Salute +

Proroga stato di emergenza sarà legge. Cosa può cambiare da aprile

Proroga stato di emergenza sarà legge. Cosa può cambiare da aprile

Una proroga dello stato di emergenza così lunga non si era mai vista, perché la legge italiana prevede che questa condizione possa durare al massimo 2 anni.
Il decreto del 24 dicembre 2021 che ha previsto di sforare eccezionalmente questo limite temporale adesso però è avviato a diventare legge.
Il Senato ha infatti già approvato il provvedimento e ieri la Camera dei Deputati ha dato ieri il suo ok, con 452 favorevoli e 53 contrari, al voto di fiducia sul testo.
L’esame degli ordini del giorno proseguirà oggi, 17 febbraio, fino al voto finale che completerà l’iter di conversione, atteso verso l’ora di pranzo.

La proroga dello stato di emergenza

L’Italia è ufficialmente in stato di emergenza, per le straordinarie condizioni sanitarie legate al Covid, dal 31 gennaio 2020.
Fu l’allora Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a proclamarlo, legando all’andamento della situazione del contagio l’opportunità del prolungamento.

proroga stato di emergenza
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il Nuovo Dpcm – 3 Dicembre 2020

Di proroga in proroga, a fronte di una situazione epidemiologica che, pur tra alti e bassi, non si è mai normalizzata, si è quindi arrivati alla scadenza “naturale” dei 2 anni e successivamente, di fronte alla quarta ondata, legata alla variante Omicron, al 31 marzo 2022.
Un limite che, comunque, il premier Mario Draghi sembra stavolta non essere intenzionato a oltrepassare.

Lo stato di emergenza: cosa comporta (e cosa potrebbe cambiare)

La condizione emergenziale riconosciuta dal Governo attribuisce allo stesso Esecutivo e alla Protezione Civile poteri speciali, oltre a prevedere la costituzione di strutture straordinarie, come quella commissariale o il Comitato Tecnico Scientifico, ed atti legislativi ad hoc come i Dpcm, che non prevedono il passaggio parlamentare.
Quando lo stato d’emergenza verrà meno, il Governo non potrà quindi approvare leggi e decreti con procedure rapide e abbreviate, come avvenuto in questi anni. In sostanza, non sarà più possibile derogare ad altre leggi o limitare alcuni diritti dei cittadini (come avvenuto ad esempio col lockdown, con il coprifuoco o con il sistema a fasce colorate per le regioni) soltanto in base ai motivi sanitari.

Anche misure come l’obbligo di indossare le mascherine o il rispetto del distanziamento sociale sono strettamente collegate allo stato di emergenza. Così come la facoltà, in capo ai presidenti di Regione, di applicare ordinanze che stabiliscano sui rispettivi territori norme più restrittive rispetto a quelle adottate per motivi sanitari nel resto del Paese.

Gli obblighi che restano anche in caso di fine dello stato di emergenza

Vi sono però alcune norme che è già previsto rimarranno in vigore anche oltre il 31 marzo, indipendentemente da un’altra proroga dello stato di emergenza.
Ad esempio, l’obbligo vaccinale generalizzato per chi ha più di 50 anni, in vigore da fine gennaio, o quello di presentare il Super Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro (operativo da un paio di giorni) sono destinati a durare fino al 15 giugno.

proroga stato di emergenza

Il futuro e le questioni aperte

Proprio riguardo alla certificazione verde Covid, però, è aperto il dibattito se mantenere in piedi anche in caso di mancata ulteriore proroga dello stato di emergenza il sistema che lega la possibilità di svolgere alcune attività alla presentazione del codice attestante il completamento del ciclo vaccinale, la guarigione dal Covid o l’effettuazione di un test risultato negativo nelle ore immediatamente precedenti.
Vi è infine il tema del lavoro agile. È proprio in base allo stato d’emergenza che si è data facoltà ai datori di lavoro, pubblici e privati, di stabilire un’organizzazione più elastica delle mansioni con la possibilità di ricorrere allo smart working anche quando questo non è previsto dal contratto di lavoro. Una delle eredità positive della pandemia potrebbe però essere quella di aver introdotto nel mondo lavorativo una maggior flessibilità, destinata ad andare oltre la situazione emergenziale contingente.

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.