Il 15 settembre, alla Fenice, la premiazione del vincitore della 56^ edizione del Premio Campiello
Il campiello è il luogo simbolo della vita pubblica veneziana, dove ci si dà appuntamento attorno alle “vere da pozzo” per raccontare e raccontarsi. È il luogo dell’incontro, della discussione, il posto in cui si concludono affari, dove si condividono le proprie storie. Ed è proprio ispirandosi al nome della commedia di Carlo Goldoni che 56 anni fa il presidente degli Industriali di Venezia, Mario Valeri Manera, fondò Il Premio Campiello, il concorso nazionale di letteratura contemporanea oggi considerato fra i più prestigiosi in Italia. Per l’epoca, quella di Valeri Manera, era un’idea inedita, per certi versi eretica: unire la letteratura – fino ad allora spesso relegata ai salotti e alle discussioni colte ed esclusive – all’impresa. Un ponte fra cultura e industria, prima che si approdasse a pensare che questi due mondi, quando uniti, possono essere uno straordinario fattore di crescita per ogni comunità, generando valore e ricchezza, diventando una volano dell’altra.
Il Campiello è un concorso per la letteratura e per i lettori. Nel senso che dopo una prima scrematura fra centinaia di libri in concorso fatta da una Giuria dei Letterati che ha individuato una cinquina finalista, sarà la Giuria dei Trecento Lettori, anonimi e selezionati su tutto il territorio nazionale, a decretare il vincitore nel corso di una cerimonia al Teatro la Fenice di Venezia che quest’anno si svolgerà la sera del 15 settembre. A contendersi il premio di questa 56^ edizione ci saranno Ermanno Cavazzoni con La galassia dei dementi (La nave di Teseo), Elena Janeczek con La ragazza con la Leica (Guanda), Davide Orecchio e il suo Mio padre la rivoluzione (Minimum Fax), Rosella Postorino con Le assaggiatrici (Feltrinelli) e Francesco Targhetta con Le vite potenziali (Mondadori).
E per tutta l’estate questi stessi autori e il loro libri sono stati, come di consueto, protagonisti di un road show che ha attraversato tutta l’Italia per arrivare, a metà settembre, alla cerimonia di premiazione alla Fenice.
Fra i partner del Campiello, anche Umana, Agenzia per il Lavoro diffusa in tutto il territorio nazionale con direzione generale e anima veneziane, che per il terzo anno consecutivo ha accompagnato il Premio e che il 5 luglio scorso ha portato la Cinquina finalista a Bologna con un evento a Palazzo Pepoli nel quale le letture dei brani in concorso si sono alternate a suggestivi accompagnamenti musicali e ad alcuni short film per raccontare Venezia, Bologna e le loro suggestioni letterarie.
E poi c’è il Campiello Giovani, un concorso letterario per la scrittura di un racconto a tema libero rivolto ai ragazzi di età compresa fra i 15 e i 22 anni. Dal 1996 è esteso a tutto il territorio nazionale e si è rivelato presto uno fra i più importanti premi letterari nazionali dedicato ai giovani. Ed è con il Campiello Giovani che il Premio esprime il suo profondo valore sociale, avvicinando i giovani alla lettura, allo scrivere, all’esperienza della cultura. Moltissimi, e da tutta Italia, i ragazzi che concorrono, anche attraverso la preziosa mediazione del mondo della scuola. Ne emerge uno spaccato di questo Paese forse ancora troppo poco raccontato che infonde orgoglio, e che fa ben sperare.
PREMIO CAMPIELLO
Il “Campiello” è un premio letterario che viene assegnato a opere di narrativa italiana. Istituito nel 1962 per volontà degli Industriali del Veneto con lo scopo di ritagliare un preciso spazio per l’imprenditoria veneta nel mondo culturale italiano.
Nella sua storia, il Premio Campiello ha provato la validità delle sue scelte culturali segnalando all’attenzione del grande pubblico numerosi autori e romanzi che hanno segnato la storia della letteratura italiana. La prima edizione si svolse nel 1963 a Venezia nell’isola di San Giorgio e vide premiare il romanzo di Primo Levi “La Tregua”.
Oggi il Premio, ritenuto uno tra i più prestigiosi d’Italia e tra i più importanti nel panorama editoriale italiano, è un canale con il quale gli Industriali Veneti intendono offrire il loro contributo alla promozione della narrativa italiana e a incentivare e diffondere il piacere per la lettura nella consapevolezza che un premio trovi la sua massima ragion d’essere nel “creare nuovi lettori”.
La scorsa edizione del Premio Campiello – Confindustria Veneto, la cinquantacinquesima, è stata vinta da Donatella Di Pietrantonio con il romanzo L’Arminuta, edito da Einaudi.