Società +

Quando fummo a un passo dall’estinzione

Quando fummo a un passo dall’estinzione

Lo studio internazionale pubblicato su Science: per oltre 110 mila anni i cambiamenti climatici misero a rischio la nostra specie

Oggi i cambiamenti climatici spaventano per il surriscaldamento della Terra e per gli effetti che questo può provocare sulle condizioni di vita dell’uomo.
Ma, al contrario, in un passato remoto è stata una lunga glaciazione a mettere davvero a serio rischio la presenza dell’uomo sul pianeta.
E se, oggi, al mondo si sono superati gli 8 miliardi di esseri umani, guardando al lontanissimo periodo tra circa 930 mila e 813 mila anni fa, i numeri sono totalmente diversi.
Allora, l’estinzione della nostra specie fu davvero a un passo, perché, per 117 mila anni, la popolazione umana in età riproduttiva scese a soli 1.280 individui in età fertile.
Più o meno il numero odierno dei panda.

Il collo di bottiglia genetico

Alla sorprendente conclusione sul rischio di estinzione corso dall’uomo nella preistoria è arrivato un team internazionale di ricercatori cinesi e italiani, che hanno appena pubblicato sulla rivista Science i risultati dello studioInferenza genomica di un grave collo di bottiglia umano durante la transizione dal Pleistocene inferiore a quello medio”.
La drastica riduzione della popolazione umana, pari al 98,7% circa degli esseri allora presenti sul pianeta, si legò, secondo la ricostruzione degli studiosi, alla fase glaciale, la cosiddetta “transizione medio-pleistocenica”, che, insieme agli sbalzi delle temperature, provocò anche gravi aridità in Africa e l’estinzione di altre specie di grandi mammiferi, in molti casi utilizzate dagli esseri umani come cibo.

estinzione

 

La glaciazione e la perdita di diversità genetica

Per approfondire la conoscenza sulle dimensioni della popolazione del Pleistocene, il gruppo di lavoro coordinato da Haipeng Li, che ha coinvolto anche gli atenei italiani “La Sapienza” di Roma e l’Università di Firenze, ha sviluppato una metodologia basata sulla variabilità genetica umana, consentendone la ricostruzione a ritroso nel tempo.
Partendo dalle sequenze genomiche complete di 3.154 individui attuali di 50 diverse popolazioni umane e combinandole con informazioni su clima e fossili è stato così possibile calcolare una probabilità composita, da cui è derivata la stima che, in quell’arco di oltre 110 mila anni, la grave crisi demografica possa essere causa di cancellazione di circa il 65,85% della diversità genetica allora esistente.

A un passo dall’estinzione

Nel corso dei millenni, sono state numerose le fluttuazioni numeriche degli esseri umani presenti sulla Terra. E, sottolineano gli studiosi, “la storia delle dimensioni della popolazione è essenziale per studiare l’evoluzione umana”.
Oltre che con i grandi cambiamenti climatici, il declino sarebbe coinciso anche con i successivi eventi di speciazione. E la lotta per la sopravvivenza potrebbe così aver giocato un ruolo nella formazione dei cromosomi umani moderni.
Il collo di bottiglia, prosegue lo studio, sarebbe “congruente con un sostanziale divario cronologico nella documentazione fossile africana ed eurasiatica disponibile”.
In altri termini, i risultati genetici trovano conferma nella lacuna di fossili umani per circa 300 mila anni, in quasi perfetta coincidenza con il periodo del collasso demografico emerso dallo studio.

estinzione

Il passo verso l’Homo heidelbergensis

La ripresa di evidenze paleoantropologiche è ricominciata circa 650 mila anni fa, con l’Homo heildelbergensis.
“Durante un “bottleneck” (collo di bottiglia, ndr), i normali equilibri ecologici e genetici vengono sconvolti, aumentando la probabilità che si vengano a fissare varianti genetiche inattese, contribuendo all‘emergere di una nuova specie”, spiega Giorgio Manzi, del Dipartimento di Biologia ambientale della Sapienza.
La riduzione numerica dell’uomo potrebbe dunque essere stata fondamentale per far emergere questa nuova specie umana, definita da Fabio Di Vincenzo, dell’Università di Firenze “un vero e proprio ultimo antenato comune, ossia la forma umana che si diffuse dall’Africa in Eurasia, dando origine all’evoluzione di tre diverse specie: Homo sapiens in Africa, i Neanderthal in Europa e i Denisova in Asia”.

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Tag:  preistoria, uomo