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Quando l'arte incontra lo sport: “Graffitismo Italiano” a Mestre

Quando l'arte incontra lo sport: “Graffitismo Italiano” a Mestre
Graffitismo Italiano

Un viaggio tra arte e fitness, con 30 opere che raccontano l’evoluzione del writing, da New York all’Italia. In una palestra

Non si tratta solo di un percorso espositivo, ma di un’occasione unica per unire due mondi apparentemente distanti: l’arte e lo sport, creando un dialogo profondo sotto il segno dell’inclusione e dell’impegno sociale. “Graffitismo Italiano” è la nuova mostra che coinvolge John Reed Fitness, il Museo Folligeniali e la Scuola d’Arte Bergognone di Lodi, nota per il suo progetto di terapia artistica per giovani in difficoltà. L’esposizione esplora il fenomeno del writing, nato negli anni Sessanta a New York, e la sua evoluzione in Italia e in Europa.

Sede della mostra sono gli spazi di una palestra in via Carducci, a Mestre che, dopo il successo di “Picasso Celebration”, omaggio al celebre fondatore del Cubismo attraverso fedeli riproduzioni realizzate dagli artisti del collettivo Folligeniali, apre nuovamente le sue porte all’arte con una nuova esposizione.
Graffitismo Italiano” celebra il meglio della street art italiana con 30 opere multiformi che spaziano dai murales ai dipinti su tela, dai graffiti agli adesivi. A realizzarle sono stati una ventina di artisti emergenti o già accreditati, ovvero Ron Miller, Lorenzo Panigalli in arte Nipa, William Gervasini in arte Wrz ‘Art, Eto, Rancy, Delgorio e Giorgio Bartocci e ancora Sorte, Manri Voodoo.

Graffitismo Italiano

L’arte nella vita

Una parte delle opere nascono dall’estro creativo degli allievi della Scuola d’Arte Bergognone di Lodi, istituzione fondata nel 1975 da Angelo Frosio, l’eclettico cremasco che Vittorio Sgarbi invitò alla Biennale d’Arte di Venezia a esibirsi in una performance artistica del tutto originale: un concerto per pianoforte e vacche sotto la neve.
Maestro d’arte ed esperto tecnico caseario, Angelo Frosio è il fondatore della Scuola d’Arte Bergognone di Lodi (Cooperativa Sociale dal 1986 e ONLUS dal 1998), la prima scuola in Italia ad aver riconosciuto, nel lontano 1975, l’espressione artistica come mezzo di crescita personale e di socializzazione. Un approccio rivoluzionario, grazie al quale Frosio ha sviluppato un progetto sperimentale che utilizza l’arte come strumento di recupero e valorizzazione delle persone fragili. L’arte qui non è vista solo come terapia, ma come componente centrale della vita, incorporando diversi aspetti: socialità, lavoro, comunicazione e spiritualità.

Espressione e naturale continuazione dell’esperienza della Scuola d’Arte Bergognone è, dal 2010, il Museo Folligeniali, dove sono esposte, insieme ai variegati lavori degli allievi della Scuola, anche opere di artisti contemporanei famosi.
Al suo interno vi è infatti anche la cosiddetta “Stanza dei Maestri” che raccoglie dipinti dei grandi maestri del Novecento, da Enea Ferrari a Ugo Stringa, da Hsiao Chin ad Attilio Maiocchi a Claudio Pollini, da Vincenzo Agnetti a Piero Manzoni.

Da Lodi a Mestre, un viaggio tra bellezza e speranza

“Una prima grande mostra dedicata Graffitismo Italiano era stata realizzata al Museo Folligeniali di Lodi.
Cento le opere esposte, di queste ne sono state selezionate 30 per l’esposizione organizzata alla Palestra John Reed Fitness di Mestre – spiega il promotore dell’evento, Samuele Frosio, figlio di Angelo e Amministratore Unico di RSG Group Italia, un gruppo tedesco attivo a livello internazionale nel settore del fitness – Una decina di opere sono stare realizzate in collaborazione con i ragazzi della Scuola d’Arte Bergognone di Lodi, tra queste figura un grande collage, un’opera collettiva che riassume le tematiche del graffitismo italiano e internazionale”.

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Il collage, opera collettiva della Scuola d’Arte Bergognone di Lodi

Tra le altre opere esposte, il grande “cuore” realizzato dall’artista Delgorio, dal titolo “We need more love in a cold world” (abbiamo bisogno di più amore in un mondo freddo), un graffito che ben esprime il valore intrinseco della street art: “lanciare un messaggio di bellezza e di speranza reagendo al grigiore della fredda e malinconica quotidianità”, come specifica la curatrice della mostra Benedetta Fabris.

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Delgorio, “We need more love in a cold world”

Da espressione giovanile e illegale, tipica dei bassifondi delle metropoli, il writing, progenitore della moderna street art, si è nel tempo trasformato da “atto vandalico” in una vera e propria forma d’arte, capace di “rigenerare” le superfici degli spazi pubblici, soprattutto quelle degradate.

Street Art: dalla periferia al cuore del mondo dell’arte

Oggi la street art è un movimento artistico riconosciuto e quotato anche a livello economico.
Basti pensare al britannico Banksy o a Blu, uno degli street artist italiani più famosi al mondo, tanto da essere citato dal giornale inglese “The Guardian”, che lo ha definito come uno dei più importanti in circolazione.
Di Blu, come di Banksy, non si conosce né il nome né la data di nascita ma si ipotizza sia nato agli inizi degli anni ’80 a Senigallia, nelle Marche. Ed il celeberrimo Banksy, che Mestre ha già celebrato quest’anno nella mostra non autorizzata “Banksy. Painting Walls”, allestita all’M9 – Museo del ’900, è virtualmente presente anche nell’esposizioneGraffitismo Italiano”, grazie a due citazioni che riprendono le uniche due opere realizzate dall’artista inglese in Italia: la “Madonna con la pistola” nel centro storico di Napoli, in piazza dei Girolamini e il “Bambino migrante”, il murales realizzato dall’artista su una parete nelle vicinanze di Campo San Pantalon a Venezia.
“Riprodurre queste due opere celeberrime rappresenta in realtà una provocazione.

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Citazione “Madonna con la pistola” di Banksy

 

Street Art Italiana: Giovani Talenti in Mostra

Oggi Banksy è una super star, il re della street art, ma in Italia ci sono molti artisti emergenti di grande potenziale che non vengono considerati dalla critica artistica – aggiunge Samuele Frosio – L’esposizione mestrina, oltre a offrire spazio ad artisti giovani e di grande valore, il cui talento è spesso sottovalutato, intende riconoscere l’importanza dell’arte come parte integrante della propria identità.
“Graffitismo Italiano” si inserisce infatti in un più ampio progetto artistico del marchio John Reed che non si limita solo abbellire gli spazi dei propri centri fitness con opere pittoriche ma vuole anche stimolare curiosità e interesse verso l’arte sia negli abituali frequentatori delle palestre che nel pubblico esterno”. La mostra è aperta al pubblico ogni sabato, dalle 15 alle 21, fino al 22 marzo 2025, con ingresso libero su prenotazione via Eventbrite.

Claudia Meschini

 

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