La misura, pensata soprattutto per i piccoli centri, è contenuta nella Legge di bilancio all’esame delle Camere
I soldi fisici stanno progressivamente lasciando il passo a quelli digitali, ma gli italiani faticano a rinunciare ad avere in tasca monete e banconote. Eppure è sempre più difficile trovare punti in cui effettuare i prelievi. In particolare nei piccoli centri e nelle aree interne, dove è più oneroso per le banche mantenere aperti sportelli e Atm dei bancomat.
Una risposta per ovviare a questo problema è stata pensata adesso dal Governo, che ha inserito nella Legge di bilancio, arrivata in Parlamento per il voto delle Camere, una misura con cui intende autorizzare la possibilità di fare dei prelievi bancomat anche negli esercizi commerciali dotati di apparecchiature Pos.
I prelievi di contanti al negozio
Come spiega la relazione tecnica del provvedimento, l’idea è quella di puntare sul convenzionamento di tabaccai, edicole, farmacie, supermercati e altri esercizi commerciali diffusi sul territorio. Per raggiungere l’obiettivo, è stata così prevista una modifica delle norme antiriciclaggio.
I controlli, affidati agli operatori che forniscono i Pos al negoziante e a quelli che hanno rilasciato la carta al cliente, scatterebbero infatti solo in caso di operazioni tramite soggetti convenzionati e agenti che superino l’importo di 250 euro.
Lo stesso limite applicato ai prelievi da uno sportello bancomat di una banca diversa dalla propria.
Attività su base volontaria
La “trasformazione” dei Pos in sportelli avverrebbe in ogni caso solo su base volontaria da parte dei commercianti.
La misura, aggiunge la relazione illustrativa, si tradurrebbe però in un vantaggio non solo per i cittadini, ma anche per gli stessi esercenti, attraverso una riduzione sia delle giacenze di liquidità nel negozio che dei correlati rischi per la sicurezza. Un tema delicato e da affrontare a livello organizzativo, quest’ultimo, visto che la maggior presenza di contanti potrebbe al tempo stesso richiamare i malintenzionati.
La scomparsa degli sportelli tradizionali
Le carte di debito e credito, attualmente, vengono utilizzate soprattutto per effettuare pagamenti elettronici. Anche perché, rispetto al passato, la diffusione degli sportelli bancari sul territorio è molto meno capillare, visto che le banche hanno provveduto all’eliminazione di una buona parte di questi.
Come evidenziato dalla ricerca del sindacato Uilca dello scorso agosto, tra il 2018 e il 2022, in Italia sono stati chiusi 4.423 sportelli bancari, con una riduzione di quelli attivi del 17,4%.
I comuni non più serviti da banche sono 583 (il totale è sceso del -10,9%) e le persone che vivono in comuni senza banca sono il 6,8% della popolazione italiana: un numero pari ai residenti in Piemonte.
Il sindacato ha quindi effettuato un sondaggio su un campione rappresentativo di 1.400 persone di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Puglia e Basilicata. Ed è emerso che, se il 60% degli intervistati ha dichiarato di andare in banca almeno una volta al mese, più del 70% ha affermato di aver avvertito in maniera significativa la riduzione degli sportelli.
Prelievi bancomat nei negozi: una risposta anche allo spopolamento?
Come ha sottolineato nell’occasione il segretario generale Uilca, Fulvio Furlan, 9 persone su 10 si sono dette dunque insoddisfatte dalla chiusura delle filiali, da molti vissuta come una sorta di “abbandono”. “Le filiali – ha affermato Furlan – costituiscono presidio di sviluppo e legalità, in mancanza del quale intere comunità rischiano di essere lasciate sole”.
La previsione contenuta nella Legge di bilancio può dunque fornire anche un ulteriore strumento di contrasto alla tendenza allo spopolamento nei piccoli centri in alcune zone meno servite d’Italia.
Alberto Minazzi