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Qualità della vita nell’Italia dei grandi shock: la classifica

Qualità della vita nell’Italia dei grandi shock: la classifica
Bologna

Bologna si riprende la vetta nella classifica del Sole 24 Ore, che dipinge il quadro di un’Italia sull’orlo della crisi. Belluno si piazza al primo posto per “Ricchezza e consumi”

I realizzatori della 33^ indagine sulla Qualità della vita del Sole 24 Ore li hanno definiti “i grandi shock”.
Guerra in Ucraina, caro-energia, inflazione, l’eredità lasciata dal Covid e i primi segnali di recessione economica sono alla base di una crisi che inizia veramente a farsi sentire. E che, confermano i dati appena pubblicati, rende sempre più marcato il divario tra il Nord e il Sud del Paese.
Chi sorride, così, è Bologna, che si riprende dopo un anno la prima posizione tra le province italiane per il livello generale della qualità della vita, calcolato sulla base di 90 indicatori, 40 dei quali aggiornati al 2022.
Si conferma invece fanalino di coda, per il terzo anno consecutivo, la calabrese Crotone, in una graduatoria che vede tutte province meridionali dall’81^ alla 107^ posizione.

Bologna e le altre province al top.

Dal 1990 a oggi, Bologna ha conquistato per la 5^ volta il riconoscimento di provincia in cui si vive meglio.

Al 1° posto nella categoria “Demografia e società” è al 2° per “Ricchezza e consumi”, ma la miglior performance raggiunta in assoluto è quella nell’indicatore “Laureati e altri titoli terziari”, con una percentuale del 44,3% nella fascia di età tra 25 e 39 anni.
Le tematiche più problematiche, nella città felsinea, sono invece quelle legate a “Giustizia e sicurezza”, con un 95° posto generale e il 104° per il totale di delitti denunciati (4.978 denunce ogni 100 mila abitanti).
A seguirla, sono Bolzano, che sale dal 5^al 2^posto (nelle categorie risulta prima per aziende agrituristiche, terza per ricchezza e consumi e quarta per ambiente e servizi) e Firenze, 3^ da 11^ ma con tre primati: cultura e tempo libero, IcityRanch, ovvero livello medio di digitalizzazione speranza di vita alla nascita (84 anni rispetto a una media di 82,2).
La classifica delle migliori città per qualità della vita continua poi con Siena (4^ da 15^), Trento,  5^ da 3^, Aosta, 6^, Trieste, scesa al 7° posto, Milano,  8^, Parma, 9^ e Pisa, 10^.

qualità della vita
(@https://lab24.ilsole24ore.com/qualita-della-vita)

Le migliori e le peggiori performance. La sorpresa di Belluno

Il maggior miglioramento, come posizione nella classifica generale, è stato fatto registrare dalla provincia di Pesaro-Urbino, salita al 25° posto rispetto al 56° del 2021.
In una Lombardia a due velocità (ma comunque con 6 territori tra i primi 30 posti) spiccano poi le performance di Cremona (+26 posti e 11^ posizione in classifica) e Bergamo (14^ e +25).
A livello di categorie, Belluno, cittadina veneta ai piedi delle Dolomiti, guida per la prima volta quella di “Ricchezza e consumi”, che comprende depositi bancari delle famiglie risparmiatrici, spesa delle famiglie per il consumo di beni durevoli, riqualificazioni energetiche, spazio abitativo e reddito medio da pensione di vecchiaia, oltre che popolazione con crediti attivi e prezzo medio di vendita delle case.
Definita dai celti “la città splendente” per la bellezza dei paesaggi che la caratterizzano, Belluno è prima anche per le riqualificazioni energetiche anche se, in generale, ha perso 17 posizioni classificandosi 35° per qualità della vita.
È invece per la 4^ volta al primo posto per “Affari e lavoro” Milano.
Risulta infine addirittura per  la 9^ “medaglia d’oro” in “Giustizia e sicurezza” Oristano.
Pisa, con un guadagno di 22 posizioni in un anno, si piazza davanti a tutti per “Ambiente e servizi”.

Le aree metropolitane e il Sud

Le grandi metropoli italiane sono tra quelle che maggiormente hanno risentito della crisi.
Milano, pur se nella top ten, paga in particolare un’incidenza dei canoni di locazione sul reddito medio superiore al 60% in città. Peggio è andata a Roma che, con una perdita di 18 posizioni, è ora 31^. Tra gli indicatori sottolineati nel report, la capitale ha il record negativo per le cause civili iscritte nei tribunali ed è terzultima per quanto riguarda il benessere delle generazioni più giovani.
Roma è così superata da Genova, sostanzialmente stabile (-1) al 27° posto, e Venezia, che rimane nella top 20 grazie all’8° posto assoluto per “Affari e lavoro” e per alcuni indicatori ambientali: il miglior tasso assoluto di motorizzazione e il 9° posto per un tema molto d’attualità come le ondate di calore.
In discesa Torino (40^, -12) e Napoli (98^, -8), mentre guadagna 7 posizioni, ma è pur sempre 88^, Palermo. A conferma delle difficoltà del Sud, visto che la peggiore non meridionale è Latina (80^) e la peggiore settentrionale Rovigo (77^).

Inflazione e reddito di cittadinanza

Proprio in considerazione dell’inflazione, mai così alta dall’inizio degli anni Ottanta, con cui devono fare i conti le famiglie, il rapporto è stato arricchito di due nuovi indicatori legati al caro prezzi, elaborati sulla base del confronto tra dati Istat di ottobre 2022 e 2021.
Per l’inflazione su prodotti alimentari e bevande non alcoliche, la situazione migliore è quella di Bergamo, dove l’inflazione si è “fermata” al +10% (contro una media nazionale del +13,77%), seguita da Como e Biella. Il non invidiabile ultimo posto è invece di Aosta: +22,9%.
Le due province della Basilicata, Matera e Potenza, sono invece le uniche in cui, sia pur di poco, l’inflazione su energia, gas e prodotti combustibili non ha superato il +100% (la media italiana è di +137,03%). Anche qui, chiude Aosta, con il +196,6%.
Un ulteriore tema di grande attualità, quello del reddito di cittadinanza, conferma infine le grandi differenze tra Sud e Nord.
Il record di percettori dell’assegno è di Crotone, con 55,2 ogni 1.000 abitanti, seguita da Palermo e Napoli. A Bolzano, al contrario, sono appena 0,53.

Alberto Minazzi

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