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Eurispes 2022: un duro scatto sulla realtà italiana

Eurispes 2022: un duro scatto sulla realtà italiana

Italiani più poveri, più depressi e più indebitati.
Dopo due anni di pandemia, con le conseguenze della guerra in corso tra Russia e Ucraina, crolla l’ottimismo

Negli ultimi due anni non ci siamo fatti mancar nulla. E continuiamo a vivere in una situazione di precarietà che turba le nostre vite. E’ uno scatto duro quello del 34°rapporto Eurispes sugli italiani.
L’87,3% dichiara la propria preoccupazione per la crisi economica, l’84,3% teme fortemente lo scoppio di un conflitto mondiale.
Il 57,3% si è detto più demotivato, il 53,3% più ansioso, il 42,9% più depresso.
D’altra parte, le cose non vanno bene e se la pandemia ha cambiato il nostro modo di vivere, la guerra in corso, con le sue ricadute economiche, non concorre a dare un maggior senso di stabilità.

Italiani più poveri: crolla l’ottimismo

Per il 39,4% delle persone intervistate, la situazione economica, nell’ultimo anno, è peggiorata e quasi la metà delle famiglie (45,3%) ha dichiarato di dover metter mano ai pochi risparmi per arrivare a fine mese.
I conti non tornano con il mutuo da pagare, con l’aumento delle bollette e del cibo e anche chi sta un po’ meglio fatica (-4,7%) a metter da parte qualche soldo per garantirsi una certa sicurezza.
Per molti, anche le spese mediche sono razionate: il 24,5% degli italiani, infatti, ha dichiarato di sostenerle con fatica.

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La vita costa e il 35,7% delle famiglie è dovuto ricorrere a prestiti da parenti  o amici, il 18% dalle banche, mentre gli acquisti ritenuti necessari vengono fatti da un italiano su tre a rate.
Non c’è ottimismo nel Paese, dove per il 47% degli intervistati la situazione economica peggiorerà.

Gli eroi del 2022

C’è anche una minor fiducia nelle istituzioni.
Il 30,3% degli italiani (tre su 10) lo ha dichiarato esplicitamente, anche se il 55,6% ha rinnovato il proprio consenso per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Per il resto, gli eroi di quest’annata difficile sono i volontari (il 70,7% degli italiani apprezza e ringrazia per il loro lavoro), coloro che tutelano il cittadino attraverso il proprio impegno nelle associazioni dei consumatori (52,4%) e i pompieri, che raccolgono l’85,8% dei consensi per il loro operato.

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Vigile del fuoco al lavoro @Archivio Vigili del Fuoco di Venezia

Sono amati dagli italiani anche i poliziotti (60,3%) e le forze dell’ordine in genere, mentre tra le forze armate il maggior consenso lo ottiene la Marina Militare (70,3%).
La fiducia nella magistratura non arriva al 50%: solo 4 italiani su 10 vi si affidano senza remore.

Pandemia: 1 italiano su 4 è “complottista”

Se tra amici e parenti si discute molto del caro bollette e della guerra, resta ancora uno dei temi di discussione più presenti la pandemia.
Rispetto al Covid, 1 italiano su 4 è ritiene che non sia nato per caso.
Solo il 4,8% nega che si sia mai trattato di una pandemia.
Tutti gli altri si dividono tra chi ritiene che il virus sia stato creato in laboratorio e poi sfuggito dal controllo (42,1%), chi pensa che sia stato deliberatamente diffuso (25,7%) e chi crede che ci si sarebbe accorti troppo tardi della sua esistenza e non ci sia stata la capacità di bloccarlo (15,4%).

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L’11,3% ritiene infine che il virus sia un normale virus influenzale usato per altri scopi.
Nelle teorie complottiste compaiono vari responsabili: il governo cinese al primo posto (31,4%), poteri forti globali (27,3%) e multinazionali farmaceutiche (12,1%).

Poca disponibilità verso ulteriori limitazioni

Ferme restando le discussioni, nel caso in cui ci dovessero essere ulteriori limitazioni imposte dalla pandemia, il 38% degli italiani ha dichiarato di esser disponibile ad accettarle se necessario mentre il 39,3% si è detto poco disponibile e il 22,7% per niente disponibile a limitare ancora la propria libertà.
Ciò che di buono è scaturito dal Covid, secondo la maggior parte degli italiani, sarebbe la riforma della sanità, con la riorganizzazione dell’assistenza territoriale e più cure a domicilio.
Con il Covid è tornato un po’ a come era una volta, invece, il rapporto degli italiani con i farmacisti, che sono di nuovo visti come professionisti ai quali rivolgersi con fiducia.

Consuelo Terrin

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