Pubblicata la nuova edizione di Eduscopio.it, il portale della Fondazione Agnelli che aiuta studenti e famiglie nell’orientamento dopo la terza media
Quella della scuola superiore dove proseguire gli studi una volta finita la terza media è la prima vera grande (e in molti casi tutt’altro che facile) scelta sul percorso di formazione che un ragazzo e la sua famiglia sono chiamati a fare.
Il ventaglio di possibilità, dai licei agli istituti professionali, è infatti estremamente variegato. E incidono innanzitutto le prospettive di proseguire un domani la preparazione a livello universitario oppure di provare a entrare subito nel mondo del lavoro.
In entrambi i casi, è comunque innegabile che ci siano scuole che possono offrire più opportunità di altre.
Lo dicono i dati oggettivi. Quelli che la Fondazione Agnelli dal 2014 analizza per la realizzazione del portale Eduscopio.it.
Le migliori scuole secondo Eduscopio.it 2024
L’edizione 2024 di questo importante strumento, messo a disposizione gratuitamente di chiunque, è stata appena pubblicata online ed è frutto del lavoro del gruppo coordinato da Martino Bernardi, che ha preso in considerazione i risultati di circa 1,347 milioni di diplomati italiani negli anni scolastici dal 2018/19 al 2020/21 in circa 8.150 indirizzi di studio delle scuole secondarie di secondo grado statali e paritarie.
Tra le novità dell’11^ edizione , l’analisi, separata dagli altri indirizzi del liceo scientifico, dei dati sugli studenti del liceo sportivo. Inoltre, è stato rinnovato il meccanismo di georeferenziazione su cui si basa il motore di ricerca interno al portale. Il sito offre infatti la possibilità di individuare, in base all’indirizzo scelto, le migliori scuole del proprio territorio in base all’indice Fga, che pesa al 50% la velocità nel percorso di studi e la qualità negli apprendimenti.
I migliori in classifica
Per esempio, il “Nervi-Ferrari” di Morbegno, con 90,55 punti si conferma ai primi posti a livello nazionale, dove spiccano anche il “Da Vinci” di Jesi, il “De Gasperi” di Borgo Valsugana, il “Fermi” di Padova, il “Marie Curie” di Savignano sul Rubicone, il “Vallauri” di Fossano.
A Roma, tra i licei classici guida il “Visconti” (80,65), tra gli scientifici il “Righi” (88,35) e tra gli istituti tecnici il “Da Vinci”.
A Milano, il paritario “Sacro Cuore” è primo tra i classici, il “Volta” (87,39) tra gli scientifici e il “Marcora” di Inveruno tra gli istituti tecnici.
Come utilizzare il portale
Dalla sua nascita, sono circa 3,1 milioni gli utenti unici che hanno visitato Eduscopio.it, consultando oltre 14,8 milioni di pagine. Per accedere è sufficiente rispondere ad alcuni semplici quesiti che, in pochi click, porteranno alla visualizzazione dei risultati relativi alle scuole che si trovano nella zona di residenza e propongono l’indirizzo di studi selezionato dallo studente, chiamato a dire se, dopo il diploma, intende lavorare o proseguire gli studi all’università.
Le analisi e i confronti di Eduscopio si riferiscono infatti a due compiti educativi fondamentali. Da un lato, la capacità dei licei, ma anche degli istituti tecnici, di preparare e orientare gli studenti a un successivo passaggio agli studi universitari. Dall’altro, la capacità degli istituti tecnici e degli istituti professionali di preparare gli studenti a un positivo ingresso nel mondo del lavoro per quanti, dopo il diploma, vogliono subito trovare un impiego.
“Da sempre – sottolinea il direttore, Andrea Gavosto – la Fondazione Agnelli pensa Eduscopio come una risorsa che, insieme alla piattaforma FUtuRI, sviluppata con Fondazione De Agostini, può efficacemente integrare un più ampio e sistematico impegno di orientamento al proseguimento degli studi, che a nostro avviso rappresenta la principale missione della secondaria di primo grado, per tutti i 3 anni”.
L’effetto-Covid
I dati ricavati dalle analisi hanno anche consentito alla Fondazione Agnelli di evidenziare come la pandemia abbia prevedibilmente avuto effetti assai negativi per gli esiti universitari dei diplomati di quegli anni. Si sottolinea, in particolare, nonostante il fatto che chi ha terminato gli studi superiori nell’anno scolastico 2020/21 ha conseguito un voto di maturità più alto (in media 83 contro il 77 del 2019), la crescita della quota di chi non ha dato esami al primo anno di università: quasi 1 su 5 contro la percentuale attorno al 14% pre-Covid.
Inoltre, sono risultati in lieve peggioramento sia la percentuale di crediti universitari acquisiti rispetto al programma dell’anno sia la media dei voti agli esami.
Più confortanti, invece, i dati sull’occupazione di quanti non hanno proseguito all’università, ritornati per i diplomati del 2021 negli istituti tecnici e professionali ai livelli pre-pandemici. A lavorare almeno 6 mesi entro i primi 2 anni dal conseguimento dal diploma è stato infatti quasi il 35% dei diplomati che non si sono immatricolati all’università, con una crescita del 5% rispetto al 2020.
Alberto Minazzi