“Ogni libro racconta una storia che va al di là delle parole che si leggono in esso: storie delle persone che l’hanno usato, delle annotazioni e dei disegni lasciati nei margini. Se un libro racconta una storia, migliaia di libri fanno la storia”.
A dirlo è Cristina Dondi, curatrice della mostra “Printing Evolution 1450 – 1500. I 50 anni che hanno cambiato l’Europa”, la mostra sull’evoluzione della stampa dai suoi albori fino al 1500, allestita a Venezia dalla Fondazione dei Musei Civici nelle sale del Museo Correr con una sezione nelle sale monumentali dell’adiacente biblioteca Marciana.
Non a caso realizzata proprio nella città lagunare, diventata nel 1500 uno dei centri internazionali della stampa e dell’editoria, uno dei fattori fondamentali dello sviluppo economico e culturale che l’hanno portata a vivere nel ‘500 il suo secolo d’oro. Una mostra particolare, nata da una grande ricerca a respiro europeo, “15cBookTrade”, che ha coinvolto l’Università di Oxford, British Library e Venezia, guidata proprio da Dondi, docente al Lincoln College di Oxford, che ha analizzato negli anni ben 50.000 libri, gli incunaboli, presenti in 360 biblioteche tra le quattromila sparse tra Europa e Americhe. Sono il 10 per cento del mezzo milione di libri stampato in questo periodo, per mettere in piedi un poderoso database che permette di tracciare la circolazione dei libri attraverso i secoli. Una visualizzazione scientifica del movimento degli incunaboli, dove nel software basta inserire il titolo di un libro, e sullo schermo compare la sua straordinaria storia: il luogo dove è stato stampato, dove ora si conserva, e in mezzo il viaggio che lo ha visto protagonista, i proprietari che si sono succeduti magari con i loro appunti e i loro pensieri annotati a margine, che permettono di tracciare la circolazione del sapere e delle idee.
Un’analisi che consente di capire l’impatto economico e sociale avuto nell’Europa moderna che si stava formando, tanto da ribaltare alcuni luoghi comuni, che vedevano il libro stampato come oggetto elitario. La ricerca dimostra invece che la diffusione endemica della stampa era dovuta a una domanda dei più. L’alba della storia moderna vede la nascita di università, l’espansione di centri urbani causati dalla pressione demografia e la nascita di una borghesia mercantile che aveva delle esigenze specifiche, anche quella di leggere e avere dei libri propri. Il libro copiato a mano, prezioso per la sua unicità e rivolto all’uso collettivo di pochi eletti, lascia quindi posto a quello stampato in maniera seriale. Le richieste di avere libri iniziano a provenire da studenti, mercanti, medici, avvocati ma anche dalla gente comune, uomini, donne e bambini. Lo si verifica dai titoli stampati, che riguardano letteratura, Legge, teologia, letteratura devozionale, astronomia, medicina, storia, matematica, geografia e molto altro. Si stampano grammatiche per bambini per imparare a leggere e scrivere: una copia costa 4 soldi, quanto il valore di un pollo o due chili di ciliegie al mercato, che dimostra un acquisto a cui poteva accedere una buona parte della popolazione. I libri sono per la maggior parte scritti in latino, ma le richieste per la lingua nazionale fa aumentare la diffusione dei titoli in tedesco, italiano, francesce, olandese, spagnolo, inglese, ebraico e catalano fino allo slavo ecclesiastico. “L’alfabetizzazione diffusa e la circolazione del sapere divennero tratti distintivi della nostra società Europea già nel primo periodo moderno – spiega Cristina Dondi -. Questa mostra vuole ricordare a tutti come la rivoluzione della stampa sia una delle colonne portanti dell’identità europera perché rappresenta valori positivi, trasferibili e condivisibili: istruzione, ricerca e patrimonio culturale”.
Il visitatore troverà un interessante percorso multimediale che gli farà conoscere dunque non solo l’evoluzione storica della stampa ma anche tante curiosità: cosa si stampava nel 15° secolo; l’edizione più costosa; i libri più venduti e più distrutti; quali erano i libri che possedeva Leonardo; le donne autrici, tipografe e lettrici; gli abusi del nuovo mezzo di comunicazione con l’antisemitismo e la compera delle indulgenze. Interessanti i volumi delle Mariegole delle Scuole di San Rocco e San Girolamoche che riguardano le Confraternite veneziane. Una nota triste riguarda, alla fine, la lista degli incunaboli prelevati forzosamente dalla Marciana durante l’occupazione francese dopo la caduta della Repubblica di Venezia per essere portati in Francia. Chissà se sono mai stati restituiti.