Presentato ieri sera in prima mondiale, al Lido di Venezia, “Il pianeta in mare”
C’è un pianeta particolare molto vicino a noi.
Lo si conosceva bene fino a qualche decennio fa.
Era fatto di altoforni e ciminiere, di acciaio e di molecole spaccate, di operai, di impianti e di fumo.
Poi ce lo siamo un po’ dimenticati, tanto che qualcuno ogni tanto chiede: ma esiste ancora?
Il pianeta è quello industriale del Petrolchimico di Marghera, con le sue aree per anni chiuse e abbandonate, le sue demolizioni in corso e la sua evoluzione.
“Crediamo che in quegli spazi non ci sia più nulla, più nessuno. Invece non è così – dice il regista Andrea Segre, che su Portomarghera ha girato il suo ultimo film documentario, presentato ieri alla Mostra del Cinema di Venezia – Ci siamo entrati con la telecamera, per raccontare la dimensione un po’ fantascientifica di questo luogo ma soprattutto la sua globalità. Abbiamo voluto documentare cosa c’è ancora in questo pianeta, che ha tanti luoghi dal futuro incerto ma anche un presente molto ricco di storie da raccontare”.
Il pianeta in mare
Parla al plurale Andrea Segre quando racconta de “Il Pianeta in mare”. A fianco a lui hanno lavorato infatti anche il fotografo Matteo Calore e lo scrittore, ricercatore e presidente della Municipalità di Marghera Gianfranco Bettin .
Autorizzati a entrare nei luoghi del Pianeta Marghera, hanno documentato una realtà che pochi conoscono e che “tutt’oggi mette assieme – racconta Gianfranco Bettin -la profondità storica di quei luoghi, la loro connessione con il mondo globale e il fatto che lì dentro c’è un’evoluzione in atto che, nonostante ci sia ancora molto da fare, consente di guardare al futuro con una ragionevole fiducia”.
Il ruolo del pianeta in mare nel mondo
In Il pianeta in mare sono però soprattutto le immagini e i dialoghi, anche nei vari dialetti del mondo, a raccontare.
La storia si delinea infatti attraverso le riflessioni di sei personaggi sul passato ingombrante di Porto Marghera, sulle incertezze per il futuro ma anche sulle nuove produzioni, sulle sue evoluzioni, sulle attuali forme di lavoro e soprattutto sul “ruolo importantissimo che il polo industriale e portuale di Marghera ha ancora, sul mare e sul mondo”.
La globalità di Porto Marghera
“Il titolo viene da una canzone di Alberto d’Amico, che definisce appunto Marghera un pianeta in mare – spiega il regista Segre -ma è anche un modo per raccontare la globalità di questo luogo, dove lavorano persone che provengono da 60 Paesi del mondo, dove arrivano merci da tutto il mondo, dove arriva il petrolio che viene raffinato, il grano che viene lavorato. In quei luoghi che stanno per essere demoliti e bonificati nascono anche nuove aziende -conclude- ma c’è ancora tanto da fare”.
Il Pianeta in mare vive quindi nella sua contraddizione.
“Ha una sua storia lunga 100 anni, un potenziale enorme – rileva Gianfranco Bettin – ma non c’è un sostegno adeguato da parte delle politiche pubbliche del governo centrale. Speriamo che questo film riesca a comunicare la necessità di sostenere Marghera in questo sforzo di rigenerazione e rilancio che sta affrontando“.
Proiezione a Marghera
Il Pianeta in mare sarà proiettato sabato 7 settembre anche nell’ambito di Esterno Notte 2019 a Marghera nell’arena di Cinema Sotto Le Stelle di Piazza Mercato , oltre che al Candiani di Mestre e al Rossini di Venezia (ore 18.30).
A Marghera (ore 21.00) e al Candiani (ore 18.30) saranno presenti anche il regista Andrea Segre, il direttore della fotografia Matteo Calore, il Presidente della Municipalità Gianfranco Bettin e l’Assessore alla Coesione Sociale del Comune di Venezia Simone Venturini.