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Donne: arriva il reddito di libertà per le vittime di violenza

Donne: arriva il reddito di libertà per le vittime di violenza
Violenza sulle donne

Un sostegno concreto per favorire l’indipendenza economica delle donne vittime di violenza in condizioni di povertà o particolare vulnerabilità attraverso percorsi di autonomia, personale e abitativa, emancipazione e supporto alla formazione gli eventuali figli minori a loro carico.
È la nuova misura del “reddito di libertà”, riguardo alla quale l’Inps, che erogherà materialmente il contributo, ha ora precisato requisiti e modalità di accesso attraverso una circolare.
Il bonus, destinato alle residenti sul territorio nazionale che siano cittadine italiane, comunitarie o extracomunitarie con regolare permesso di soggiorno, potrà arrivare a un importo massimo di 400 euro mensili pro capite, in un’unica soluzione, per non oltre un anno.
Sarà finanziato attraverso l’apposito fondo istituito nel 2020 con la legge 77, che è stato incrementato con 3 milioni di euro provenienti dal Fondo per le politiche sui diritti e le pari opportunità.
È fissato anche un limite complessivo nelle risorse assegnate a ciascuna Regione o Provincia Autonoma.
L’Inps potrà comunque, nei casi di necessità, revocare il contributo.
Per richiedere il contributo, le donne seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, potranno rivolgersi, direttamente o tramite un rappresentante legale o un delegato, ai Comuni. Saranno poi gli uffici comunali a trasmettere online all’Inps le istanze compilate sull’apposito modulo già disponibile in ogni loro parte e sottoscritte dalle interessate. L’operatore del Comune potrà utilizzare a tal fine lo stesso servizio del portale dell’ente previdenziale per l’inoltro delle domande di assegno al nucleo familiare e maternità, accedendo alla specifica nuova sezione dedicata al reddito di libertà.
Tra i requisiti previsti dall’Inps rientrano anche l’attestazione della condizione di bisogno, ordinario o straordinario e urgente, e la dichiarazione del percorso di emancipazione e autonomia intrapreso dalla donna.
I due documenti dovranno essere rilasciati, rispettivamente, dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale e dal legale rappresentante del centro antiviolenza. Potrà anche essere richiesta dall’operatore comunale che funge da referente per l’inoltro della domanda l’esibizione di un documento di identità o del titolo di soggiorno.

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