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Queen e Rossini al ritmo degli zoccoli di un cavallo

Queen e Rossini al ritmo degli zoccoli di un cavallo

Due studi svolti da ricercatori italiani trovano analogie matematiche tra la musicalità prodotta dal galoppo equino e le sequenze utilizzate nella musica classica e leggera

Cosa unisce Gioacchino Rossini, i Queen e un cavallo al galoppo?
Per quanto possa sembrare assurdo, una risposta c’è. Ed è questa: il ritmo.
Tanto l’andatura dei cavalli quanto i ritmi musicali di molte culture occidentali si basano infatti su sequenze di intervalli temporali che seguono rapporti di numeri interi, ciascuno dei quali definisce una categoria ritmica.

Orologio “al passo” e “al trotto”: un galoppo da colonna sonora

A questa curiosa conclusione sono giunti gli studi, finanziati dal progetto ERC The Origins of Human Rhythm (TOHR) e pubblicati su Journal of Anatomy e Annals of the New York Academy of Sciences, condotti da ricercatori dell’Università di Torino e “Sapienza” di Roma.
La riconoscibilità e la ritmicità che istintivamente individuiamo nelle diverse andature equine, spiegano gli studiosi, si legano al fatto che gli intervalli tra zoccoli successivi che colpiscono il terreno sono caratterizzati da categorie ritmiche.
Esattamente, il passo e il trotto dei cavalli sono isocroni, con il terreno che viene colpito a intervalli regolari, come il ticchettio di un orologio, mentre il galoppo presenta una sequenza di 3 intervalli in cui il terzo dura il doppio degli altri 2.
Il “pattern 1:1:2”, aggiungono le ricerche, richiama per esempio il ritmo base del brano “We Will Rock You” dei Queen, ma anche l’Ouverture del Guglielmo Tell di Rossini. “Forse questo spiega perché spesso questo brano venga usato come colonna sonora nei film in cui si vedono cavalli al galoppo” dichiara l’autore della Sapienza, Andrea Ravignani.

cavallo
cavalli arabi

Cosa ci dicono gli studi

“La scoperta di schemi ritmici comuni tra musica, comunicazione animale e locomozione rafforza l’idea che locomozione e controllo motorio possano aver giocato un ruolo cruciale nell’evoluzione del ritmo, sia nella comunicazione umana che in quella di altre specie”, spiega Lia Laffi, dottoranda dell’Università di Torino.
I rapporti di durata utilizzati nella musica occidentale, del resto, erano già stati evidenziati in alcuni studi sulle vocalizzazioni di altre specie animali. L’andatura e la ritmicità vocale condividono cioè caratteristiche chiave e la prima è probabilmente precedente alla seconda.
La capacità di produrre e riconoscere ritmi legati alla locomozione, ipotizzano gli studi, potrebbe infatti aver costituito un preadattamento fondamentale per lo sviluppo di ritmi vocali più complessi in una fase evolutiva successiva.
In particolare, la percezione della ritmicità locomotoria potrebbe essersi evoluta in diverse specie sotto la pressione del riconoscimento dei predatori e della selezione degli accoppiamenti; in seguito potrebbe essere stata adattata alla comunicazione vocale ritmica.

Alberto Minazzi

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Tag:  cavalli, musica