Milano supera Bolzano in vetta alla classifica di Italia Oggi. Monza e Brianza sale sul podio, Verona nella top 10. Ravenna, Trieste, Bergamo e Venezia novità tra le prime 20
Il concetto di “qualità della vita”, fanno notare gli esperti, è in continua evoluzione, perché le esigenze e le aspirazioni delle comunità moderne portano a integrare nuovi parametri in luogo di altri che risultano al contrario superati.
Non deve allora sorprendere che le aree metropolitane, soprattutto quelle del Centro-Nord, siano sempre più ai primi posti delle classifiche.
La tendenza, che era iniziata già dopo la pandemia, quando le metropoli si sono dimostrate più resilienti e capaci di reagire ai grandi shock, è confermata dai risultati della 26^ edizione dell’indagine di ItaliaOggi-Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma. Ed è perfettamente espressa sia dal primo posto conquistato da Milano che dall’ascesa di Monza e Brianza fino alla terza posizione.
Qualità della vita: i segreti di Milano, nuova regina italiana
Lo studio è articolato in 93 indicatori di base, articolati in 9 dimensioni, che variano dal lavoro agli affari, dall’ambiente a sicurezza e giustizia. Per invertirsi di posizione con Bolzano, ora seconda, conquistando il gradino più alto del podio, Milano ha potuto contare sull’ottima performance, valsa il “gruppo 1” in 8 dimensioni. Compreso l’ambiente, anche se Italia Oggi sottolinea che il risultato dipende solo per il 25% da dati oggettivi come l’inquinamento, basandosi soprattutto sull’attività degli amministratori.
L’unico tallone d’Achille del capoluogo lombardo, peraltro comune a tutte le metropoli, è il posizionamento nel “gruppo 4” per quanto riguarda la sicurezza.
Servizi, soglia di reddito, infrastrutture e vitalità del tessuto produttivo sono al contrario i principali elementi di qualità dei centri urbani, con un peso significativo legato al fatto che il Pil italiano è ormai prevalentemente prodotto dalla dimensione servizi delle grandi città, ma anche alla novità dell’introduzione, tra le dimensioni dell’indagine, dei dati sul turismo.
Le città in ascesa
Anche se l’indagine ha rilevato un lieve peggioramento generale, con le città in cui la qualità della vita è buona o accettabile in 62 province, contro le 63 e 64 delle 2 edizioni precedenti, gli scossoni sono stati relativi.
Tra le province in ascesa, Monza e Brianza (prima per la qualità ambientale davanti a Padova, Reggio Emilia e Mantova), 8^ nel 2023, ha portato via il terzo posto a Bologna, comunque scivolata di una sola posizione, così come Trento (ora 5^). Dietro a Padova, stabile 6^, spicca Verona, passata dal 16° al 7° posto.
Il capoluogo scaligero è 3° (dietro a Bolzano e Bologna) per la dimensione “Affari e lavoro”, mentre Enna, pur solo 100^ assoluta, guida per “Reati e sicurezza”. Rovigo è invece prima nel nuovo indicatore sul tasso di inattività tra i 25 e i 34 anni e risale dal 64° al 51° posto. Il balzo più alto (dal 48° al 27° posto) è comunque quello di Ferrara. Roma invece entra per la prima volta tra le 30 del “Gruppo 1”, in cui guadagnano la “Top 20” Ravenna (da 24^ a 11^), Trieste (da 30^ a 14^), Bergamo (da 23^ a 15^ ) e Venezia (da 25^ a 20^).
Il divario Nord-Sud si amplia
La peggiore performance su base annuale è stata invece quella di Savona, scivolata dal 43° al 63° posto.
Il dato che però fa più riflettere è l’aumento della distanza tra le realtà del Nord e quelle del Sud, dove sono in aumento le aree di disagio. Pur ai primi posti nella dimensione del “Sistema salute”, il nuovo fanalino di coda è Caltanissetta, preceduta da Reggio Calabria (che ha perso 11 posizioni), mentre Crotone, che era 107^ e ultima, è risalita al 101° posto.
Anche molte posizioni di coda nelle singole dimensioni sono appannaggio di realtà Meridionali. Per “Affari e lavoro”, ultima è Napoli (95^ assoluta). Per “Ambiente”, chiude la graduatoria Catania (al 98° posto della classifica finale). Nella “Sicurezza sociale”, la peggiore è Taranto, 99^ nella somma di punteggi di tutte le categorie. E tra le 22 province del “Gruppo 4” non ce n’è nessuna che appartenga a regioni non del Sud o dell’Italia insulare.
Alberto Minazzi