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Pressione alta: ecco le novità della Società europea di cardiologia

Pressione alta: ecco le novità della Società europea di cardiologia

Gli esperti pongono l’attenzione ora anche su una nuova categoria di potenziali a rischio

Aumentano le persone da monitorare per la pressione arteriosa alta.
Perché i cardiologi europei, accanto a quella degli ipertesi, hanno introdotto una nuova categoria: quella di chi, comunque, ha una pressione elevata, ovvero una massima tra 120 e 139 millimetri di mercurio mmHg, l’unità di misura della pressione arteriosa, e una minima tra 70 e 89.
Allargando così la platea degli italiani a rischio di quasi dieci milioni di persone.

“PA elevata”: la nuova categoria

Se in Italia gli ipertesi sono circa 18 milioni, con le nuove linee guida salgono infatti a 25-28 milioni le persone che dovrebbero tenere sotto controllo la loro pressione arteriosa.
La nuova categoria, istituita da un team internazionale di specialisti della Società europea di cardiologia ESC, mantiene infatti la definizione esistente di ipertensione con l’aggiunta di una nuova, la “PA elevata”.
Il valore della pressione è dato da due numeri: il primo indica la pressione sistolica (la massima) che si misura al momento in cui il cuore si contrae e pompa sangue nelle arterie; il secondo la diastolica (la minima) che si misura tra due contrazioni mentre il cuore si rilassa e si riempie di sangue.

Per una persona adulta si considerano normali valori compresi tra 120 e 129 mmHg per la pressione massima e tra 80 e 84 mmHg per la minima.
Se fino a qualche tempo fa si iniziava a parlare di ipertensione quando la massima superava i 140e/o la minima i 90, ora i parametri sono cambiati e di fatto le persone a rischio diventano molte di più.
Basti pensare che, secondo i dati del “Progetto Cuore” dell’Istituto Superiore della Sanità, la pressione media della popolazione italiana nella fascia di età tra 35 e 74 anni è di 132/77 mmHg, valori che rientrano nella categoria “pressione elevata”.

I rischi con la pressione alta

L’ipertensione arteriosa non è una malattia ma una condizione che aumenta la probabilità che si verifichino altre malattie cardiovascolari come angina pectoris, infarto miocardico, ictus cerebrale.
Alcuni sintomi quando la pressione è particolarmente elevata sono cefalea, capogiri, palpitazioni, affaticamento, perdita di sangue dal naso e disturbi della vista.
Riguardo ai target da raggiungere con la terapia, i cardiologi europei indicano un valore da 120 a 129 ma più in direzione 120. Diverse le valutazioni da parte della Società europea dell’ipertensione che con valori massimi 130-139 e di minima 85-89 non parla di “pressione alta” bensì “normale-alta” o “pre-ipertensione”. Con la nuova definizione “PA alta” cresce dunque il livello di attenzione su persone che non considerano ancora ipertese, ma da monitorare per decidere se iniziare comunque un trattamento antipertensivo.

Altre novità nelle linee guida 2024

Tutti i pazienti nella categoria dell’ipertensione si classificano per il trattamento mentre quelli nella nuova categoria saranno sottoposti a stratificazioni del rischio cardio-vascolare prima di decidere il trattamento.
Un’altra novità riguarda la proposta di un obiettivo di PA sistolica di 120-129 mmHg nella maggior parte delle persone.
Per contrastare l’ipertensione, è importante la dieta: sodio e potassio la contrastano. Il monitoraggio e l’eventuale trattamento farà il resto. La prevenzione, infatti, serve proprio a identificare e trattare il più precocemente possibile i fattori di rischio cardio-metabolici con le migliori strategie terapeutiche.

Silvia Bolognini

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