i binari
Comune e FS, negli ultimi anni, hanno ridiscusso il vecchio accordo per la ristrutturazione della stazione di Mestre. E, con il lavoro svolto nell’ultimo anno, si è giunti ad elaborare un vero e proprio piano di fattibilità. L’idea di fondo, che il Comune ha chiesto fin dall’inizio a FS, è stata quella di realizzare sui binari non una semplice passerella, ma una vera e propria piastra. Una sorta di “piazza”, come quella in cima al ponte di Rialto, in grado di massimizzare la sicurezza e la funzione anche sociale del collegamento.
A 10 metri d’altezza rispetto ai binari, sarà dunque realizzata questa piastra, larga 18 metri e lunga 100. E, nei percorsi pedonali e ciclopedonali all’insegna del “green”, saranno utilizzate al massimo le trasparenze. L’idea è poi quella di una serie di salite e discese, tutto su scale mobili o ascensori, per facilitare i transiti e abbattere le barriere architettoniche. “I primi studi di fattibilità tecnica ci hanno detto che è fattibile”, ha spiegato Lebruto. “Nei successivi approfondimenti, in ogni caso, si può ragionare anche sull’ipotesi di arricchire la passeggiata con servizi commerciali, per renderla più sicura e finita. Ed è ipotizzabile anche lo scenario in cui il privato possa agganciarsi, ad esempio ricollegandosi all’intervento su via Ulloa”.
Un investimento a 360°
In occasione della presentazione alla Smart Control Room del Tronchetto, il ceo Lebruto ha accettato la sfida lanciata dal sindaco Brugnaro di completare l’intervento entro il 2026, quando si terranno le Olimpiadi di Cortina. E, per la sola parte della stazione, FS ha previsto un investimento da 50 milioni. “Sarà un intervento a costo zero per il Comune. E abbiamo voluto coinvolgere il più possibile i privati” ha sottolineato il sindaco. Ad esempio, già Salini, che sta riqualificando via Ulloa a Marghera, ha ripensato il proprio autonomo progetto nell’ottica della nuova stazione.
A essere coinvolta sarà infatti l’intera area: via Ulloa, Città Giardino e porto dal lato Marghera; da quello di Mestre, stazione, Piraghetto ed ex scalo di via Trento (su cui FS ha lanciato un concorso sulle possibili soluzioni riservato ad architetti under 40). Vicino al parco del Piraghetto, ad esempio, FS ha anticipato la cessione di un’area di 21.000 metri quadri, su cui è partita la progettazione del Comune. Tra le attività che dovrebbero esservi accolte, c’è anche una scuola elementare. Al posto dell’edificio ex Poste, una in area privata e una sull’area delle FS, sempre a Mestre, sorgeranno invece 2 torri, con funzioni direzionali ancora da definire, ma comunque in grado di portare nuovi posti di lavoro.