Un recente studio fa risalire la nascita di Venezia a circa due secoli prima la stessa edificazione di San Marco.
L’ipotesi è degli archeologi della Colgate University di Hamilton, negli Stati Uniti, ed è suffragata dal ritrovamento di due noccioli di pesca conservatesi a 4,2 metri di profondità sotto il pavimento in mosaico della basilica.
La datazione al carbonio alla quale sono stati sottoposti ha rivelato che i due noccioli risalgono a un periodo compreso tra il 650 e il 770 d.C. , abbastanza per indurre il ricercatore Albert Ammerman a sostenere che tutto inizi da questa datazione.
PIAZZA SAN MARCO A convalidare la sua tesi sarebbero anche alcuni frammenti di metallo e ceramica trovati accanto ai noccioli, secondo il noto archeologo materiali utilizzati all’epoca per riempire i corsi d’acqua per costruire la città.
Lo studio ancora non è stato reso disponibile alla comunità scientifica, ma che sotto la Piazza scorresse un canale, oltre che da fonti scritte, è confermato da altri ritrovamenti avvenuti durante i lavori di consolidamento del campanile di San Marco, nel 2011.
Allora, sotto tre livelli diversi di pavimentazione, era spuntata l’antica sponda di rio Batario. Prima di essere interrato, nel 1172, sotto il doge Sebastiano Ziani, questo rio scorreva dalle Procuratie Nuove a quelle Vecchie per gettarsi in laguna.
Piazza San Marco si è nel tempo trasformata nel “salotto d’Europa“, ma in origine era molto più piccola degli attuali 170 metri di lunghezza sui quali si sviluppa. Lo stesso Palazzo Ducale era poi completamente circondato da un canale e l’interramento dei corsi d’acqua poteva renderla più ampia e importante.
Ancora a San Marco, davanti alla parete sud della Basilica e alla Porta della Carta di Palazzo Ducale, ad agosto un altro ritrovamento importante sembra riportare al primo Medioevo.
Durante i lavori per l’impermeabilizzazione dell’ingresso della basilica per salvaguardarla dall’acqua alta, gli operai si sono imbattuti infatti in due scheletri umani, un uomo e una donna che, secondo i primi risultati dell’analisi del terreno, potrebbero risalire a più di mille anni fa. La soprintendenza di Venezia, che ha seguito gli scavi, ancora non ha formulato e reso noto gli esiti degli studi condotti. Al momento restano così alle cronache sole le primissime ipotesi, tra cui quelle che l’uomo e la donna potrebbero essere stati sepolti prima dell’edificazione della Basilica nell’828, o che possano risalire agli inizi del IX secolo, all’epoca in cui la sede dogale fu trasferita nella zona di Rivus Altus.
Una sepoltura riconducibile invece all’ VIII sec è stata rinvenuta a Torcello. Al di là del ritrovamento dello scheletro, quello di un giovane uomo di cui non si è conservato però il cranio, lo scavo ha fatto emergere come, tra l’ VIII e il IX sec, nell’isola esistessero molte case in legno, strutture produttive e magazzini risalenti anche al VI e VII secolo, quando Torcello probabilmente è diventato uno scalo importante in sostituzione del porto di Altino, allora colonia e centro economico-commerciale di grande rilevanza.
Quando si è configurato un insediamento lagunare stabile a Torcello? Non prima del V secolo, periodo cui rimandano alcune strutture abitative parzialmente in muratura ritrovate grazie agli scavi. Ugualmente a Olivolo (lungo il canale di San Pietro di Castello sono recentemente stati scoperti “residui strutturali di mura e lunghe fondazioni”) e a San Lorenzo di Ammiana.
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