Dopo l’avvenuta pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, verrà ora attivata la piattaforma per la sottoscrizione digitale
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, l’ha definita “un’innovazione cruciale per la partecipazione politica in Italia”. Quel che è certo è che la nuova piattaforma digitale dedicata alla raccolta firme per i referendum, che passa ora alla fase di concretizzazione dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del presidente del Consiglio dei ministri che ne prevede l’attivazione, potrà dare un nuovo impulso al rilancio dell’importante strumento di democrazia diretta.
Non a caso, sempre Nordio aggiunge, nel suo commento alla notizia, che “la piattaforma pone il ministero e il nostro Paese all’avanguardia nell’uso delle tecnologie digitali a supporto della democrazia”. E Riccardo Magi, segretario di “+Europa”, la forza politica che sostiene questa piattaforma fin dal 2021 con la presentazione di uno specifico emendamento, sottolinea che “questo strumento che semplifica l’esercizio dei diritti politici dei cittadini”.
Le caratteristiche della piattaforma
Per sostenere, gratuitamente, un referendum, propositivo o abrogativo, o un’iniziativa legislativa di natura popolare, sarà dunque sufficiente effettuare la sottoscrizione utilizzando sulla piattaforma la firma digitale. I promotori di proposte referendarie e gli uffici della Corte di Cassazione e delle Camere potranno gestire sulla piattaforma tutte le fasi del processo di raccolta delle firme.
Queste saranno quindi verificate, sia dal punto di vista numerico che per quanto concerne la validità, potendo sfruttare a tal fine l’interoperabilità con il sistema dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente presso le anagrafi dei Comuni in cui risiedono i cittadini che hanno scelto di sottoscrivere il sostegno alle proposte.
Un’iniziativa a garanzia della democrazia
Il sistema ha ottenuto il parere del Garante per la protezione dei dati personali. Restano da chiarire, al momento, le effettive funzionalità e operatività che saranno garantite, sottolinea Magi, che però ha già dichiarato di volerla utilizzare per la raccolta firme relativa ai referendum sull’autonomia differenziata e sulla legge elettorale, oltre che per “altre iniziative referendarie imminenti”.
L’iniziativa progettuale è curata dal Dipartimento per l’Innovazione tecnologica della giustizia attraverso la Direzione generale dei Sistemi informativi automatizzati e ribadisce l’impegno del Ministero della Giustizia nella promozione di strumenti innovativi volti a facilitare la partecipazione attiva dei cittadini e garantire processi democratici più accessibili e trasparenti.
I referendum in Italia
Si potrà quindi valutare in concreto se, rendendo più semplice almeno la fase della raccolta firme, lo strumento del referendum invertirà una rotta che, nel corso degli anni, lo ha visto perdere sempre più appeal tra la popolazione. Dal 1946 a oggi, le consultazioni nazionali sono state 78, di cui 72 con finalità abrogative, più un referendum istituzionale, un referendum consultivo e 4 referendum costituzionali.
Fu per esempio proprio il referendum sulla forma istituzionale dello Stato, il 2 giugno 1946, a determinare il passaggio dell’Italia dalla monarchia alla repubblica. La prima consultazione abrogativa, invece, fu quella del 12 e 13 marzo 1974 sul divorzio. Risale ai 3 referendum del 3 e 4 giugno 1990 la prima volta in cui non fu raggiunto il quorum: una condizione che si è quindi sempre ripetuta per tutti i referendum dal 1997 all’ultimo del 2022, eccezion fatta per i 4 quesiti proposti nel 2011.
Alberto Minazzi