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Quanti anni ha il tuo cuore? Ora è possibile saperlo

Quanti anni ha il tuo cuore? Ora è possibile saperlo

Un nuovo algoritmo basato sull’intelligenza artificiale rivela l’età reale del cuore, aprendo la strada a diagnosi precoci e trattamenti mirati per ridurre i rischi di malattie cardiovascolari

“Il cuore non ha età” cantava Franco Bagutti, ma la scienza medica dice il contrario: il muscolo cardiaco ha una sua età biologica che può che può essere molto diversa da quella riportata sulla carta d’identità della persona nel cui torace batte. E questa età del cuore gioca un ruolo fondamentale nella nostra salute cardiovascolare.
Lo rivelano i risultati di una ricerca presentati in occasione dell’incontro dell’Associazione europea del ritmo cardiaco (Ehra), evento scientifico della Società europea di cardiologia che riunisce alcuni tra i massimi esperti di gestione delle aritmie e si chiude oggi, 1 aprile 2025, a Vienna. Lo studio, al tempo stesso, presenta però un innovativo algoritmo basato sull’intelligenza artificiale che potrà risultare fondamentale nella prevenzione, migliorando la diagnosi precoce e le strategie preventive nell’assistenza sanitaria cardiovascolare, con risultati più efficaci.

cuore

Quanto incide l’età del cuore sulla salute cardiaca

Il lavoro condotto per 15 anni dal team di ricercatori ha infatti permesso di sviluppare e addestrare una rete neurale profonda, basandola su un set di oltre 425 mila elettrocardiogrammi a 12 derivazioni raccolti, testati e convalidati su una coorte indipendente di più di 97 mila ecg. E’ stato così possibile sfruttare le potenzialità messe a disposizione dall’Ai per calcolare l’età biologica del cuore, che si associa al suo corretto funzionamento. L’algoritmo ha in tal modo calcolato che a un’età cardiaca ecg superiore di 7 anni a quella cronologica dell’organo si può associare un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause del +62% e addirittura del +92% guardando ai soli eventi cardiovascolari avversi gravi.
Al contrario, se l’età del cuore risulta di 7 anni inferiore rispetto a quella anagrafica, il rischio di morte per tutte le cause del -14% e quello per eventi cardiovascolari maggiori del -27%. E non solo. I soggetti con scompenso cardiaco hanno mostrato sistematicamente età cardiache ecg aumentate, unite a tempi più lunghi sia per il viaggio del segnale elettrico del cuore attraverso i ventricoli, causando la contrazione, sia per il completamento del ciclo di contrazione e rilassamento del muscolo.

Le conclusioni e le possibili applicazioni future

Queste correlazioni sono state ritenute significative dai ricercatori al fine di suggerire come l’età cardiaca calcolata dall’Ai attraverso l’analisi dell’ecg possa riflettere efficacemente vari processi di depolarizzazione e ripolarizzazione cardiaca, ovvero influisca sui segnali che inducono contrazioni e rilassamenti. E proprio gli indicatori di rimodellamento elettrico all’interno del cuore possono a loro volta indicare le condizioni di salute cardiaca sottostanti e la loro associazione con lo scompenso cardiaco. “E’ fondamentale – ammette Yong-Soo Baek, professore associato dell’ospedale universitario di Inha, in Corea del Sud – ottenere una dimensione del campione statisticamente sufficiente in studi futuri per convalidare ulteriormente questi risultati. Questo approccio migliorerà la robustezza e l’applicabilità dell’algoritmo nelle valutazioni cliniche della funzionalità e della salute cardiaca”. Il potere predittivo messo a disposizione dalla tecnologia, cioè, potrebbe quindi essere utilizzato per identificare gli individui con una più elevata età biologica basata sul funzionamento del cuore, indirizzandoli verso trattamenti intensivi. Integrare la Ai nella diagnostica clinica si tradurrebbe in un “potenziale cambiamento di paradigma nella valutazione del rischio cardiovascolare”, conclude Baek.

Alberto Minazzi

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