Si chiama OMI ed è il Premio che a giorni sarà assegnato alla migliore monografia d’impresa.
In concorso, 64 aziende che si raccontano al grande pubblico con le loro storie fatte di uomini e donne, successi, sfide e progetti per il futuro.
Un settore poco conosciuto ma molto affascinante, quello delle monografie aziendali, e che noi cercheremo di raccontarvi.
Le imprese si raccontano
Cosa sono le monografie d’impresa? In genere si tratta di libri in cui l’azienda traccia il proprio autoritratto, uno strumento di marketing e di comunicazione strategica che si affida a quello che viene definito “storytelling aziendale”. Di sicuro le avrete già viste e magari ne tenete una in casa.
Avete presente quelle bellissime pubblicazioni aziendali, a volte anche voluminose, ben rilegate, piene di fotografie e che raccontano anniversari significativi come i centenari, oppure la storia di un imprenditore famoso? In estrema sintesi sono queste le Monografie d’impresa.
Ma bisogna fare attenzione perché questi prodotti editoriali hanno anche l’obiettivo di veicolare l’immagine delle aziende per affermare la propria reputazione sul mercato: è la cosiddetta brand reputation.
L’Osservatorio Monografie d’Impresa: un archivio e un premio
A raccogliere e studiare questo genere di opere realizzate direttamente dalle imprese ci pensa l’Osservatorio OMI, nato nel 2012 grazie all’intuizione di Mario Magagnino, docente di Comunicazione aziendale all’Università di Verona, insieme a Tiziana Sartori e Stefano Russo.
“Nel suo genere è il primo e unico osservatorio che esiste in Italia e in Europa – ci racconta Magagnino – e si compone di due attività. Da una parte l’Archivio, aperto alla consultazione pubblica e che a oggi raccoglie circa mille monografie, e dall’altra il Premio OMI che viene assegnato ogni due anni e che finora ha contribuito con quasi 300 opere all’arricchimento dell’Archivio”.
Premio OMI 2020
Due le giurie che in questi giorni hanno valutato le opere sulla base di criteri grafici e produttivi, ma hanno preso in esame anche il contenuto con particolare attenzione alla valorizzazione delle risorse umane, delle aspettative per il futuro e della memoria aziendale.
Da una parte la Giuria Juniores, fatta da studenti universitari di economia e comunicazione, e dall’altra la Giuria Seniores che vede la presenza di docenti e professionisti della comunicazione.
“Questo è forse il primo premio in epoca Covid che viene assegnato da “giurie in presenza” – ci dice Magagnino – e grazie a un enorme sforzo organizzativo siamo riusciti a riunire i giurati rispettando le norme di sicurezza anticontagio. D’altro canto non potevamo fare altrimenti perché la valutazione delle monografie passa non soltanto da un esame visivo ma anche tattile”. Oltre ai primi tre classificati, il Premio OMI assegna 6 menzioni tra cui l’attenzione all’ambiente, alla comunità e al territorio, la valorizzazione dell’heritage aziendale e del fattore umano.
Le aziende in concorso
A contendersi il premio di miglior storytelling aziendale quest’anno ci sono 64 monografie aziendali in rappresentanza di 15 regioni italiane, con il Veneto che fa la parte del leone.
“Abbiamo superato ogni più rosea previsione di partecipazione, tanto che siamo stati costretti a chiudere le iscrizioni per via della pandemia e delle difficoltà dei giurati, così abbiamo messo quattro imprese in lista d’attesa per l’edizione 2022 ”, continua Magnagnino. Piccole e grandi, artigianali o industriali, associazioni e fondazioni: le aziende che partecipano all’edizione 2020 del Premio OMI appartengono ai settori più vari che vanno dalla pasticceria ai liquori, dalla Grande Distribuzione Organizzata all’abbigliamento, dai mobili al tabacco fino alla produzione di centrali idroelettriche. Tra i nomi più importanti ci sono l’Associazione Italiana Sommelier; la Noberasco, storico produttore italiano di frutta secca; la Fila, la fabbrica italiand di lapis; la Estel, per il settore arredo casa e ufficio; la Bauli e la Pirelli.
La cerimonia di premiazione si svolgerà il prossimo 10 aprile a Verona nell’Aula Magna dell’antica Provianda Santa Marta, gioiello di archeologia industriale oggi sede dei Dipartimenti di Economia dell’Università di Verona e dell’Osservatorio Monografie d’Impresa.
Luisa Quinto