150 donne, un progetto, quattro sezioni: Empowerment, Orto, Stili di vita e Dono
Ragazze e donne che fanno gruppo, nell’intergenerazionalità e nella solidarietà, per riscoprirsi nella loro femminilità e cooperare verso il bene sociale e la comunità.
Tutto questo passando per la loro e la nostra Madre Terra.
Mette insieme tutto questo l’iniziativa, che si appresta a partire in tre province e cinque comuni veneti (Venezia-Mestre, Camponogara, Trebaseleghe, Padova e Trevis) “Ragazze in campo. Coltivare la terra per coltivare se stesse”, proposto dall’associazione Mater Femina nel periodo tra marzo e novembre 2024.
L’idea generale è di mettere in relazione 100 giovani donne e volontarie più adulte che vogliano mettersi in gioco nell’apprendere gratuitamente come coltivare orti comunitari, in uno spirito solidale per se e per gli altri.
Dove inizia la cura
Attraverso la terra quindi, prendersi cura tanto degli ortaggi, della loro produzione, quanto della rete sociale che si verrà a creare all’interno dell’iniziativa, nell’attività lavorativa – potenziale nuovo sbocco lavorativo grazie al percorso didattico – e nella sua restituzione alla comunità stessa.
Il progetto, finanziato dalla Regione Veneto, è completamente gratuito e rivolto a 150 donne che vorranno mettersi in gioco, iscrivendosi via mail a ragazzeincampo@gmail.com entro il 30 marzo.
“In una società che chiede alle donne di essere più carine, più competenti, più mogli, più mamme, più multitasking, finalmente parte un progetto che regala alle donne un respiro per essere loro stesse” sono le parole di Eugenia Fortuni, presidente dell’associazione “Mater Femina”. “L’obiettivo è quello di arrivare attraverso la cura di sé stesse ad una maggior consapevolezza di sé, delle proprie potenzialità e della propria identità, liberandoci dai condizionamenti esterni, ma mettendo al centro di tutto la propria persona”.
Dagli orti da coltivare al prodotto finito fino alla consapevolezza di sé
Il progetto si articola in quattro “Azioni”, ognuna con il proprio focus specifico ma correlate tra loro nel segno della terra.
La prima di queste è denominata “Empowerment”, incentrata sul “processo che riporta ad avere maggiore consapevolezza di te stessa e delle tue risorse, maggiore autostima e senso di autodeterminazione”.
Questa sezione è aperta alle sole ragazze dai 13 ai 24 anni, e prevede un percorso formativo di dialogo e confronto, coadiuvato da pratiche creative di movimento, disegno, scrittura.
Il percorso di Empowerment è una sorta di preludio alle altre opportunità, che vedranno coinvolte sia le ragazze che le volontarie.
Con “Orto” si creeranno cinque orti biologici e comunitari nei comuni di riferimento – gli Orti comunali di Venezia-Mestre, il parco pubblico di Prozzolo a Camponogara, il giardino delle scuole medie “G.Ponti” di Trebaseleghe, l’area verde del liceo artistico Selvatico di Padova e il parco delle Biodiversità di Treviso – mediante metodi naturali e rispettosi del terreno.
È prevista una formazione specifica in orticultura grazie al contributo della agroecologa Corinna Raganato e un impegno quotidiano che andrà da marzo a novembre 2024.
Una sensibilità sostenibile e ambientale
Ovviamente il lavoro in orto non si ferma alla sola crescita di piante e ortaggi.
Attraverso la pratica si potrà godere del frutto (letteralmente) del proprio lavoro, imparando nuovi “Stili di vita” non solo a livello culinario, ma anche nell’autoproduzione di cosmetici e profumi naturali, o a utilizzare gli elementi naturali per creare oggetti decorativi.
L’obiettivo è di aumentare la sensibilità sostenibile e ambientale.
Il cerchio si chiuderà con l’ultima Azione, il “Dono”: la produzione degli orti e delle donne coinvolte nel progetto verrà donato alle famiglie fragili dei territori, in un senso di cura e gratuità per sé e per gli altri.