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Radio: la Rai spegne la “AM”, finisce un'epoca

Radio: la Rai spegne la “AM”, finisce un'epoca

Dall’11 settembre 2022 sospese dall’emittente di Stato le trasmissioni in onde medie. L’evoluzione verso il digitale

Sono già passati 10 anni (era esattamente il 4 luglio 2012) dal definitivo spegnimento in tutta Italia del segnale televisivo analogico, con il passaggio al digitale terrestre.
Adesso è in arrivo un’altra piccola rivoluzione nel modo tradizionale di usufruire dei media via etere: la Rai ha infatti confermato che, dall’11 settembre 2022, sospenderà le trasmissioni radiofoniche in onde medie, la “AM” dei vecchi apparecchi.
Una decisione che segna il tramonto dell’epoca delle classiche radioline a transistor (peraltro, dal 2020 tutti gli apparecchi in vendita devono essere dotati di un ricevitore digitale).
Ma potrebbe essere anche un ulteriore passo verso la totale digitalizzazione, come già avvenuto in altri Paesi, anche della radio.

Lo spegnimento della radio Rai in “AM”

La decisione di chiudere la radio in onde medie prima della fine dell’estate, che aveva iniziato a circolare già da un anno, è stata ufficializzata da qualche mese da parte dell’emittente di Stato, attraverso il sito Rai Easy Web. Ora, all’imminente avvicinarsi della scadenza, è al centro di una campagna di informazione, peraltro legata a un servizio specifico: quello della descrizione delle trasmissioni tv, destinato ai non vedenti.
“Dall’11 settembre 2022 – si spiega – causa cessazione delle trasmissioni radiofoniche Rai in modulazione onde medie, le audiodescrizioni dei programmi televisivi per i non vedenti saranno disponibili solo sui canali audio dedicati della televisione digitale terrestre”.
Per continuare a seguire i programmi radiofonici della Rai, dunque, sarà necessario sintonizzarsi sulle frequenze in FM, oppure usufruire del segnale digitale DAB+ (Digital Audio Broadcasting) o su sito internet e app.

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Le onde medie

“AM” è l’acronimo per “amplitude modulation”, ovvero “modulazione d’ampiezza”. Si tratta di una tecnica utilizzata per trasmettere informazioni utilizzando un segnale a radiofrequenza.
Le frequenze AM non sono utilizzate solo per le trasmissioni radio commerciali (che operano a frequenze tra i 535 e i 1605 kHz), ma anche nelle trasmissioni radio a onde corte su lunghe distanze e nelle trasmissioni della parte video dei programmi televisivi.
Il vantaggio delle trasmissioni in onde medie è la capacità di penetrazione del segnale fino all’interno degli immobili.
A utilizzare le onde medie per le trasmissioni radiofondiche, in Italia, in sostanza era rimasta solo la Rai.
In teoria, sarebbe possibile utilizzare le trasmissioni in onde medie anche da parte dei privati, ad esempio per piccole emittenti di quartiere. In pratica, a differenza di quanto avviene ad esempio nel Regno Unito o in Olanda, l’iter relativo per ottenere la concessione è troppo complesso.

La radio: un po’ di storia

L’invenzione della radio avvenne grazie al grande scienziato italiano Guglielmo Marconi, che iniziò nel 1895 i primi esperimenti di trasmissione di un segnale utilizzando le onde radio per superare ostacoli fisici.
Il 12 dicembre 1901 Marconi riuscì ad effettuare la prima trasmissione transatlantica.
La prima compagnia che si dedicò alle trasmissioni radiofoniche, invece, fu la britannica BBC.
In Italia, la prima trasmissione di Uri (la futura Eiar, poi dal 1944 Rai) è dell’ottobre 1924, con le trasmissioni regolari al via dal 1925.
Nella storia della radio, tappe fondamentali sono anche il 1933, con la prima trasmissione radio in FM a livello mondiale, e, in Italia, il 1974, l’avvio delle prime radio libere (che ottengono l’ok della Corte Costituzionale nel luglio 1976.
L’evoluzione tecnologica, poi, ha portato alla dismissione (anche da parte della Rai) di onde corte e lunghe, mentre si affermavano le moderne tecnologie, come DAB e web radio.

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Tra AM, FM e DAB+

Con la chiusura delle trasmissioni in AM, uno degli svantaggi si riscontrerà per chi ascolta la radio in auto.
A differenza delle frequenze in onde medie, quelle in modulazione di frequenza (FM) variano infatti di zona in zona, mancando in Italia una adeguata programmazione nazionale.
Il rischio, per chi guida, è dunque quello di perdere il segnale e dover così interrompere l’ascolto della trasmissione fino a quando non si trova la diversa frequenza giusta.
In altri Paesi, come Francia e Germania, che hanno già interrotto l’uso delle onde medie, la copertura nazionale in FM è invece ottimale, così come quella tramite DAB+.
Si tratta di uno standard introdotto nel 2007 basato su un sistema di conversione e compressione del segnale, che viene quindi inviato attraverso gli impianti tradizionali, ma eliminando i disturbi, come i fruscii. Il moderno segnale digitale Rai raggiunge però al momento solo il 55% della popolazione, con problemi soprattutto al sud.

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L’”obbligo” e i vantaggi ecologici della radio digitale

Già dal 1° gennaio 2020, in Italia, gli apparecchi radiofonici in vendita devono essere in grado di ricevere il segnale digitale attraverso una specifica interfaccia.
La norma, in ogni caso, non impedisce ai produttori di offrire anche un sintonizzatore analogico.
Dal 21 dicembre 2020, poi, tutte le nuove auto immatricolate nell’Unione Europea devono avere la radio digitale di serie.
Tra i vantaggi della trasmissione digitale, oltre alla qualità, vi sarebbe anche una maggiore efficienza energetica, come sottolineato sia in occasione dell’assemblea WorldDAB del 2020, sia da un paper pubblicato a ottobre dello stesso anno dalla BBC. In realtà, in questa prospettiva, le migliori performances sarebbero quelle garantite dalla distribuzione AM. Ma la radio DAB consuma comunque meno di quella FM.

La radio: una passione che non tramonta

Al di là di tutto, quel che emerge è che parlare di radio, anche in una società “dell’immagine” come la nostra, non è assolutamente fuori tempo.
Lo confermano i più recenti dati pubblicati da TER – Tavolo Editori Radio sugli ascolti tra il 25 gennaio e il 20 giugno 2022.
Nel primo semestre di quest’anno, gli ascoltatori della radio in Italia sono infatti aumentati del +1,3% rispetto allo stesso periodo del 2021, raggiungendo quota 33 milioni e 646 mila.

Al primo posto, con oltre 6 milioni di ascoltatori, si conferma RTL 102,5, pur in calo del -5,5%, seguita da Rds (4,867 milioni, -1,9%) e Radio DeeJay (4,790 milioni, +3,7%).
RadioUno e RadioDue Rai sono rispettivamente 7^ e 8^ con 3,422 e 2,752 milioni di ascoltatori e un calo di -7,1% e -2,5% che ha determinato il sorpasso di Radio Kiss Kiss (3,527 milioni), l’emittente che ha fatto registrare la migliore performance: +19,4% di ascoltatori in un anno.

Alberto Minazzi

Un commento su “Radio: la Rai spegne la “AM”, finisce un’epoca

  1. Credo che la radio sia più economica rispetto ai contratti telefonici per ascoltare le app. Se dovesse succedere che manca il credito nel cellulare non possiamo ascoltare la radio. Dovessero chiudere le FM io la radio nel web non l’ascolto sarà perché ho sempre odiato lo smartphone, e ho sempre tenuto una radio per stanza in compenso amo la radio. Cambiare sistema in questo modo poco democratico è vergognoso.


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